In questi giorni abbiamo avuto occasione di leggere dichiarazioni dei coordinamenti sindacali nazionali e regionali dell’Agenzia delle entrate in merito alla mancata sottoscrizione dell’accordo del 17 settembre u.s. dal parte della FP CGIL.
Non comprendiamo né giustifichiamo l’attacco tra Organizzazioni come strumento di rivendicazione sindacale: viene impoverito il dibattito e si contribuisce a rafforzare l’idea che i “Sindacati litighino sempre tra di loro lasciando indenne l’Amministrazione” oltre a distogliere l’attenzione dal “nodo” della questione.
Lasciamo ad altri il compito di alimentare il clima di rassegnazione vissuto dai colleghi limitandoci, ancora una volta, ad evidenziare come per la FP CGIL il testo presentato dall’Amministrazione -dopo un dibattito franco, ampio con le OO.SS.– non rappresenti un effettivo miglioramento delle condizioni lavorative per i colleghi in una fase di passaggio dall’emergenziale al post emergenziale e che avrà come effetto un nuovo assetto organizzativo della pubblica amministrazione e dell’Agenzia in particolare.
Il contenuto dell’accordo, pur presentando spunti interessanti, non è immediatamente esigibile dai lavoratori a causa della genericità di alcune formulazioni. Non riportando l’indicazione di precisi impegni a carico dell’Amministrazione quanto proposto alle OO.SS. rimane un testo che conferma o aumenta gli oneri professionali dei dipendenti senza fornire loro le necessarie tutele sia in termini di dotazione strumentale sia in termini di garanzie di “equo trattamento” rispetto ai colleghi presenti in ufficio.
Questa è la lettura data dalla FP CGIL al testo e più volte è stata esplicitata al Tavolo negoziale. Non ci sono stati elementi di “sorpresa”.
Può capitare che al termine di una trattativa articolata come quella afferente la ripresa delle attività alcuni possano lasciarsi andare all’emotività attaccando altri soggetti presenti al Tavolo negoziale. Ci limiteremo, in questo caso, a sottolineare che la controparte è l’Agenzia e non la FP CGIL.
La condivisione delle analisi con i lavoratori e il conseguente recepimento degli spunti offerti, da ultimo con il comunicato del 9 settembre, prima ancora con il comunicato del 30 luglio 2020, permette a questa sigla la necessaria serenità nel ribadire le proprie scelte come nel caso della mancata firma all’accordo del 17 settembre u.s.
Serenità che, letti i messaggi citati, forse manca ad altri interlocutori sindacali.
Riteniamo utile, a favore di coloro che in questi giorni si affannano a trovare presunte “incoerenze” nel comportamento della FP CGIL con il fine di creare un “caso” e distrarre l’attenzione dei colleghi invece di condividere da cosa nasca tutta questa fiducia nei confronti dell’Agenzia che, il tema del la Regolamentazione del Lavoro agile in relazione all’emergenza sanitaria da COVID-19, si affronta su più livelli negoziali, con differenti compiti e prerogative:
– a livello nazionale di Ente si definiscono le “regole base” valevoli su tutto il territorio nazionale e, tra queste, gli aspetti economici (buoni pasto o più in genera il ristoro delle spese utenze, ad esempio. Oppure garanzie di approvvigionamento delle dotazioni informatiche aziendali)
– a livello di “sede RSU” si possono, per fare esempi non esaustivi, definire maggiori (o migliori) forme di flessibilità oraria, implementando strumenti di tutela e garanzia per i colleghi che vivono difficoltà nella conciliazione dei tempi vita lavoro (ad esempio portare o prendere i figli a scuola).
Per una Organizzazione sindacale attenta e radicata come la FP CGIL, presentarsi ai tavoli di trattativa nei posti di lavoro (pur non avendo sottoscritto l’Accordo nazionale) è una scelta voluta, rispondente all’esigenza di migliorare le condizioni di lavoro.
Nessun “caso”, quindi.
Doveroso rispetto nei confronti dei lavoratori.
FP CGIL Agenzia delle entrate
Daniele Gamberini