EPSU – Report su lavoro del childcare network

16 Novembre 2020

Funzioni locali – settore educativo scolastico – Childcare network

Nel dicembre 2017 Richard Pond e Luca Scarpiello di Epsu hanno presentato (11 Paesi e rappresentante Commissione Europea) una ricerca dell’Università di Leuven “Comprendere la qualità dell’occupazione nei servizi all’infanzia” (presentata da Monique Ramioul) per definire un progetto con il quale affermare i princìpi di base dell’Europa sui servizi all’infanzia.

Con l’importanza di rilanciare:

  • gli standard di qualità (obiettivi di Barcellona, per molti ancora lontani)
  • la strategia sulla famiglia
  • l’equilibrio fra i diritti dei bambini e quello dei lavoratori del settore
  • garantire i diritti dei lavoratori sia nel pubblico sia nel privato
  • rilanciare la missione sindacale attraverso la tutela dei lavoratori

Progetto implementato dagli interventi dei Paesi intervenuti:

  • paga bassa (in alcuni Paesi al di sotto di qualsiasi salario minino);

  • status e sottovalutazione del lavoro;

  • intensificazione dei compiti e pressione ;

  • problemi salute e sicurezza (muscolo scheletrici e stress);

  • carenza di personale, invecchiamento forza lavoro, difficoltà di reclutamento e/o mancanza di turnover;

  • sviluppo limitato della carriera, formazione e qualificazione del personale inconsistente;

  • finanziamenti ed investimenti pubblici inconsistenti

Presentato a giugno viene definito a settembre 2018, sottolineando tra l’altro l’importanza del dialogo sociale anche per capire gli attori principali nei diversi Paesi che hanno il loro focus sempre su handicap e anziani e molto poco sui servizi all’infanzia.

Per continuare il lavoro si decide la costituzione di una rete informale sulla salute e cura della prima infanzia per uno scambio di idee, best practices e sviluppo delle politiche nel settore, con riunioni in videoconferenza monotematiche per essere di supporto, tra l’altro, al gruppo di lavoro ECEC (Early Childhood Education and Care) istituito dalla Commissione Europea.

Primo incontro in videoconferenza il 12 dicembre 2018.

A seguire sono stati trattati diversi temi quali:

– Videosorveglianza e digitalizzazione (come difendere la privacy negli ECEC)

– Qualifiche acquisite e professionalizzazioni di lavoratori ECEC e politiche CPD (Continuing Professional Development)

– Come migliorare l’attrattiva, l’assunzione e il mantenimento degli operatori della custodia dei bambini

– Rischi psicosociali e disturbi muscolo scheletrici tra le insegnati e le operatrici del settore

– Come garantire l’accessibilità e l’inclusione sociale nell’ECEC.

Negli ultimi mesi ci sono stati incontri soprattutto per scambiare informazioni su come la pandemia viene gestita e sui problemi che ogni Stato ha dovuto e deve affrontare in merito ai servizi educativi nel suo complesso per la salute e sicurezza dei bambini, degli insegnanti e degli operatori tutti.

Negli anni i nostri interventi con Lucilla Pirovano, di supporto anche per il settore educativo, poi da marzo 2019, anche con Paola Grieco, coordinatrice nazionale del settore sono stati diversi e su diversi temi: dalla videosorveglianza alla professionalizzazione, dalla formazione continua alla salute e sicurezza, tanto da avere, tra l’altro, conquistato il diritto alla traduzione attiva e passiva, in molte occasioni.

Ottobre 2020 inizia progetto “Child guarantee”

Vengono annunciate le linee guida politiche dal presidente Ursula von der Leyen per l’adozione di una Garanzia per i bambini al fine di aiutare a garantire che ogni bambino in Europa, a rischio di povertà o esclusione sociale, abbia accesso ai “diritti più elementari come l’assistenza sanitaria e l’istruzione”.

L’iniziativa contribuirà all’attuazione del principio 11 del pilastro europeo dei diritti sociali sulla cura e il sostegno ai bambini e sarà uno dei risultati del piano d’azione per attuare il Pilastro.

L’iniziativa Child Guarantee si concentrerà sui bambini bisognosi:

  • I bambini provenienti da famiglie precarie, precarietà dovuta alla fragilità economica – in particolare povertà di reddito o deprivazione materiale – composizione familiare o altri fattori di rischio sociale;

  • i bambini provenienti da un contesto migratorio;

  • i bambini in istituti,

  • i bambini con disabilità,

sono identificati come particolarmente soggetti ad accesso limitato a questi servizi essenziali.

Accesso a servizi di qualità per avere pari opportunità.

Il problema generale che la Garanzia per l’infanzia intende affrontare è che non tutti i bambini nell’UE hanno accesso ai servizi di cui hanno bisogno per il loro benessere e il loro sviluppo: 1 su 4 sono a rischio povertà ed esclusione sociale.

La Garanzia per l’infanzia sarà anche un importante strumento della prossima strategia globale dell’UE sui diritti dell’infanzia, che sarà adottata anch’essa durante il primo trimestre del 2021. Questa strategia si propone di mettere in comune tutte le iniziative e le azioni dell’UE esistenti e future che proteggono e sostengono i bambini poveri in un quadro politico coerente e coordinato; particolarmente rilevante nel contesto delle conseguenze socio economiche del COVID-19.

Proposte del Sindacato Europeo (dopo incontro dei sindacati degli Stati dell’Unione) all’Audizione con la Commissione Europea Lavoro Affari sociali Inclusione e le parti sociali che si è tenuta il 16 ottobre 2020:

1. La Raccomandazione potrebbe non essere sufficiente per raggiungere l’obiettivo, quali altri strumenti si possono utilizzare?

2. Necessità di affrontare il problema della digitalizzazione ai tempi del Covid per colmare le differenze

3. La povertà infantile come risultato della disoccupazione e delle condizioni familiari difficili (si rileva la concomitanza tra povertà sociale ed educativa e cibo di scarsa qualità provocando ricadute sulla salute dei bambini)

4. Collegamento tra la garanzia del bambino e il diritto all’istruzione permanente, come diritto individuale universale; diritto all’edu-care: quindi diritto all’educazione e alla cura da considerare non come merce ma come un diritto dei bambini per lo sviluppo della loro crescita personale ed educativa.

5. L’importanza della professionalizzazione del personale e della formazione continua. L’importanza che i servizi siano pubblici (Le disuguaglianze nell’accesso ai servizi di custodia dei bambini sono più elevate nei paesi in cui vi è una forte commercializzazione di questi servizi.)

A cura di Susanna Giuliani – Funzione pubblica CGIL

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