SMART WORKING : A QUANDO L’ACCORDO PER LA
DISCIPLINA DELLA FASE TRANSITORIA?
Le scriventi organizzazioni sindacali, all’indomani della sottoscrizione, avvenuta il 3 giugno scorso, dell’accordo sulle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro (le misure di prevenzione, lo ricordiamo a qualche falso smemorato, non annullano i rischi di contagio, ma lo possono solo attenuare e ridurre come ricordano gli esperti!) consapevoli che lo smart working avrebbe dovuto rappresentare la necessaria misura di affiancamento e di accompagnamento alla graduale e progressiva ripresa delle attività lavorative nelle modalità tradizionali in modo da consolidarsi per il futuro come modalità di esecuzione della prestazione lavorativa con pari dignità giuridica ed economica rispetto alla modalità in presenza fisica, hanno chiesto ripetutamente all’Amministrazione in questi mesi di discutere e definire, congiuntamente, una nuova disciplina per regolare il lavoro agile nell’attuale fase transitoria dell’emergenza sanitaria.
Nonostante i solleciti, mentre altre Amministrazioni Pubbliche hanno definito protocolli d’intesa che regolano nell’attuale fase transitoria l’applicazione dello smart working, in INPS tutto tace, o, meglio, si preferisce mettere dei paletti alla fruizione del lavoro agile rendendolo “indigeribile” attraverso misure, vedi il diniego al riconoscimento del buono pasto oppure il divieto di completare in smart working la giornata lavorativa avviata in modalità fisica, precludendo di fatto in INPS lo smart working frazionato da noi chiesto sin dal febbraio 2019, che ne disincentivano l’applicazione su larga scala.
In uno dei nostri ultimi comunicati invitavamo l’Amministrazione a fare il salto culturale, non quello imposto dai DPCM nel corso dell’emergenza sanitaria del lockdown e per ciò stesso forzato, abbracciando in modo convinto, al di là della mera osservanza della norma, l’idea dello smart working come modalità lavorativa avente pari dignità rispetto a quella tradizionale.
L’occasione oggi è offerta dalla necessità, nella nuova fase, di normare, non con atti unilaterali, bensì attraverso momenti di confronto e di condivisione, lo smart working che nel nostro Istituto ha dato un’ottima prova di sé: noi ci siamo e abbiamo le nostre proposte e le nostre idee già illustrate in tempi non sospetti all’Amministrazione. Aspettiamo un segno di riscontro da parte dell’INPS!
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
FIALP/CISAL
Francesco Viola
CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti