IL DL “RILANCIO” E LA VERTENZA TIROCINANTI
Poco o nulla rispetto alla vertenza Tirocinanti troviamo nel DL in via di emanazione. Non basta inserire il punteggio aggiuntivo in procedure concorsuali che sembrano esplicitamente orientate verso altra e diversa platea. Ci saremmo invece augurati un atto di coraggio da parte del Ministro ed un profondo ripensamento delle procedure sin qui seguite per riconoscere a questi lavoratori il sacrosanto diritto ad avere un posto di lavoro dopo avere passato anni a lavorare negli Uffici Giudiziari sotto le mentite spoglie dei tirocini.
L’esperienza del bando ancora in corso presso i Centri per l’Impiego, oltre alla dimensione numerica insufficiente, sta registrando tutte le difficoltà prevedibili e previste rispetto alla giungla delle regolamentazioni interne alle varie Regioni. Un processo che certamente va concluso ma che, a nostro avviso, non deve essere replicato nelle future tornate assunzionali a partire dal bando previsto per l’assunzione di 1092 tra ausiliari e operatori a tempo determinato.
Ci saremmo pertanto aspettati un intervento normativo che facesse chiarezza sui requisiti valutabili nelle future selezioni e soprattutto determinasse la piena titolarità del Ministero rispetto alla gestione di tutte le fasi della selezione dove il requisito professionalizzante maturato in anni di tirocini sia il vero presupposto da valorizzare ai fini dell’assunzione. Noi riteniamo che la finalità esplicitata, che ha giustificato l’autorizzazione all’assunzione del personale a tempo determinato, possa indirizzare la futura selezione verso questi criteri e che su questo è necessario fare chiarezza da subito, così come da subito occorre prevedere l’avvio di questa fase di selezione.
Su questo chiediamo al Ministro ed al Governo un atto di coraggio, in particolare in un momento di crisi economica come l’attuale: basta solo ricordare che questi lavoratori non hanno potuto fruire di ammortizzatori sociali perché formalmente il loro apporto non figura come prestazione lavorativa. Il loro credito è ancora di più aumentato con la crisi Covid e con esso la frustrazione e lo scoramento derivante da anni e anni di precarietà. La Giustizia ha bisogno di questi lavoratori, così come ha bisogno di valorizzare il personale interno, fermo al palo anch’esso rispetto alle legittime aspettative di crescita professionale.
Se davvero si vuole cambiare e modernizzare la macchina della Giustizia non bastano i proclami e gli impegni: occorrono investimenti che sappiano valorizzare tutte le esperienze, a partire dal riconoscimento del diritto al lavoro, dalla riqualificazione del personale interno e da un piano straordinario di occupazione nel quale la soluzione di questa annosa vertenza sia uno dei punti centrali insieme al necessario ricambio generazionale che offra opportunità alle nuove generazioni.
SIG. MINISTRO BONAFEDE, ANCHE SU QUESTO NON DIMENTICHI I SUOI IMPEGNI!
Felicia Russo Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale FPCGIL Giustizia FP CGIL NAZIONALE