Pubblichiamo la ministeriale GDAP-0183577.U del 28.5.2020 relativa a quanto in oggetto indicato

La ripartenza della contrattazione: siglati l’accordo sulla ripartizione del Fondo 2020, l’accordo POC 2020 e l’accordo che riconosce l’indennità ai direttori di Archivi e Biblioteche

Dopo un lungo ed estenuante confronto di una giornata ieri abbiamo siglato tre importanti accordi
per i lavoratori. Andiamo per punti:
Fondo 2020:
l’accordo al momento si limita alla sua ripartizione tra le voci che lo compongono, ma in sostanza
riflette le proposte che dopo un faticoso percorso unitario abbiamo portato sul tavolo. Gli elementi
significativi sono le risorse destinate a due progetti nazionali: il primo è il progetto nazionale produttività
ed efficienza, opportunamente rimodulato nelle sue finalità (le aperture prolungate), in ragione
della crisi COVID e del periodo di chiusura al pubblico dei luoghi della cultura. Progetto finanziato
con 19 milioni di euro.
Il secondo deriva dal finanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro previsto dalla legge di stabilità
per il 2019, ed integra le risorse del fondo non impegnate e le economie derivanti dall’esercizio
2019. In tutto 21 milioni di euro, che saranno interamente destinati alla contrattazione decentrata.
Per progetti legati alla fase di ripartenza, rispetto ai carichi di lavoro arretrati maturati in lockdown,
alle necessità di rimodulazione dell’offerta culturale, alla semplificazione dell’accesso alle banche
dati sia nei flussi interni che relativamente agli accessi dei cittadini, ai riflessi e all’impatto del lavoro a distanza sui meccanismi di produttività e via dicendo.
Accanto a questo l’accordo prevede l’accantonamento di 2 milioni di euro da destinare alle maggiorazioni delle tariffe per turnazioni per coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare in presenza nel periodo di emergenza. Una indennità che riconosce il maggior disagio rispetto ai carichi derivanti dalla riduzione del personale in presenza e che consente di ovviare all’effetto perverso che la crisi stava determinando sulle tasche dei lavoratori che hanno continuato a garantire i servizi indifferibili, per effetto della non retribuibilità dell’indennità di turnazione se non a prestazione effettivamente resa.
Inoltre è previsto un accantonamento di 676mila euro da destinare ad interventi straordinari a supporto di uffici che per effetto della riorganizzazione hanno subito incrementi significativi dei loro carichi di lavoro e ad affrontare tutte le necessità contrattuali che derivano dagli effetti della nuova riorganizzazione, la cui fase attuativa adesso entra nel vivo.
L’importo che riguarda il progetto supporto concorso AFAV è riferito al pagamento del progetto, a
cui noi non abbiamo aderito, svoltesi in occasione delle prove preselettive del concorso. Al riguardo
abbiamo precisato che per noi resta inderogabile il fatto che attività legate allo svolgimento delle
prove concorsuali devono essere finanziate esclusivamente con risorse extra fondo. E pertanto
questo stanziamento, sul fondo, pari a 19mila euro, resta un episodio occasionale e non ripetibile.
Nel fondo si vede pure un accantonamento di circa 2milioni e mezzo di euro relativo agli importi
derivanti dalle prestazioni in conto terzi. Al riguardo è opportuno precisare che il quantum identificato è una cifra teorica in quanto basata sul consuntivo 2018, che l’inserimento nel fondo consente la progressiva riduzione dei tempi di pagamento, che i soggetti retribuibili restano esclusivamente i lavoratori che hanno effettuato queste prestazioni. Su questo è stato siglato uno specifico accordo.
La sigla dell’ipotesi di ripartizione economica del fondo non esaurisce i compiti: adesso si tratta con
ulteriori specifici accordi definire i contenuti dei progetti ed i criteri di retribuzione connessi, specificando, per quel che riguarda le risorse destinate alla contrattazione decentrata, solo le linee generali di attività e i parametri retributivi e identificando nel dettaglio gli incrementi delle tariffe per le turnazioni e per disagio Covid.
Non possiamo che ritenerci soddisfatti, questo accordo serve alla gestione della fase di emergenza
e pone le basi per il futuro, definendo criteri utili e funzionali agli inevitabili cambiamenti organizzativi che il post crisi comporterà.
Accordo POC 2020.
Una gestazione non facile ha accompagnato l’iter negoziale su questa delicata materia: l’accordo
si pone l’obiettivo di regolamentare a regime i criteri di attribuzione delle POC e lo sforzo maggiore
è stato quello di cercare di individuare criteri che definissero in modo più rigoroso possibile le modalità di conferimento degli incarichi e l’elenco degli stessi con l’attribuzione di relativi punteggi è previsto, a nostro avviso, in modo congruo. Gli altri due aspetti importanti riguardano l’attribuzione di quote budget ai centri di responsabilità, mantenendo a monte la ripartizione tra le quote destinate alle strutture centrali e quelle invece dirette alla periferia, e l’individuazione di due diversi parametri economici di retribuzione che possono essere definiti sulla base di una scala di rilevanza che si desume dalle schede allegate all’accordo. Ma la cui valutazione è trasferita al Dirigente responsabile, sulla base del budget attribuito. L’accordo è accompagnato da fasi di verifica a livello nazionale e dalla tutela delle relazioni sindacali a livello locale, sia in riferimento alle prerogative di informazione preventiva che di confronto. Il budget accantonato ha comunque registrato un aumento di 670mila euro rispetto all’anno precedente, qualcuno si è lamentato che è troppo poco e noi veramente questo non lo comprendiamo.
Accordo indennità ai Direttori di Archivi e Biblioteche non dirigenziali
Anche su questo punto delicato e su cui erano giustamente puntate le attenzioni dei funzionari direttori non è stato un percorso facile. Intanto per l’esistenza del tetto retributivo delle posizioni organizzative, che impedisce l’aumento dell’importo oltre i 2500 euro annui. La proposta avanzata da noi si è rivelata vincente ai fini dello sblocco, ovvero prevedere una indennità specifica che copre
le responsabilità derivante dall’esercizio delle funzioni datoriali in materia di tutela e sicurezza sui
luoghi di lavoro dove si esercita la direzione amministrativa. Ovvero il riconoscimento dovuto rispetto ad una responsabilità aggiuntiva, che solo questi funzionari esercitano, la cui gravosità è
emersa drammaticamente in occasione della tragedia di Arezzo, che vide la purtroppo perire due
lavoratori. Non è stato facile per la riottosità dell’amministrazione a mettere in evidenza, nella ipotesi di accordo, esattamente la finalità per cui l’accordo era stato fatto, ovvero la funzione datoriale, per tema di possibile contenzioso che equiparasse in tutto e per tutto questa funzione a quella dirigenziale.
Una preoccupazione che noi abbiamo trovato francamente ridicola. Alla fine è spuntata la mediazione ed è stata inserita la funzione di responsabilità connessa alla materia di sicurezza
sul lavoro. L’accordo corrisponde a questi lavoratori una cifra di 4mila euro annui che si  assommano alla posizione organizzativa. Con nostra soddisfazione per aver contribuito, riteniamo in modo determinante, alla risoluzione di una problematica annosa e penalizzante per lavoratori a cui veniva chiesta l’assunzione di pesanti responsabilità gestionali in cambio di quasi nulla.
Capodimonte: a chi giova attaccare i lavoratori?
Infine tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del Museo di Capodimonte, che un atto irresponsabile
del dirigente ha messo sulla graticola mediatica per aver preteso il rispetto di tutte le misure di sicurezza concordate per l’accesso al Real Bosco, e poi rifiutate dalla stesso dirigente che ha chiuso
il parco al pubblico dando la colpa ai cittadini napoletani indisciplinati ed ai lavoratori. Noi riteniamo che un bene pubblico, prezioso come questo sito, debba essere liberamente fruito dai cittadini nella consapevolezza del suo valore culturale. E su questo responsabilmente stiamo lavorando, chiamando tutti all’esercizio delle proprie responsabilità, da quelle in materia di ordine pubblico in capo a Prefetto e forze dell’ordine a quelle relative alla tutela del bene culturale, che il ministero deve esercitare ed a cui sembra invece rinunciare. Oggi ci sarà un nuovo incontro in Prefettura, ci auguriamo di cuore che si trovi una soluzione nel pieno rispetto delle prerogative dei lavoratori e che l’irresponsabilità di un dirigente, a nostro avviso inadeguato e non rispettoso degli obblighi contrattuali, venga adeguatamente valutata dal Ministero.
Siamo in attesa di ricevere le ipotesi di accordo per poter inviare la nostra formale adesione, non
appena in possesso sarà nostra cura trasmettervele.

Claudio Meloni

Fp Cgil Nazionale

Non bastano risorse previste, ricorrere a graduatorie e garantire tempo indeterminato

“Ricorrere alle graduatorie degli idonei e assumere personale a tempo indeterminato, garantendo le necessarie professionalità, per poter far fronte al processo legato alla sanatoria dei lavoratori irregolari, italiani o stranieri, varata dal cosiddetto decreto rilancio”. A chiederlo è la Funzione Pubblica Cgil nel passare in rassegna quanto previsto dall’articolo 103 del decreto 34/2020.

L’amministrazione che sarà al centro della procedura per la sanatoria, infatti, precisa il sindacato, “è quella del Ministero dell’Interno, con particolare riferimento ai lavoratori dell’amministrazione civile. I procedimenti richiederanno la necessaria presenza degli interessati presso gli uffici competenti ed è prevedibile un consistente accesso dell’utenza, in un ristretto lasso di tempo, presso lo Sportello unico per l’immigrazione e le Questure. Una concentrazione che inevitabilmente dovrà prevedere servizi di sanificazione e igienizzazione e che inciderà su uffici che soffrono da tempo di carenze organiche consistenti”.

Per queste ragioni, il punto di maggiore criticità per la categoria, “è il ricorso a prestazioni di lavoro a contratto a termine somministrato per un massimo 30 milioni di spesa, pari a circa 1.300 unità per 6 mesi ripartite tra Sportelli unici e Questure, così come previsto dal decreto e dalla relazione tecnica”. Una soluzione che non soddisfa la categoria perché “non tiene conto della necessità di fornire in modo strutturale un servizio quantomai delicato e necessario. Serve invece procedere a una ricognizione delle graduatorie degli idonei e assumere personale a tempo indeterminato anche con le procedure utili a garantire le professionalità che necessitano. Ad oggi sussistono graduatorie in corso di validità con oltre 4 mila idonei dalle quali è possibile reclutare personale e rendere strutturali servizi indifferibili che solo la pubblica amministrazione può erogare”, conclude la Fp Cgil.

SERVE UNO SFORZO MAGGIORE

Pubblichiamo la nota inviata all’Amministrazione in merito alla programmazione dei corsi in ingresso per AA.VV.F.

Ancora una volta  la Formazione si dimostra l’anello debole del Corpo, da tempo chiediamo un confronto serio con l’Amministrazione. Purtroppo non è mai arrivato.

Quanto proposto dall’Amministrazione in merito al piano assunzionale 2020 – 2021 per i Corsi AA.VV.F. non è condiviso dalla Fp Cgil.

Serve fare uno sforzo maggiore.

Pubblichiamo la convocazione di incontro, inviata alle Organizzazioni Sindacali, in modalità videoconferenza, riguardo le selezioni per i concorsi interni per il personale del settore specialista per i ruoli Capo Squadra e Ispettore

GESTIONE UNITARIA DELLE PRESTAZIONI CREDITIZIE E
SOCIALI: A CHE PUNTO SIAMO?

A fine 2019 avevamo dato notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della Legge
27 dicembre 2019, n.160 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020
e bilancio pluriennale per il triennio 2020/2022” con la quale è diventata norma del
nostro ordinamento la possibilità, per i dipendenti pubblici e per i pensionati, già
dipendenti pubblici, non iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali,
di aderire alla stessa gestione nota anche come “Fondo dello 0,35%” per via del prelievo
dello 0,35% della retribuzione contributiva dei dipendenti pubblici che obbligatoriamente o
volontariamente vi aderiscono.
Il dispositivo legislativo prevede l’adozione, entro novanta giorni dall’entrata in vigore
della Legge di Bilancio, quindi entro il 30 marzo 2020, di un decreto ministeriale,
adottato dal Ministro del Lavoro e delle politiche sociali di concerto con l’omologo
responsabile del MEF, con il quale definire le disposizioni attuative della nuova norma:
solo a quel punto le lavoratrici ed i lavoratori del pubblico impiego, nonché i
pensionati ex dipendenti pubblici non iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni
creditizie e sociali, potranno aderire, adesione irrevocabile, entro sei mesi dalla data
di entrata in vigore del medesimo decreto, con una comunicazione scritta indirizzata
all’INPS secondo le forme e le modalità sancite nello stesso provvedimento ministeriale.
Ad oggi non ci risulta, dopo circa due mesi da quella scadenza che i Ministeri
coinvolti abbiano adottato il decreto previsto dalla norma, disattendendo con ciò non
solo ad una disposizione di legge, ma soprattutto danneggiando, di fatto, tutti quei
colleghi che aspettano il provvedimento governativo onde poter materialmente aderire
alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali e finalmente poter attivare tutte
le possibilità in termini di prestazioni, prestazioni di welfare e credito, che il Fondo offre.
Auspichiamo da parte dei Vertici dell’Istituto, ad iniziare dal suo Presidente, un
intervento sul Ministro del Lavoro affinché il decreto sia adottato in tempi brevi: abbiamo
atteso 13 anni dal lontano 2007, DM n.45 DEL 7 marzo 2007, ed ogni ulteriore ritardo
si traduce in un danno per migliaia di colleghi INPS e di altre amministrazioni pubbliche
ancora oggi impossibilitati ad aderire al Fondo dello 0,35%.

FP CGIL
Matteo ARIANO
Antonella
TREVISANI

CISL FP
Paolo
SCILINGUO

UIL PA
Sergio CERVO

CONFINTESA/FP
Francesco VIOLA

CONFSAL-UNSA
CIARALDI
PEPPETTI

Lo stress da lavoro correlato e il burnout rappresentano un’altra grande sfida per migliorare la vita lavorativa dell’intera categoria. Con la rubrica n° 18 continua l’informazione su SALUTE e SICUREZZA della Fp Cgil VVF

RIUNIONE CASSA DI PREVIDENZA ED ASSISTENZA

Lo scorso 22 Aprile si è riunita la Cassa di Previdenza ed Assistenza in videoconferenza. E` stato
valutato l`aumento del compenso del Presidente del Collegio dei Revisori (dirigente del MEF) da
1.800 a 3.600 euro lordi annuali ed è stato incaricato l`Ufficio Legislativo per acquisire il parere del
MEF.
Sono stati, inoltre, erogati 8 sussidi urgenti, le cronicità e le una tantum per i cessati dal servizio.
Sono sta te valutate le ipotesi di ulteriori investimenti nelle assicurazioni in essere, in particolare
circa 2.500.000,00 euro con Generali, 1.000.000,00 con Zurich e 1.000.000,00 con Unipol con le
stesse condizioni e garanzia di quanto già investito con l`incaric o di valutare investimenti presso
altre assicurazioni, non propense ad accettare cifre elevate e vincolate.
Nel novembre 2019 sono stati investiti 2.000.000,00 di euro nel fondo GEAS (investimenti su
RSA e sulle quali si è verificata una conduzione p ositiva delle RSA gestite nel periodo dell`epidemia)
che hanno prodotto 15.000,00 euro di rendiconto.
E` stato valutato di verificare una convenzione per una assicurazione sanitaria volontaria al costo
di 100 euro all`anno per la non autosufficienza. Appena in disponibilità saranno forniti maggiori
informazioni. Trattandosi di una convenzione non ha alcun costo per la CPA.
Nella prossima riunione dove si dovrà approvare il bilancio consuntivo (termini rinviati in forza
del DPCM) e dovrebbe essere erogato il secondo semestre 2019 dell`assistenza.
Come richiesto e comunicato dal CED a tutto il personale e c ome indicato nel sito della CPA, il
termine per la presentazione una tantum eventi 2019 è stato prorogato al 31 maggio 2020 e per
l`assistenza i termini per la presentazione dei rimborsi sono stati portati da 180 giorni a 240 gio r-
ni.
Lo scorso 20 Maggio come Consiglio sono approvati ulteriori investimenti di 500.000,00 euro
presso le Generali e di 1.000.000,00 di euro presso Zur ich, mentre presso Unipol non sarà effettu a-
to alcun investimento aggiuntivo in quanto le condizioni proposte non erano quelle del contratto in
essere, cosi` come presso Cattolica Assicurazione non si è stipulato alcun contratto vista la non
convenienza per la CPA stessa.

Roma, 26 maggio 2020

I consiglieri Fp Cgil
Deborah Pompili
Massimo Bassani

Pubblichiamo il comunicato stampa unitario delle Organizzazioni Sindacali territoriali Fp Cgil e Uil Pa VVF, riguardo l’incontro sul protocollo di sicurezza a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori del Comando, a tal riguardo è stato costituito il Comitato di Verifica composto dalla parte Datoriale con Medico Competente e Responsabile della Sicurezza, insieme ai rappresentanti della sicurezza e OO.SS. Territoriali.

A: Stato Maggiore Esercito
Stato Maggiore Marina
Stato Maggiore Aeronautica
e, p.c. Gabinetto del Ministro

OGGETTO: Riapertura attività sportive e ricreative.

Le scriventi OO.SS. esprimono preoccupazione per la riapertura delle attività in
oggetto indicate, disposte senza il necessario e preventivo confronto sindacale
e l’attivazione dei protocolli per il contenimento del contagio da COVID-19.
Appare utile ricordare, a tal proposito, che presso la maggior parte delle
strutture logistiche e ricreative di codesti Stati maggiori presta servizio
personale civile della Difesa, e che proprio a tutela di quel personale il 15
maggio scorso è stato sottoscritto dalle OO.SS. e dalla delegazione trattante
nazionale del Ministero della Difesa il “Protocollo nazionale delle misure di
prevenzione e sicurezza dei lavoratori civili nell’emergenza sanitaria” , che
indica in maniera inequivocabile quali misure devono essere adottate per la
tutela della salute dei dipendenti civili.
In maniera altrettanto netta, preme evidenziare anche in questa sede che
tanto il suddetto protocollo, che il vigente C.C.N.L. stabiliscono l’obbligatoria
apertura del confronto con le Parti Sociali sul tema.
Si coglie l’occasione per rappresentare che, ad oggi, nella maggior parte degli
Enti/Comandi non è stato ancora attivato quanto previsto dal summenzionato
Protocollo, come pure risulta che codesti Organi di Vertice non abbiano ancora
convocato le Parti Sociali per la sottoscrizione del protocollo a livello locale.
Premesso quanto sopra si invita a soprassedere all’avvio delle attività già
disposte – a titolo di esempio si cita la disposizione del SCSME del 20 maggio
scorso – fino a quando non saranno correttamente poste in essere le procedure
previste e stabilite dal predetto Protocollo e, più in generale, dalle norme di
legge e contrattuali.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.

FP CGIL                         CISL FP                        UIL PA
Francesco Quinti       Massimo Ferri           Sandro Colombi
Roberto De Cesaris     Franco Volpi

Alla Ministra del
Lavoro e delle Politiche Sociali
Sen. Nunzia Catalfo

Oggetto: Nuova richiesta di incontro su INL

Gentilissima Signora Ministra,
Le scriviamo una lettera aperta perché vogliamo rendere partecipi anche i
lavoratori dell’INL delle nostre richieste.
Lei ricorderà di certo che nei mesi scorsi, assieme ad altre sigle sindacali
dell’INL, abbiamo indetto lo stato di agitazione del personale per chiedere
che finalmente venissero stanziate risorse economiche e finanziarie in
favore dell’INL.
Abbiamo avuto due incontri con Lei, in cui abbiamo preso atto del Suo
impegno a ottenere tali risorse, partendo dal presupposto – da Lei
espressamente condiviso e ribadito in entrambe le riunioni – che l’INL va
messo in condizioni di funzionare concretamente.
Nonostante questo,sino a oggi, l’INL non ha avuto, né risorse economiche
né umane.
Nell’ambito delle prime bozze del DL Rilancio era apparsa una norma che
avrebbe consentito all’INL di procedere ad assunzioni con procedure
semplificate nelle aree funzionali e nei limiti del budget assunzionale del
2019 (quindi totalmente a costo zero).
Tale previsione è poi “misteriosamente” scomparsa, mentre è stata
“magicamente” introdotta per altre Amministrazioni, prima assenti; nel
frattempo resta, seppur modificata, la norma che sembra assegnare, i
Carabinieri del NIL direttamente alle dipendenze del Ministero del Lavoro
(??).
Come è possibile che questo sia accaduto? Come mai non ci risultano
prese di posizioni in tal senso da parte Sua nel ribadire la necessità di
investire sulle professionalità dell’Ispettorato Nazionale del lavoro, per
garantire quanto meno il mantenimento strategico dei servizi pubblici
essenziali, mentre contemporaneamente rilascia dichiarazioni di quanto
sia importante anche “la lotta al lavoro nero e al caporalato, due fenomeni
gravi che ledono la dignità lavorativa delle persone”?
Sa bene anche Lei che sono i lavoratori dell’INL che perseguono
costantemente il raggiungimento di questi obiettivi.
A ciò si aggiunga che in questo delicato momento, alcuni fondamentali
servizi resi alla collettività, dipendono dalla fattiva efficienza della
suddetta Agenzia che rischia di non poter assolvere pienamente ai propri
compiti istituzionali con pesantissime ripercussioni per il Paese.
A titolo meramente esemplificativo, ci si riferisce a servizi strategici quali
le istruttorie sulla regolarizzazione di stagionali e badanti, i controlli sul
rispetto delle norme di sicurezza sulle attività produttive, la collaborazione
con le procure della repubblica per lavoro illegale o concorrenza sleale e
dumping sociale, verifica sugli ammortizzatori sociali, convalide di
dimissioni delle madri o padri lavoratori, l’interdizione anticipata/post
partum per madri a rischio, legittima fruizione del reddito di cittadinanza,
ecc. ecc..
Al di là delle tante parole spese – e degli assordanti silenzi – adesso è
importante che si passi all’azione prima che sia troppo tardi.
Cordialmente.

Roma, 27 maggio 2020

FP CGIL
Matteo Ariano

CISL FP
Michele Cavo

UIL PA
Bruno Di Cuia

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