A valle del percorso negoziale concluso in data 17 settembre 2020, visto il testo
proposto alla sottoscrizione dalla Parte datoriale alle Organizzazioni sindacali, la Fp Cgil
ritiene che non sussistano motivi sufficienti a sottoscrivere l’accordo.
In particolare, il mancato recepimento da parte datoriale della proposta di
applicazione delle tutele contrattuali (giustificativi di assenza, ad esempio), delle tutele
normative (fruizione dei permessi a ore come nel caso della 104/1992) e, dopo sei mesi di
rinvii, non aver ancora riconosciuto il diritto dei lavoratori ad ottenere il rimborso dei
costi delle utenze ed il diritto alla fruizione del buono pasto quando si rende la
prestazione lavorativa in Smart Working, non consentono a questa Organizzazione di
convergere su di esso.
Con questo accordo, sulle questioni economiche in particolare, l’Agenzia ci
propone un ulteriore rinvio e ci chiede una “delega in bianco” senza fornire alcun
elemento che giustifichi tale fiducia.
Viene confermato l’orientamento dell’Agenzia di scaricare costi sui dipendenti
(anche per l’utilizzo degli strumenti e delle dotazioni informatiche personali) e
conseguire risparmi mantenendo e talora aumentando la produttività ed efficienza della
propria organizzazione.
Viene disattesa, inoltre, la possibilità che gli istituti di conciliazione rispondano ad
una più generale finalità di offrire una soluzione al divario stipendiale di genere e, non da
ultimo, che l’adozione di questi strumenti non abbiano come conseguenza, nel medio
periodo, un piano di dismissione degli spazi e di arretramento nel territorio.
Il continuo rinvio ad una ulteriore e futura sessione negoziale, per affrontare
questioni aperte e di fondamentale interesse per i lavoratori, non può e non deve
diventare la regola negoziale applicata in Agenzia delle Entrate, rappresentando un
vantaggio esclusivo a favore della parte datoriale.
18 settembre 2020
Delegazione trattante
FP CGIL Agenzia delle Entrate
Daniele Gamberini