La ripartenza della contrattazione: siglati l’accordo sulla ripartizione del Fondo 2020, l’accordo POC 2020 e l’accordo che riconosce l’indennità ai direttori di Archivi e Biblioteche
Dopo un lungo ed estenuante confronto di una giornata ieri abbiamo siglato tre importanti accordi
per i lavoratori. Andiamo per punti:
Fondo 2020:
l’accordo al momento si limita alla sua ripartizione tra le voci che lo compongono, ma in sostanza
riflette le proposte che dopo un faticoso percorso unitario abbiamo portato sul tavolo. Gli elementi
significativi sono le risorse destinate a due progetti nazionali: il primo è il progetto nazionale produttività
ed efficienza, opportunamente rimodulato nelle sue finalità (le aperture prolungate), in ragione
della crisi COVID e del periodo di chiusura al pubblico dei luoghi della cultura. Progetto finanziato
con 19 milioni di euro.
Il secondo deriva dal finanziamento aggiuntivo di 10 milioni di euro previsto dalla legge di stabilità
per il 2019, ed integra le risorse del fondo non impegnate e le economie derivanti dall’esercizio
2019. In tutto 21 milioni di euro, che saranno interamente destinati alla contrattazione decentrata.
Per progetti legati alla fase di ripartenza, rispetto ai carichi di lavoro arretrati maturati in lockdown,
alle necessità di rimodulazione dell’offerta culturale, alla semplificazione dell’accesso alle banche
dati sia nei flussi interni che relativamente agli accessi dei cittadini, ai riflessi e all’impatto del lavoro a distanza sui meccanismi di produttività e via dicendo.
Accanto a questo l’accordo prevede l’accantonamento di 2 milioni di euro da destinare alle maggiorazioni delle tariffe per turnazioni per coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare in presenza nel periodo di emergenza. Una indennità che riconosce il maggior disagio rispetto ai carichi derivanti dalla riduzione del personale in presenza e che consente di ovviare all’effetto perverso che la crisi stava determinando sulle tasche dei lavoratori che hanno continuato a garantire i servizi indifferibili, per effetto della non retribuibilità dell’indennità di turnazione se non a prestazione effettivamente resa.
Inoltre è previsto un accantonamento di 676mila euro da destinare ad interventi straordinari a supporto di uffici che per effetto della riorganizzazione hanno subito incrementi significativi dei loro carichi di lavoro e ad affrontare tutte le necessità contrattuali che derivano dagli effetti della nuova riorganizzazione, la cui fase attuativa adesso entra nel vivo.
L’importo che riguarda il progetto supporto concorso AFAV è riferito al pagamento del progetto, a
cui noi non abbiamo aderito, svoltesi in occasione delle prove preselettive del concorso. Al riguardo
abbiamo precisato che per noi resta inderogabile il fatto che attività legate allo svolgimento delle
prove concorsuali devono essere finanziate esclusivamente con risorse extra fondo. E pertanto
questo stanziamento, sul fondo, pari a 19mila euro, resta un episodio occasionale e non ripetibile.
Nel fondo si vede pure un accantonamento di circa 2milioni e mezzo di euro relativo agli importi
derivanti dalle prestazioni in conto terzi. Al riguardo è opportuno precisare che il quantum identificato è una cifra teorica in quanto basata sul consuntivo 2018, che l’inserimento nel fondo consente la progressiva riduzione dei tempi di pagamento, che i soggetti retribuibili restano esclusivamente i lavoratori che hanno effettuato queste prestazioni. Su questo è stato siglato uno specifico accordo.
La sigla dell’ipotesi di ripartizione economica del fondo non esaurisce i compiti: adesso si tratta con
ulteriori specifici accordi definire i contenuti dei progetti ed i criteri di retribuzione connessi, specificando, per quel che riguarda le risorse destinate alla contrattazione decentrata, solo le linee generali di attività e i parametri retributivi e identificando nel dettaglio gli incrementi delle tariffe per le turnazioni e per disagio Covid.
Non possiamo che ritenerci soddisfatti, questo accordo serve alla gestione della fase di emergenza
e pone le basi per il futuro, definendo criteri utili e funzionali agli inevitabili cambiamenti organizzativi che il post crisi comporterà.
Accordo POC 2020.
Una gestazione non facile ha accompagnato l’iter negoziale su questa delicata materia: l’accordo
si pone l’obiettivo di regolamentare a regime i criteri di attribuzione delle POC e lo sforzo maggiore
è stato quello di cercare di individuare criteri che definissero in modo più rigoroso possibile le modalità di conferimento degli incarichi e l’elenco degli stessi con l’attribuzione di relativi punteggi è previsto, a nostro avviso, in modo congruo. Gli altri due aspetti importanti riguardano l’attribuzione di quote budget ai centri di responsabilità, mantenendo a monte la ripartizione tra le quote destinate alle strutture centrali e quelle invece dirette alla periferia, e l’individuazione di due diversi parametri economici di retribuzione che possono essere definiti sulla base di una scala di rilevanza che si desume dalle schede allegate all’accordo. Ma la cui valutazione è trasferita al Dirigente responsabile, sulla base del budget attribuito. L’accordo è accompagnato da fasi di verifica a livello nazionale e dalla tutela delle relazioni sindacali a livello locale, sia in riferimento alle prerogative di informazione preventiva che di confronto. Il budget accantonato ha comunque registrato un aumento di 670mila euro rispetto all’anno precedente, qualcuno si è lamentato che è troppo poco e noi veramente questo non lo comprendiamo.
Accordo indennità ai Direttori di Archivi e Biblioteche non dirigenziali
Anche su questo punto delicato e su cui erano giustamente puntate le attenzioni dei funzionari direttori non è stato un percorso facile. Intanto per l’esistenza del tetto retributivo delle posizioni organizzative, che impedisce l’aumento dell’importo oltre i 2500 euro annui. La proposta avanzata da noi si è rivelata vincente ai fini dello sblocco, ovvero prevedere una indennità specifica che copre
le responsabilità derivante dall’esercizio delle funzioni datoriali in materia di tutela e sicurezza sui
luoghi di lavoro dove si esercita la direzione amministrativa. Ovvero il riconoscimento dovuto rispetto ad una responsabilità aggiuntiva, che solo questi funzionari esercitano, la cui gravosità è
emersa drammaticamente in occasione della tragedia di Arezzo, che vide la purtroppo perire due
lavoratori. Non è stato facile per la riottosità dell’amministrazione a mettere in evidenza, nella ipotesi di accordo, esattamente la finalità per cui l’accordo era stato fatto, ovvero la funzione datoriale, per tema di possibile contenzioso che equiparasse in tutto e per tutto questa funzione a quella dirigenziale.
Una preoccupazione che noi abbiamo trovato francamente ridicola. Alla fine è spuntata la mediazione ed è stata inserita la funzione di responsabilità connessa alla materia di sicurezza
sul lavoro. L’accordo corrisponde a questi lavoratori una cifra di 4mila euro annui che si assommano alla posizione organizzativa. Con nostra soddisfazione per aver contribuito, riteniamo in modo determinante, alla risoluzione di una problematica annosa e penalizzante per lavoratori a cui veniva chiesta l’assunzione di pesanti responsabilità gestionali in cambio di quasi nulla.
Capodimonte: a chi giova attaccare i lavoratori?
Infine tutta la nostra solidarietà ai lavoratori del Museo di Capodimonte, che un atto irresponsabile
del dirigente ha messo sulla graticola mediatica per aver preteso il rispetto di tutte le misure di sicurezza concordate per l’accesso al Real Bosco, e poi rifiutate dalla stesso dirigente che ha chiuso
il parco al pubblico dando la colpa ai cittadini napoletani indisciplinati ed ai lavoratori. Noi riteniamo che un bene pubblico, prezioso come questo sito, debba essere liberamente fruito dai cittadini nella consapevolezza del suo valore culturale. E su questo responsabilmente stiamo lavorando, chiamando tutti all’esercizio delle proprie responsabilità, da quelle in materia di ordine pubblico in capo a Prefetto e forze dell’ordine a quelle relative alla tutela del bene culturale, che il ministero deve esercitare ed a cui sembra invece rinunciare. Oggi ci sarà un nuovo incontro in Prefettura, ci auguriamo di cuore che si trovi una soluzione nel pieno rispetto delle prerogative dei lavoratori e che l’irresponsabilità di un dirigente, a nostro avviso inadeguato e non rispettoso degli obblighi contrattuali, venga adeguatamente valutata dal Ministero.
Siamo in attesa di ricevere le ipotesi di accordo per poter inviare la nostra formale adesione, non
appena in possesso sarà nostra cura trasmettervele.
Claudio Meloni
Fp Cgil Nazionale