PARTITA LA SPERIMENTAZIONE DEL REASSESSMENT:
NON C’È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE!
Lo scorso 9 ottobre in occasione della riunione dell’Organismo paritetico per l’innovazione, avevamo espresso le nostre forti riserve, riserve ribadite nei giorni successivi con tre distinti comunicati, il 12 e 14 ottobre e 13 novembre 2020, sulla proposta dell’Amministrazione di procedere, sia pure in via sperimentale, alla rivisitazione del modello di erogazione dei servizi partendo dalle Direzioni provinciali di Caserta e Livorno con l’aggiunta a sorpresa, chi sa perché e chi sa per volontà di chi, come il classico coniglio dal cilindro, della Direzione provinciale di Cosenza non prevista, originariamente, nel progetto sperimentale.
Abbiamo già osservato in quell’occasione e ribadiamo oggi i motivi dell’inopportunità, nel contesto attuale, di introdurre questa sperimentazione che coinvolge in maniera evidente sia il management sia le linee produttive.
Con tutte le Sedi impegnate nelle chiusure produttive di fine anno e nell’erogazione degli ammortizzatori sociali e delle prestazioni emergenziali Covid-19 e con il persistere e l’aggravarsi della fase emergenziale, infatti, la conflittualità e la demotivazione potenziale di gran parte del personale si riflette e non può che preoccupare anche la dirigenza dell’Istituto.
Di qui le nostre considerazioni sull’inopportunità, in un momento così delicato, complesso e difficile, come sottolineammo in quella sede, di sperimentare un nuovo modello di servizio quando non si ha, causa emergenza sanitaria e conseguente applicazione di misure di tutela della salute collettiva quale l’estensione “spinta” dello smart working, la piena disponibilità in presenza fisica e attenzione di tutti gli attori in campo, presi come sono dalle sfide dell’attuale fase emergenziale. Un’assenza che di per sé inficia la stessa sperimentazione ed i relativi esiti.
Vogliamo tornare, in questa sede, a esprimere i nostri dubbi sul merito di un modello che già da ieri, 1° dicembre, giorno di avvio di tutta l’operazione sperimentale, manifesta i propri limiti con pesanti ripercussioni sull’attività dei colleghi impegnati presso le Direzioni provinciali e le Agenzie complesse coinvolte. Inoltre, sono rimaste inascoltate le nostre richieste chiare e precise avanzate con il comunicato del 13 novembre su:
• mappature delle competenze che dovrebbe essere alla base di una riorganizzazione e preliminare a qualsiasi sperimentazione, una regola generale e comune a qualsiasi progettualità di innovazione che non trova forma in Inps e su cui chiediamo all’Amministrazione un puntuale report;
• formazione in quanto un progetto di sperimentazione deve essere supportato preliminarmente da uno specifico piano di formazione di cui ancora oggi non abbiamo traccia;
• dorsale informatica visto che la trasversalità dei processi lavorativi richiede un’infrastruttura informatica in grado di concretizzare il dialogo tra le diverse procedure attualmente in uso. Anche su questo punto non abbiamo avuto ad oggi alcun riscontro.
Tutto il progetto sperimentale parte dall’idea di creare il cosiddetto Nucleo Base dei Servizi Standard all’interno del quale si fanno confluire una serie di attività con responsabilità ricondotta in capo al titolare dell’ex agenzia interna trasformando gli attuali colleghi titolari delle posizioni organizzative “sciolte” all’interno di questo mega-contenitore organizzativo in “collaboratori alla gestione operativa dell’Unità organizzativa/Linea prodotto servizio”, un ruolo senza arte né parte con il semplice contentino della conservazione dell’indennità in essere con il risultato di mortificare la dignità lavorativa di funzionari che negli anni hanno rappresentato un punto di riferimento per i colleghi impegnati in quei processi lavorativi. Smantellare con un colpo di spugna moduli organizzativi consolidati, mortificando di fatto la professionalità dei funzionari preposti che vedono cancellare anni di esperienza e di competenza messe a disposizione dell’Istituto e dell’utenza, trasformare i responsabili di agenzia, agenzia prestazioni e servizi individuali e agenzia flussi contributivi unitamente ai responsabili di agenzia complessa, in una sorta di tuttologi che assumono la responsabilità del provvedimento e del procedimento di linee di prodotto servizio e di unità organizzative che spaziano su più ambiti di materia e di competenza con diversificazioni sostanziali, significa ignorare il lavoro delle sedi e le problematiche ad esso connesse.
Un esempio per tutti?
Nel messaggio Hermes con il quale si dà il via alla sperimentazione della “rivalutazione” del nuovo modello di servizio è stabilito che il Nucleo Base dei Servizi Standard si occupi di presidiare l’informazione di primo livello con il risultato che avendo accentrato tale attività in capo a questo nuovo modulo non si capisce chi da ieri debba garantire tale informazione su quei prodotti riconducibili a linee di produzione rimaste fuori dall’accorpamento nello stesso Nucleo!
Si potrebbero fare altri esempi dello stesso tenore che denotano la lontananza dalle sedi di chi, interno o esterno all’Istituto, ha disegnato questo modello: un modello che, contrariamente alle apparenze, parcellizza di fatto molte attività, crea tensioni nelle comunità lavorative coinvolte nella sperimentazione e soprattutto sarà fonte di ripercussioni negative sull’utenza dell’INPS, un’utenza le cui rappresentanze sociali non ci risultano essere state coinvolte nel processo di costruzione del nuovo modello.
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
Fabrizio Ottavi
CISL FP
Paolo Scilinguo
CONFSAL/UNSA
Francesco Viola
CIDA
Lucio Paladino