Primo maggio, con il lavoro che non c’è.
Primo Maggio 2020, non lo dimenticheremo per molto tempo. Tante le lavoratrici e i lavoratori a casa perché in cassa integrazione, o perché le attività sono chiuse o magari, si pensa i più fortunati, in smart working.
La drammatica situazione economica causata dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 sta facendo sì che le persone vivano una altrettanto drammatica crisi occupazionale, con molti, uomini e donne (più donne che uomini), a rischio di perdere il proprio impiego e molte altre che dovranno venire a capo di un’inedita situazione con il lavoro da svolgere e l’assenza del sostegno della scuola nella cura dei bambini. Un problema, quest’ultimo, che rischia di far arretrare la condizione di molte donne, che spesso sono le prime a essere chiamate in causa nella gestione dei figli.
Pensiamo che questa crisi possa essere l’occasione per arrivare a superare anche nel nostro paese, preparando luoghi e spazi che consentano di uscire dal refrain che si ripete all’infinito, come in un’eco senza fine, che vede le donne le uniche a doversi fare carico della cura della casa e dei familiari.
In questo periodo c’è un uso esagerato di riferimenti al Rinascimento. E allora quanto sta avvenendo potrebbe essere colto come una buona occasione per riportare un po’ di Rinascimento anche nel vissuto delle donne, lavorando per costruire un nuovo modello di famiglia, che vada oltre il concetto a parole ampliamente superato, che vede nella donna l’unica figura che deve occuparsi della gestione familiare.
Chi, uomo o donna che sia, in qualche modo riuscirà a conciliare lo smart working, peraltro svolto obbligatoriamente da casa, con la presenza dei familiari da accudire e gli ambienti maggiormente vissuti da gestire, dovrà affrontare i prossimi mesi con un impegno non certo “smart”. Un impegno che non mette al centro la persona e diventa di fatto sovraccarico, stress, piuttosto che una forma di conciliazione vita-lavoro di qualità e benessere, quale il “lavoro agile” dovrebbe essere ed è in tempi “normali”.
In questo periodo sono cambiati gli spazi e i tempi del lavoro, ma per certi aspetti i nodi da sciogliere sono rimasti gli stessi. E il primo di questi nodi è il ruolo della donna nella società, che non può più essere quello dell’ “angelo del focolare” e deve avere pari dignità e opportunità, anche in casa.