LA DIREZIONE GIUSTA
Le assemblee nazionali del 6, 7, 8 e 9 luglio scorso e il ritrovato dialogo con l’Amministrazione dopo il tavolo di monitoraggio, portano finalmente i primi frutti concreti.
Dopo il messaggio 2810 sui servizi informativi di primo livello, che ha fatto timidi passi in avanti verso la direzione tracciata dall’accordo del 3 giugno scorso e, in particolare dalla lettera i), con cui l’Amministrazione si obbliga a individuare “soluzioni organizzative in grado di erogare da remoto i propri servizi e svolgere le attività attraverso canali telefonici e piattaforme di condivisione”, un altro passo è stato fatto con l’avvio, a partire da oggi, della sperimentazione dei servizi di primo livello, in via esclusivamente telematica, su Napoli e Rovigo.
Ulteriore importante novità – annunciata con la Circolare 87 del 17 luglio – è il progressivo abbandono del PIN, in favore del sistema SPID. Come avevamo denunciato più volte al tavolo nazionale, le richieste relative al PIN erano tra quelle più frequentemente effettuate dai cittadini agli sportelli dell’Istituto. Per questo, aver deciso che a partire dal prossimo 1° ottobre l’INPS non rilascerà più il PIN ed avvierà una campagna di informazione alla cittadinanza in tal senso, per comunicarne la graduale sostituzione con lo SPID, significa ridurre di molto – diverse centinaia di migliaia di persone – l’afflusso agli sportelli delle Sedi, ma anche finalmente andare verso quell’innovazione tecnologica nel rapporto con i cittadini che avevamo chiesto a gran voce e su cui l’Istituto si era impegnato con l’accordo del 3 giugno.
Finalmente parte anche quella che abbiamo definito “operazione verità”, ossia una campagna informativa verso l’esterno che metta in risalto – attraverso la propria dirigenza – tutto il lavoro svolto dalle colleghe e dai colleghi durante questi mesi di lockdown.
Ci si sta incamminando verso la direzione giusta, quindi, a dimostrazione che avevamo ragione noi a denunciare la violazione dell’accordo e che avevamo ragione noi nel ritenere che l’INPS si trovasse dinanzi a una svolta epocale e che, se non l’avesse colta, avrebbe finito con il penalizzare il proprio ruolo nel panorama della Pubblica Amministrazione.
Quel che ora chiediamo, prima della pausa estiva, è la riconvocazione di un nuovo tavolo, per fare il punto sulla situazione delle Sedi, per avere dei primi dati sull’andamento della sperimentazione in corso – al fine di valutare un ampliamento del numero di Sedi coinvolte, come già da noi richiesto – ma anche per aprire una discussione sul lavoro agile.
E’ noto, infatti, che nei giorni scorsi il cd. “D.L. Rilancio” è stato definitivamente convertito in Legge e che l’art. 263, in particolare, prevede l’estensione del cosiddetto “Lavoro Agile” sino al 31 dicembre prossimo, prevedendo al tempo stesso che tale modalità lavorativa sarà considerata ordinaria nella PA solo fino al 15 settembre.
Cosa succederà, quindi, a partire dal 16 settembre? Si tornerà a lavorare tutti come prima? Anche in questo caso, noi crediamo che l’epidemia abbia offerto all’Amministrazione l’occasione di poter ammodernare in modo strutturale il rapporto di lavoro dei propri dipendenti.
Per questo, riteniamo che la convocazione rapida di un tavolo che discuta e concordi anzitutto sull’individuazione delle attività lavorabili in modalità agile sia un momento propedeutico essenziale al successivo accordo complessivo sulle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa in modalità agile.
Aspettiamo, quindi, una convocazione su questi temi.
Roma, 20 luglio 2020
FP CGIL Matteo Ariano Antonella Trevisani |
CISL FP Paolo Scilinguo |
CONFINTESA/FP Francesco Viola |
CONFSAL-UNSA Piergiuseppe Ciaraldi Sergio Peppetti |