L’Accordo sul lavoro agile in fase Covid: la nostra valutazione.
Vi inviamo il testo dell’Accordo raggiunto ieri e che oggi sottoscriviamo definitivamente dopo un
confronto a volte aspro e sull’orlo della rottura.
Nel merito vale la pena di ricordare i suoi punti qualificanti:
– l’accordo riconosce e tutela tutti i benefici che l’attuale normativa prevede per i lavoratori
fragili;
– viene sostanzialmente detronizzata la percentuale massima del 50% che adesso diventa
quella minima;
– la valutazione delle attività smartabili riguarda l’insieme delle professionalità presenti
nel ministero, laddove il profilo professionale preveda competenze che si possono
svolgere anche da remoto;
– viene introdotto il principio di rotazione per cui tutti i lavoratori possono accedere
alle prestazioni in lavoro agile;
– vengono salvaguardate le prerogative sindacali di informazione preventiva e confronto
sull’organizzazione del lavoro agile;
– viene introdotto il coworking come forma di prestazione lavorativa in presenza per i
pendolari di media e lunga distanza, ovvero la possibilità di prestare la propria prestazione
lavorativa in un Ufficio dell’Amministrazione collocato in prossimità del proprio
domicilio;
– viene riconosciuta la possibilità in particolari casi di prestare la propria prestazione
lavorativa in modalità mista (parte in presenza e parte in smart), utile per i lavoratori
che devono effettuare sopralluoghi e verifiche tecniche;
– viene prevista la flessibilizzazione degli orari di ingresso in modo da impedire affollamenti
sui mezzi pubblici e nei luoghi di lavoro;
– c’è un impegno per la formazione dei lavoratori e dei dirigenti;
– vengono riconosciuti alcuni importanti diritti contrattuali: il buono pasto, la cui fruibilità
viene confermata anche con questo accordo, lo straordinario ed i permessi brevi
in particolari condizioni che ne richiedono l’utilizzo;
– vengono salvaguardati i tempi di valutazione della decisione e di rientro dal lavoro
agile in caso di revoca dello stesso da parte del dirigente, che è tenuto a motivare
la sua decisione
– l’accordo, considerato il susseguirsi di produzione normativa sulla pandemia, ha
una clausola di revisione immediata e di monitoraggio per valutarne il livello di applicazione
nei luoghi di lavoro.
Come si può notare l’accordo contiene tutti o quasi gli obiettivi raggiungibili sul piano della definizione
delle tutele dei lavoratori, ma non è l’accordo a regime sullo smart working ordinario, che
viene esplicitamente previsto in una fase successiva di negoziazione. Come dato negativo ancora si
registra un autentico buco nero, sia di risorse disponibili che di programmazione della spesa, rispetto
alla necessità di dotare i lavoratori degli strumenti tecnologici necessari al lavoro da remoto. Che
è una necessità strategica e strutturale per la stessa Amministrazione, considerata la valenza normativa
che il lavoro agile ha acquisito negli indirizzi governativi, e che pertanto diventerà uno degli
elementi centrali del confronto sulla sua introduzione ordinaria. Questo invece rimane un accordo
strettamente connesso con la necessità di garantire la tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini
in una fase in cui si è deciso di continuare a mantenere aperti i luoghi della cultura ed è per questo
strettamente intrecciato con quanto previsto dai Protocolli sicurezza sottoscritti con il Ministero della
Funzione Pubblica e con il Mibact. Per questo, ed in considerazione della forte recrudescenza
della pandemia, rimane fondamentale l’impegno per garantirne la piena applicazione a tutti i livelli
e di conseguenza vi invitiamo alla massima attenzione ed al tempestivo intervento, qualora fosse
necessario, sulla fase applicativa, che sarà immediata.
Noi restiamo a disposizione per ogni utile chiarimento.
Claudio Meloni
FPCGIL Nazionale Mibact