L’adesione al Protocollo sicurezza rappresenta una condizione estremamente importante per la
gestione della cosiddetta fase 2. Non è stato un passaggio semplice e lo stesso atto presenta alcuni
limiti in particolare per quel che riguarda i settori della tutela per i quali occorre un approfondi –
mento specifico, anche alla luce delle linee guida licenziate dall’ICR e singolarmente in prima battuta
dimenticate nelle premesse del documento. Approfondimento che abbiamo già unitariamente
richiesto.
A questo si deve aggiungere, in questo caso come effetto positivo del confronto, il carattere di gradualità
delle riaperture che in qualche modo fa giustizia di alcune pretese velleitarie, provenienti da
alcuni territori.
Il confronto si è dipanato su due giorni e dobbiamo dire che l’inizio non era stato dei più promettenti.
In particolare mancavano elementi essenziali quali appunto gli elenchi che contenevano la programmazione
delle aperture e alcune garanzie in ordine alla fornitura dei dpi necessari. Per fortuna,
dopo un intervento assai opportuno del Segretario Generale, il confronto si è incanalato su
adeguati binari e questo ci ha consentito di arrivare ad una soluzione soddisfacente.
Premesso questo va sempre sottolineato che questa intesa è uno strumento che si accompagna a
quello più generale sottoscritto unitariamente con la Ministra Dadone il 3 aprile scorso, e va ricordato
che solo la sottoscrizione di quel Protocollo ha consentito l’attivazione dei confronti specifici
all’interno delle Amministrazioni centrali ed ai vari livelli di contrattazione, producendo un atto che
consente il riavvio delle attività in un settore delicato come quello dei Beni Culturali, con la finalità
di garantire la maggiore tranquillità possibile a chi poi dovrà gestire direttamente la ripartenza.
L’ulteriore specificazione riguarda gli elenchi consegnati che riguardano la programmazione delle
riaperture: sono indicazioni che provengono dai Dirigenti interessati che vanno puntualmente verificate
in sede di contrattazione locale, e non hanno certamente carattere prescrittivo. Laddove le misure
previste non risultino adottate si deve chiedere immediatamente lo slittamento delle date annunciate
e in caso di resistenze vanno attivate tutte le procedure previste di denuncia e segnalazione
immediata delle inadempienze. In questo contesto il Protocollo dota di tutti gli strumenti previsti
dalla normativa contrattuale ed in materia di sicurezza i livelli di contrattazione decentrata e
prevede fasi di monitoraggio e verifica da parte del tavolo nazionale.
Per quanto riguarda i DPI ci è stato garantito che venerdì saranno consegnati dalla Protezione Civile
ai Segretariati Regionali nelle misure indicate nell’elenco. Anche questo va verificato tempestivamente.
Sono ancora numerose le questioni sul tappeto, che riguardano la capacità di governo di questa
fase complessa dei tavoli contrattuali, dalla gestione delle forme di lavoro a distanza e dei diritti
contrattuali e sociali connessi, ai tentativi da qualche parte già in atto di stravolgere gli orari con atti
unilaterali fino alla definizione delle problematiche relative al salario accessorio dei lavoratori.
Accanto a queste restano sul tappeto i nodi complicati derivanti dall’attuazione dell’ultima riorganizzazione:
nuova rimodulazione degli organici, attuazione ed incremento del piano assunzioni, mobilità,
passaggi orizzontali e passaggi tra le aree.
Sono tutti temi fondamentali che ci vedranno impegnati a partire dai prossimi giorni, come al solito
in prima fila al servizio dei lavoratori.
In allegato vi inviamo il testo definitivo del Protocollo, gli elenchi relativi alla programmazione delle
riaperture di Archivi, Biblioteche e Musei e l’elenco contenente il numero dei Dpi assegnati a ciascuna
Regione, restando a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Claudio Meloni
FP CGIL NAZIONALE