SMART-WORKING:
SERVONO CHIAREZZA E CORAGGIO
Finalmente, a pochissimi giorni dalla scadenza normativa del 15 settembre, data in cui lo smart-working cessa di essere la modalità ordinaria di lavoro nella Pubblica Amministrazione, abbiamo avuto l’atteso incontro.
Preliminarmente abbiamo sottolineato il ritardo con cui l’amministrazione affronta un tema così importante e sentito dal personale dell’Istituto.
Che dire? La bozza di messaggio Hermes inviataci ieri sera dall’Amministrazione – un po’ di tempo prima non avrebbe guastato … – ci è apparsa troppo al di sotto delle aspettative, per cui abbiamo chiesto di inserire una serie di modifiche sostanziali, che mirano a incentivare sul serio l’uso dello smart-working, dimostratosi strumento efficace anche al fine di garantire i servizi alla cittadinanza.
Anzitutto, considerando i tempi così ristretti di applicazione del messaggio, abbiamo chiesto che sia data la possibilità di non considerare il 15 settembre come termine perentorio, ma come termine flessibile, così da dare la possibilità ai dirigenti di approntare tutte le misure organizzative e logistiche a tutela della salute dei dipendenti e dell’utenza.
In primo luogo, abbiamo chiesto che nel messaggio sia espressamente chiarito che dal computo del 50% del personale che sarà posto in lavoro agile su richiesta, vadano scomputati i lavoratori fragili, anche per le condizioni sanitarie in cui si trovano, che giornalmente stiano in smart working.
In secondo luogo, dalla bozza presentataci non appare chiara la possibilità per tutto il personale di presentare domanda di accesso al lavoro agile, per cui va precisato che tutti i lavoratori – ivi compresi dirigenti, professionisti e medici – possono accedere allo smart-working per il 50% dei giorni lavorativi, così che giornalmente davvero la metà del personale sia posta in modalità agile e tutti possano accedere a rotazione a tale modalità di esecuzione della prestazione lavorativa. Altrimenti, il rischio è che non si arrivi nemmeno al 50%.
Ancora, abbiamo chiesto di superare aspetti eccessivamente rigidi, come la non cumulabilità delle giornate di smart in prosecuzione. Ridefinire questi aspetti è fondamentale, per poter definire realmente agile, questa modalità di lavoro.
Su tutti questi aspetti, l’Amministrazione ha concordato con i nostri rilievi e ha chiarito che provvederà a modificare la bozza di messaggio in tal senso.
Altra questione che è già sulle cronache di questi giorni, riguarda i genitori di figli in età scolare: troppo spesso le scuole stanno imponendo, sperimentalmente, turni, orari di entrata ed uscita davvero difficilmente compatibili con lo svolgimento regolare del lavoro in presenza per i genitori ed inoltre cosa accade se una scuola o una classe dovesse essere chiusa per contagio? Ai genitori dipendenti dell’Istituto deve essere garantito, in questo caso, l’immediato riconoscimento del lavoro agile, ed in ogni caso per tutti gli altri una reale tutela, almeno fino alla durata dello Stato di Emergenza, per poter conciliare le esigenze di vita familiare con quelle lavorative.
Accanto al lavoro agile, reputiamo comunque necessario inserire ampie forme di flessibilità orarie in ingresso e in uscita, utili a evitare assembramenti nel percorso casa-lavoro, e per conciliare con la flessibilità degli orari delle scuole in considerazione che non tutti i nuclei familiari sono composti da 2 genitori.
Questione su cui siamo totalmente in disaccordo rispetto all’Amministrazione, riguarda il mancato riconoscimento del buono pasto al personale in smart-working, d’ora in poi. Questo, non solo rischia di essere un disincentivo all’utilizzo dello strumento e un passo indietro inaspettato rispetto a quanto accaduto sinora, ma non è vietato da alcuna norma. Anzi, se altre Amministrazioni hanno riconosciuto il buono pasto al personale in smart-working, non vediamo ragioni valide per cui anche l’INPS non possa farlo.
Resta ancora sullo sfondo un’altra questione molto importante, quella del diritto alla disconnessione. Nella bozza di messaggio si rinvia all’elaborazione del Piano Operativo del Lavoro Agile, ma nel frattempo?
Superata la fase emergenziale, che ha visto le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto impegnati a tutti gli orari e in tutti i giorni, compresi i festivi, noi riteniamo che quell’eccezione non possa affatto divenire, ora, la regola, per cui anche su questo è importante far chiarezza.
Chiediamo più coraggio all’amministrazione per non sprecare un’occasione importante e non deludere il proprio personale che in questi mesi difficili lavorando in emergenza ha dato prova all’istituto ed al Paese del grande impegno ed abnegazione al lavoro che lo caratterizza.
Last but not least, abbiamo chiesto lumi anche riguardo alla situazione delle assegnazioni temporanee esistenti, per evitare che si possano creare contraddizioni rispetto ai precedenti messaggi dell’Amministrazione. Sul punto, ci è stato detto che ci sarà a breve una successiva convocazione per trattare specificamente l’argomento ma che, nel frattempo, non si ritiene di tornare indietro rispetto alle indicazioni precedentemente date.
FP CGIL
Matteo Ariano
Antonella Trevisani
CISL FP
Paolo Scilinguo
FIALP
Francesco Viola
CONFSAL-UNSA
Piergiuseppe Ciaraldi
Sergio Peppetti