“Il grave episodio avvenuto nei mesi scorsi con il furto dei gagliardetti fascisti utilizzati nella marcia su Roma ha stuzzicato la fantasia di un giornalista del quotidiano “Libero”, che si è lanciato in ardite supposizioni sulla natura di questo gesto. Tra le ipotesi che il nostro ha lasciato intravvedere per prima vi sarebbe quella legata ad alcuni episodi di danneggiamenti di statue verificatesi a margine delle manifestazioni che nell’ultimo periodo hanno accompagnato la protesta dei movimenti antirazzisti internazionali. Tra i collegamenti che il giornale propone con questa vicenda vi sarebbe la presenza di ‘una forte componente cigiellina’, interna all’Archivio, che garantirebbe ‘più slancio’ all’Anpi piuttosto che agli ‘esperti di storiografia del regime’. Insomma un vero e proprio complotto politico, che partirebbe da uno scenario internazionale per finire a quello interno. Naturalmente a supporto di questa tesi il fantasioso giornalista non porta nulla di nulla, ma questo non pare preoccuparlo, basta lanciare sospetti e insinuazioni su lavoratori sulla base della loro appartenenza sindacale”. È quanto si legge in una nota della Fp Cgil.
Il furto, prosegue la nota, “è un grave danno per la memoria storica del nostro paese e siamo certi che gli inquirenti sapranno colpire ed individuare i colpevoli. E, per quanto riguarda tutti coloro che hanno a cuore la libertà e la democrazia, ed il modo con cui è stata riconquistata nel nostro Paese, siamo certi che il loro interesse è la conservazione e la tutela di tutto quello che ricorda un periodo buio e rovinoso della nostra storia, ad eterna memoria ed insegnamento per le generazioni future. Colpisce molto il tentativo di denigrazione di lavoratori pubblici motivato dalla loro appartenenza sindacale e la dice lunga sui sentimenti democratici dell’estensore di questo articolo e del quotidiano che lo ospita. Noi siamo fieri e orgogliosi di rappresentare lavoratori che hanno solo a cuore l’interesse pubblico, che operano con coscienza, serietà e professionalità per preservare la memoria storica e a questi lavoratori, ed ai lavoratori dell’Archivio Centrale, i primi ad essere colpiti da un gesto che non esitiamo a definire criminale, esprimiamo tutta la nostra solidarietà”.
“Resta in ogni caso, rispetto a questa vicenda, la forte preoccupazione per lo stato di grave crisi rispetto alle misure di sicurezza che devono essere adottate per la tutela e la conservazione del patrimonio storico documentale del nostro Paese. E questo è solo figlio di scelte sbagliate che hanno depauperato di risorse umane e strumentali, in nome della valorizzazione, un settore fondamentale per le politiche culturali, come quello archivistico. Questo dovrebbe essere il vero punto di dibattito pubblico, ma questo certo non lo possiamo pretendere da un improvvisato detective e da un quotidiano come ‘Libero’”, conclude la Fp Cgil.