Nell’ambito della normativa connessa allo stato emergenziale le modalità di Lavoro agile hanno assunto
un ruolo centrale nell’organizzazione del lavoro.
Le Amministrazioni saranno chiamate a predisporre il Piano Organizzativo del Lavoro Agile
(POLA), ovvero un documento triennale da formalizzare entro il 31 gennaio di ogni anno dal 2021,
che dovrà prevedere il ricorso alle modalità di Lavoro Agile per il 60% del personale impiegato nelle
attività remotizzabili.
La norma prevede, anche, il passaggio sindacale per la necessaria condivisione del contenuto.
Ad oggi, apparentemente, ancora nulla è dato a sapersi rispetto a questi contenuti e il tempo scorre.
L’Amministrazione entri nell’ottica che la FP CGIL non è un “notaio” pronto a sottoscrivere qualsiasi
documento presentato al Tavolo limitandosi a prenderne atto del contenuto.
Per condividere un percorso di questo tipo occorre, oltre alla buona volontà negoziale datoriale che
ad oggi manca, il giusto tempo.
L’Amministrazione ritiene che le Organizzazioni sindacali non abbiano un contributo da fornire in
merito all’accesso da parte dei colleghi allo strumento dello Smart Working e quali attività possano
essere definite remotizzabili?
Non crede, l’Amministrazione, che le Organizzazioni sindacali abbiano inoltre qualcosa da dire in
merito alla conseguente riorganizzazione degli spazi e allo sviluppo delle tecnologie che un cambio
di mentalità organizzativa di questo tipo porterà nella quotidianità del personale e dell’utenza?
Se la strategia negoziale è quella di dilatare i tempi per mettere la controparte davanti al fatto compiuto,
sbaglia.
Si convochino le Organizzazioni sindacali e si discuta di come sarà organizzato il Ministero e come
saranno organizzate le modalità di prestazione lavorativa.
FP CGIL Nazionale -MEF
Daniele Gamberini