Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Confsal VVF e Usb VVF nella quale chiedono chiarimenti sull’organizzazione delle squadre di soccorso

Pubblichiamo la nota unitaria delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil VVF, Fns Cisl, Uil Pa VVF e Confsal VVF in merito alla richiesta dello screening per tutto il personale del Comando

Pubblichiamo le direttive impartite dalla Direzione Centrale per l’Emergenza, il Soccorso Tecnico e l’Antincendio Boschivo riguardo la campagna AIB anno 2020

Roma, 19 maggio 2020

Al Vice Capo Dipartimento A.P.

Dott. Roberto Tartaglia

Roma

Al Direttore generale del Personale

e delle Risorse

Dott. Massimo PARISI

Roma

E, p.c. : Al Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali

Dott.ssa Ida DEL GROSSO

Roma

Oggetto: Apertura nuovi padiglioni

Egregi,

come noto a breve è prevista la riapertura di nuovi padiglioni detentivi negli istituti di Parma, Lecce e Taranto. In merito a ciò, sono numerose le perplessità riguardanti il personale che l’Amministrazione penitenziaria intende impiegare nelle nuove strutture data la cronica carenza organica che investe il Corpo di Polizia penitenziaria.

Di recente, abbiamo assistito all’emanazione di interpelli per aumentare gli operatori in servizio all’USPeV e al GOM per i quali non vi è mai stato confronto sull’organizzazione del lavoro. Tali provvedimenti se da un lato contribuiscono a colmare la carenza di questi Reparti, dall’altro sottraggono personale dagli istituti penitenziari già in grave sofferenza e creando non pochi squilibri nella distribuzione dell’organico nell’Amministrazione.

Al fine di rendere chiare la gestione degli appartenenti al Corpo di Polizia penitenziaria nei Reparti su menzionati e negli istituti, chiediamo l’apertura di un tavolo di confronto per discutere le modalità di gestione dell’organico e l’organizzazione del lavoro anche in vista dell’apertura dei nuovi padiglioni.

Certi di un cortese cenno di riscontro, si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale

FP CGIL Polizia Penitenziaria

Stefano BRANCHI

pubblichiamo la nota della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie in merito all’accreditamento risorse economiche per l’attività AIB della Regione Puglia per l’anno 2019

“Un incontro urgente sul rinnovo del contratto della Sanità Privata e delle Rsa”. A chiederlo al ministro della Salute, Roberto Speranza, e al presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, sono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli e Michelangelo Librandi, nel ricordare lo sciopero già proclamato per il prossimo 18 giugno per la Sanità privata e le Rsa in ragione del rinnovo di entrambi i contratti.

“Abbiamo assistito in questi mesi – scrivono i tre dirigenti sindacali in una lettera – ad un contributo importante dato dai lavoratori della sanità tutta, compresi quelli del sistema accreditato. Alle imprese sono arrivate ulteriori risorse e compensazioni per il Covid-19, per i lavoratori a livello regionale stiamo sottoscrivendo accordi con le Regioni con l’obbiettivo di individuare interventi e risorse finalizzate a remunerare le particolari condizioni dei lavoratori della sanità impegnati nell’emergenza Covid-19, compresi quelli del settore privato”.

In merito al confronto sul rinnovo, Sorrentino, Petriccioli e Librandi fanno sapere: “La rottura definitiva si è perpetuata nelle scorse ore a seguito di dichiarazione delle nostre controparti, Aris ed Aiop, che ancora una volta mettono in discussione la sostenibilità del rinnovo contrattuale, dopo aver sottoscritto un verbale presso il ministero con le Regioni e il Governo, dopo aver raggiunto un accordo con i nostri sindacati sulle tabelle economiche, dopo aver avuto ulteriori conferme dell’impegno massimo delle Regioni a risolvere anche nei territori dove gli accordi sulla renumerazione delle prestazioni erano in ritardo, oggi si utilizza la pandemia per chiedere ulteriori risorse, che comunque sono arrivate sia dal Dl Cura Italia che dal Dl Rilancio”.

Ragioni per le quali, osservano: “Comprenderete che la misura è colma, da 14 anni i lavoratori della sanità privata e da 8 quelli delle Rsa non vedono alcun aumento a fronte di profitti delle imprese che continuano a crescere grazie al contributo pubblico. È una vergogna. Caro Ministro, Caro Presidente, vi siete sempre dimostrati attenti nel vostro esercizio della funzione istituzionale alle ragioni del lavoro, della giustizia sociale e della necessità che la relazione tra pubblico e privato fosse equilibrata e a garanzia dei diritti dei cittadini. Ora vi chiediamo di adoperarvi per i lavoratori che garantiscono quei servizi e che meritano di vedersi rinnovato il contratto. Non possiamo più giudicare affidabili soggetti datoriali che nel corso di questi mesi hanno disatteso ogni impegno, non solo qulli convenuti ai tavoli negoziali, ma anche quelli contratti ai tavoli istituzionali”.

“In molte Regioni si sta procedendo alla risoluzione degli accreditamenti, tema che vi riproponiamo come cruciale nell’ambito della discussione del Patto della Salute. I datori di lavoro si definiscono, impropriamente, la componente di diritto privato del sistema sanitario nazionale, volendo far riferimento ai rapporti che intercorrono tra le loro aziende e gli enti pubblici. Ebbene questi rapporti sono regolati da vincoli non solo regolativi, normativi ma anche etici e queste imprese li violano non riconoscendo la giusta ed equa retribuzione ai lavoratori grazie ai quali fanno profitto utilizzando risorse del sistema pubblico. Siamo certi che difronte a questa ingiustizia le istituzioni si adopereranno per ripristinare una corretta modalità di relazione non solo tra le parti negoziali ma nel riaffermare il principio che i soggetti che operano in convenzione, accreditamento o concessione con il sistema pubblico devono operare nel rispetto dei diritti del lavoro oltre che delle norme che regolano il rapporto tra soggetti pubblici e privati”, concludono Sorrentino, Petriccioli e Librandi nel chiedere a Speranza e Bonaccini un incontro urgente.

Corona virus

A seguito della richiesta di questa Organizzazione, pubblichiamo la nota dell’Ufficio di Coordinamento delle Attività sanitarie e di Medicina Legale, in merito alle misure di profilassi per l’applicazione delle Tecniche di Primo Soccorso Sanitario da adottare durante l’emergenza epidemiologica in atto, a tutela della salute e sicurezza del personale del CNVVF.

Al Sig. Direttore dell’Agenzia delle Entrate
Avv. Ernesto Maria Ruffini
e, p.c. Al Capo del Personale ad interim
dott. Carlo Palumbo

Oggetto: Richiesta convocazione per trattative su FPSRUP 2018.

Le Scriventi, sul presupposto che da diversi mesi le risorse relative alla costituzione del FPSRUP 2018 sono state integralmente versate a codesta Agenzia con i relativi provvedimenti del sig. Ministro dell’Economia e delle Finanze e considerato che codesta Agenzia ha più volte posto la convocazione in merito all’oggetto solo come ultimo punto all’o.d.g. di pregresse trattative senza che, di fatto, essa è stata neanche avviata, chiedono tempestiva convocazione con unico o.d.g. la trattativa sul citato salario accessorio del 2018 che, come è di tutta evidenza, le lavoratrici ed i lavoratori attendono da ben due anni! L’occasione è gradita per porgere cordiali saluti.

Roma, 19 maggio 2020

FP CGIL           CISL FP               UIL PA         CONFSAL/UNSA        FLP
Gamberini             Silveri              Cavallaro          Sempreboni            Patricelli

Le OO.SS. hanno diritto di esprimere le proprie posizioni
e l’Agenzia ha il dovere di ascoltarle: questa è l’attività negoziale!

Non immaginavamo che su un delicato tema come quello dell’emergenza “coronavirus” e la tutela dei lavoratori, potessimo arrivare al punto in cui il Direttore del Personale chiudesse “malamente” l’incontro odierno perché i rappresentanti dei lavoratori non hanno condiviso la posizione negoziale dell’Agenzia.
Fin dall’apertura dell’incontro, le OO.SS. hanno espresso dubbi sull’opportunità che vi fosse un diretto coinvolgimento dei colleghi in merito alla delicatissima questione della misurazione della temperatura.
E quanto sopra indipendentemente da deliberazioni di organi istituzionali competenti in materia sanitaria, visto e considerato che già in occasione della seduta che ha portato alla sottoscrizione dell’accordo del 30 aprile scorso, le OO.SS. avevano prospettato la possibilità, in ragione dell’evoluzione epidemica in corso soprattutto in alcune aree del Paese, di prevedere obbligatoriamente la misura in discussione.
Visto il percorso che dovremo affrontare nei prossimi mesi, non affatto breve, tutti i cittadini di questo Paese, così come nel resto del mondo, sono chiamati a adottare gli opportuni accorgimenti individuali che permettano la convivenza con il “virus” ed il relativo abbattimento del tasso di contagio.
Un conto è chiedere responsabili comportamenti individuali e collettivi su tutti i fronti e quindi anche sul versante lavorativo, altra cosa è, invece, costringere i lavoratori a svolgere stabilmente compiti e mansioni, con le conseguenti responsabilità, non contrattualmente previsti e che, per la loro assiduità e continuità, comporterebbe anche maggiori rientri e rotazioni del personale sottraendolo, di fatto, alle ordinarie attività istituzionali.
In ragione di ciò, le OO.SS. hanno espresso perplessità sul fatto che su questo delicato tema vi potesse essere il coinvolgimento di colleghi, anche solo in termini volontari, che contribuiscano alla gestione del “rischio” biologico in esame attraverso la misurazione, in ingresso degli uffici, della temperatura ai lavoratori, all’utenza, ai fornitori e alle ditte di servizi esterne (es: pulizie) nonché della gestione dell’eventuale casistica relativa all’isolamento, alla segnalazione all’autorità sanitaria, ecc. del soggetto a cui fosse rilevata temperatura superiore ai 37,5°.
Quindi, rispetto all’idea dell’Agenzia delle Entrate, innescata specificatamente dalla trattazione della problematica a livello Lombardia, e rispetto ad un accordo sottoscritto da
tutte le sigle che, oltretutto, ha lasciato uno specifico spazio per la trattazione in sede territoriale in quanto questioni espressione di una “particolarità” locale, riteniamo che l’Amministrazione debba fare proprie le istanze delle OO.SS. al tavolo odierno affinché vengano fatti opportuni “investimenti” (tali li consideriamo) per i prossimi anni a tutela della salute e dell’integrità fisica di tutti i colleghi e dei contribuenti.
Se dobbiamo integrare l’accordo nazionale del 30 aprile scorso, questo deve andare nella direzione di prevedere che tutti gli Uffici dell’intero territorio nazionale siano dotati di strumentazione idonea a rilevare la temperatura dei colleghi che accedono in ufficio nonché di tutti i cittadini fruitori dei servizi, approntando, altresì appositi protocolli in linea con le previsioni sanitarie, attraverso la più coerente gestione dei check-point, delle obbligatorie aree di isolamento e quant’altro senza che tutto ciò sia svolto dai colleghi dell’Agenzia delle Entrate.
Non riteniamo che gli addetti al primo intervento, i Responsabili per il Servizio Prevenzione ovvero i “delegati” del Datore di Lavoro, siano preparati alla gestione di questo rischio; oltretutto ciò non può diventare stabilmente il loro compito principale.
L’abbattimento del rischio passa, a nostro parere, attraverso l’automazione delle procedure di rilevazione della temperatura, le modalità automatiche di accesso agli uffici ed ai front office dopo il controllo medesimo, nonché la gestione efficiente e razionale delle situazioni di rischio.
Ci saremmo aspettati la massima capacità di ascolto della Direzione ed invece, in ragione di una diversa posizione, la stessa Direzione ha, inopinatamente, chiuso l’incontro lasciando “esterrefatti” i rappresentanti sindacali, anche in presenza di altri argomenti all’ordine del giorno.
Riteniamo che si sia trattato di un mero “scivolone”, perché le OO.SS. hanno diritto di esporre le proprie posizioni e l’Agenzia ha il dovere di tenerne conto, tutto quanto espressione di un reale e concreto, se necessario, percorso negoziale.
In caso contrario dovremmo preoccuparci…con tutte le relative valutazioni e conseguenze.

Roma, 18 maggio 2020

FP CGIL           CISL FP          UIL PA       CONFSAL/UNSA        FLP     CONFINTESA
Gamberini           Silveri          Cavallaro         Sempreboni           Patricelli        Ratti

Pubblichiamo la nota del Coordinamento regionale inviata al Direttore Regionale, nella quale evidenzia ancora una volta la mancanza del personale Amministrativo  presso il Comando di Campobasso

I sindacati chiedono il ritiro o la modifica del provvedimento

“Con riferimento alle disposizioni emanate relative al D.M. 82/2020, riguardanti la decisione di andare in deroga a quanto previsto dal D.M. 7 gennaio 2019 in materia di docenti di riferimento dei corsi di studio universitari, disposizioni che si esplicitano nell’indicazione di ridurre il numero minimo di docenti previsti per l’accreditamento del corso in scienze infermieristiche, manifestiamo la nostra forte contrarietà di una scelta che appare assolutamente in antitesi con il grande percorso di crescita di competenze e di autonomia professionale che le professioni sanitarie, a partire da quella infermieristica, hanno fatto in questi anni”. Lo scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl in una lettera indirizzata al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi e inviata, per conoscenza, al Ministro della Salute, Roberto Speranza e al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Stefano Bonaccini, riferendosi al decreto che riduce da cinque a tre il numero minimo di docenti universitari necessari ai fini dell’accreditamento dei corsi di laurea in Infermieristica.

“Tale scelta – proseguono – non solo va in contrasto con l’attuale necessità di favorire un ampliamento dell’offerta formativa riguardante la professione sanitaria dell’infermiere, anche a fronte delle recenti norme emanate nel contesto di sanità pubblica e dei recenti decreti ministeriali, in un momento in cui, numerosi studi ed autorevoli pareri, confermano la necessità di sostenere tali corsi di laurea al fine di rispondere alle reali esigenze dei cittadini, ma appare fortemente in contrasto con quanto l’intesa raggiunta fra Governo, Regioni e province autonome di Trento e Bolzano sul Patto per la Salute 2019- 2021 definisce in tema di riconoscimento sia professionale che organizzativo dei professionisti sanitari a partire dalle competenze e dall’autonomia richieste al personale infermieristico”,

“Altro aspetto assolutamente non condivisibile – specificano i sindacati – è relativo alla possibilità data agli Atenei di prevedere l’eventuale sostituzione dei docenti con personale medico; tale decisione mortifica e ignora il lungo percorso di crescita dell’autonomia professionale fatta in oltre un ventennio di esercizio della professione. Si tratta di due professioni diverse, entrambe ordinistiche e quindi con pari dignità, con percorsi formativi specifici non sovrapponibili tra loro; il lungo percorso di crescita professionale consente oggi di avere un gran numero di professionisti sanitari infermieri già in possesso dei requisiti per ricoprire tale ruolo, senza scordare l’alto numero di tali professionisti con laurea magistrale o dottorato di ricerca. Per tutti i motivi indicati – concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – auspichiamo che tale decisone sia rivista nei tempi più brevi possibili, al fine di attuare il ripristino del numero minimo di docenti e la loro individuazione all’interno della professione infermieristica. Chiediamo, infine, il ritiro o la modifica del decreto e un incontro urgente per affrontare le questioni sollevate”.

ACCORDO SULLA “FASE 2 ” ALLE DOGANE
Per il piano operativo la parola agli accordi territoriali INDENNITA’ DI RISCHIO E BUONI PASTO:
E’ FATTA!!!

Dopo il comunicato dello scorso 30 aprile con il quale avevamo interrotto le relazioni con l’Agenzia abbiamo posto – insieme alle nostre Segreterie Nazionali – la assoluta necessità di un immediato ritorno alla correttezza ed alla fisiologia delle relazioni contrattuali, tanto più decisive in una amministrazione così strategica per il presidio di legalità che garantisce al sistema economico e commerciale del Paese.
In questo senso consideriamo la convocazione di oggi – nel corso della quale l’Agenzia ci ha comunicato ufficialmente la volontà di sottoscrivere l’accordo sulla Fase 2, preannunciando una ulteriore convocazione per venerdi prossimo, con all’ordine del giorno, Contratto Integrativo, Stralcio del Fondo 2018 e Nuovo sistema di Valutazione – una svolta positiva, frutto della nostra iniziativa unitaria.
Dobbiamo dire che anche l’impianto complessivo dell’accordo sulla “Fase 2” che abbiamo sottoscritto, deve essere considerato come una inversione di tendenza importante.
Infatti – dopo aver ribadito e richiamato tutti i termini normativi di garanzia per la sicurezza e la salute dei lavoratori nonchè per il contenimento della diffusione del contagio – l’accordo stabilisce come limite temporale di validità il 31 luglio 2020, alla cui
scadenza è previsto un ulteriore accordo che determinerà le indicazioni operative “definitive” sul lavoro agile.
Fino a quella data saranno comunque posti in lavoro agile tutti quei Lavoratori in particolari condizioni psico fisiche, o che dichiarino di versare in condizioni di salute o personali di impedimento, quali ad esempio l’accudimento di figli minori.
Al personale che sarà chiamato al rientro in servizio saranno assicurate tutte le condizioni di sicurezza compresi i test sierologici e l’assistenza della task force sanitaria.
Ma la cosa più importante è che tutto il resto, ripetiamo tutto il resto è oggetto di accordo tra le parti.
A livello di direzione interregionale, regionale, interprovinciale e centrale le parti dovranno trovare intese sulla uniformità della applicazione territoriale delle procedure di sicurezza e salubrità per il personale chiamato al rientro in servizio. Di più – riguardo al grado di copertura dei servizi in presenza – siamo riusciti ad imporre, dopo una proposta iniziale dell’Amministrazione che prevedeva il 60%, un “limite medio giornaliero del 45% garantendo la rotazione del personale” salvo diverse indicazioni da parte della Direzione Generale (che saranno comunque oggetto di accordo) e salvo le inevitabili deroghe per le sedi organizzate in turni.
A livello di uffici territoriali dovranno essere sottoscritte intese
-sulle forme di flessibilità dell’orario di individuale del personale, con scostamento fino a 2 ore in ingresso rispetto al limite che è stato spostato alle 11;
-le garanzie sanitarie per il personale in servizio di verifica esterna in relazione anche all’utilizzo del mezzo proprio;
-la individuazione dei profili orari, degli strumenti informatici, della fasce di contattabilità, dei rientri settimanali ecc. per i lavoratori in smart working.
Ma abbiamo saputo portare a casa anche due importanti risultati che riconoscono e valorizzano la atipicità e la specialità del lavoro del personale doganale, perché vanno a cogliere il senso profondo dell’impegno che è stato garantito dai tanti colleghi in prima linea in tutta la fase emergenziale, e, al tempo stesso, sottolinea il senso e la necessità di mantenere criteri di uguaglianza e di legalità per tutti i lavoratori.
Ci riferiamo alla estensione per il personale che dal 9 marzo ha continuato a garantire i servizi esterni, di controllo merci e viaggiatori e che ha svolto attività di front office della indennità di rischio sanitario. Al personale che ha operato in smart working abbiamo concordato la erogazione, sempre dal 9 marzo dei buoni pasto.

Roma 18 maggio 2020

FPCGIL                         CISLFP                        UILPA
Iervolino                        Fanfani                       Procopio

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