CCNL Presidenza del Consiglio dei Ministri: eppur si muove?
Dopo l’incontro del 24 settembre scorso, in cui si sono esaurite le parti del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro nella definizione delle proposte inziali di Aran e nel primo giro di osservazione delle organizzazioni sindacali, ci si è riuniti nuovamente oggi per il prosieguo della trattativa con una nuova proposta di testo da parte dell’Agenzia e alcune prime indicazioni di recepimento o meno delle proposte avanzate nel corso di questi mesi.
Un nuovo incontro dovrebbe tenersi il prossimo lunedì 12 ottobre e, per quella data, ci aspettiamo da parte di Aran un passo avanti più deciso e convinto verso le proposte sindacali, avendo chiarito oggi che non è più tempo di giocare al rilancio sulle questioni economiche, perché fuori tempo massimo per la ricerca di nuove e ulteriori risorse da mettere a disposizione del CCNL della Presidenza del Consiglio.
Le risorse complessivamente disponibili sono utili a riconoscere arretrati medi per il periodo 1.1.2016 – 31.12.2020 pari a 5.577, 87 euro, in ragione di incrementi contrattuali medi mensili a regime (per 13 mensilità) di 125 euro. Oltre questa cifra non è più possibile andare e lo sappiamo. Ma continuiamo a ritenere che la totalità di queste risorse, anche per il fatto che questo rinnovo contrattuale arriva dopo ben due anni dalla sua scadenza naturale (31.12.2018), debbano essere distribuite a incremento delle retribuzioni tabellari e non, come proposto da Aran, lasciando ad esse solo 73 euro per invece incrementare di 19 euro l’Indennità di Presidenza e di 33 euro il Fondo per la contrattazione integrativa, entrambe quote di salario “accessorio”.
La nostra richiesta, oltre a far gravare meno sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori i ritardi della politica e dell’amministrazione (stiamo ancora discutendo oggi di un contratto che fu sbloccato nel novembre 2016!), tornerebbe utile a permettere alcune risposte che non possono attendere oltre.
Abbiamo chiesto, infatti, di dare finalmente risposta a chi da oltre dieci anni non ha incrementato le proprie retribuzioni perché bloccato da un sistema di classificazione ormai vetusto. Proponendo il riconoscimento, nelle more della definizione del nuovo sistema (rinviato al prossimo ccnl), di una indennità specifica di funzione per i cosiddetti “apicali” di area.
Così come insistiamo nel rivendicare la soluzione di alcune problematiche legate a oggettive condizioni di specificità organizzative che non trovano le necessarie tutele e compensazioni economiche in base all’attuale impianto normativo. È il caso delle attività di allertamento, monitoraggio e coordinamento del sistema di protezione civile, per le quali chiediamo di istituire la pronta disponibilità (l’istituto della reperibilità non riesce a comprenderne le peculiarità), con il riconoscimento di un trattamento anche economico dedicato.
Queste proposte vanno ulteriormente ad arricchire quelle che, come Funzione Pubblica CGIL, abbiamo voluto dare dall’inizio della trattativa (si leggano in proposito le comunicazioni di oltre un anno di confronto), per dare finalmente un contratto degno di questo nome alla generalità delle lavoratrici e dei lavoratori della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Continueremo a fare la nostra parte senza tirarci indietro dalle nostre responsabilità di rappresentanza. All’Aran chiediamo di fare altrettanto, per ben onorare la sua funzione.
Roma, 5 ottobre 2020
Il Segretario nazionale
Florindo Oliverio