Il Confine:
La strada da percorrere per conciliare le rivendicazioni dei lavoratori civili della Difesa con il dramma del Paese
Nel dramma quotidiano che stanno affrontando le nostre vite ci stiamo chiedendo se, anche in questo particolare momento storico, l’iniziativa sindacale debba comunque proseguire nella sua attività di tutela del lavoro, pur nella consapevolezza che in ragione delle conseguenze provocate dalla pandemia, molte persone stanno attraversando momenti di grande disagio.
Siamo convinti che l’impegno sindacale ha il dovere morale di essere sempre in sintonia con i lavoratori, con i loro bisogni, istanze, aspettative, diritti, la tutela della salute e sicurezza, ma anche l’obbligo di considerare e rispettare la condizione del paese e della cittadinanza nel suo complesso, con il suo sentire e vivere quotidiano, tra gioie e dolori, drammi e speranze, specie ora, nel pieno di un emergenza sanitaria che sta condizionando fortemente le nostre vite. Ed è proprio per fare questo che abbiamo messo in campo un impegno straordinario volto a superare le resistenze incontrate – alcune tuttora presenti – nelle diverse e complesse articolazioni del Ministero Difesa, incomprensibilmente restie a favorire quella capillare diffusione del lavoro agile in tutti i posti di lavoro che è stata imposta dalle norme di legge, misura intesa sin da subito come lo strumento più efficace atto a contenere e contrastare la possibile diffusione incontrollata del contagio.
Lo abbiamo fatto con tutto l’impegno possibile, cercando – riuscendoci in gran parte dei casi affrontati – di tutelare al meglio anzitutto la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche quella delle loro comunità, consapevoli di svolgere un ruolo fondamentale nell’interesse generale del paese, sentendoci parte attiva di una società che mette avanti a tutto il rispetto della salute della collettività.
Pur nella drammaticità del momento, ma nella convinzione di non dover mai venir meno al nostro mandato di rappresentanza, non abbiamo mai inteso far mancare il nostro impegno a sostegno delle rivendicazioni che hanno fin qui caratterizzato le iniziative delle Confederazioni generali nei confronti del Governo, delle Categorie di FP CGIL CISL FP UIL PA per il lavoro pubblico e, ancora, dei coordinamenti nazionali nella Difesa, con la richiesta di un piano straordinario di assunzioni, l’introduzione dell’indennità di funzione – che sembrava essere ormai quasi raggiunta -, le progressioni tra le aree, l’implementazione – poi ottenuta – dei 21 milioni annui anche per il 2021, tutte iniziative che al più presto riprenderemo con rinnovato vigore, nel pieno rispetto dei diritti contrattuali di tutti i lavoratori, sia quelli che stanno lavorando in modalità smart working, sia quelli costretti a recarsi a lavoro.
Anche la “rivoluzione gentile” introdotta con l’affermazione estesa del “Lavoro agile” che noi, peraltro, avevamo fin da subito chiesto di estendere a tutto il territorio nazionale, ha evidenziato taluni aspetti di criticità contrattuale che dovranno essere ancora chiariti in costanza del riconoscimento “ex legge” della “modalità ordinaria” della prestazione lavorativa, come, ad esempio, il riconoscimento dei buoni pasto – che abbiamo inteso trattare nella nota di ieri -, le reperibilità, e tutte le altre forme di indennità accessorie spettanti alle lavoratrici e ai lavoratori, le ferie.
Anche su quest’ultimo argomento, nella consapevolezza che il diritto inalienabile a disporre del proprio periodo di ferie – seppure entro una tempistica predeterminata – appartenga di regola al lavoratore, come sancito dalla Costituzione e come riconosciuto dal vigente Contratto collettivo nazionale di lavoro, riteniamo che proprio in ragione della gravità della situazione determinata dall’emergenza sanitaria COVID19, che sappiamo essere ben lungi dall’essere sconfitta in tempi brevi, si possa e, anzi, si debba ragionare sul prolungamento al mese di giugno della possibilità di beneficiare di quelle riferite all’anno 2019, e non ancora fruite per ragioni connesse all’emergenza COVID-19, all’utilizzo di tutti gli altri strumenti contrattuali, ovvero anche per motivi di organizzazione del lavoro – come chiarito dalle norme di legge e dalle direttive fin qui emanate -, sia per le lavoratrici e i lavoratori che stanno operando in regime di lavoro agile, sia per quelli obbligati a lavorare negli enti ed uffici dell’A.D.
In tale ambito, se è vero che ragioni di etica e di rispetto per la sofferenza di una moltitudine di cittadini ci inducono alla cautela nella trattazione di aspetti relativi al rapporto di lavoro, è altrettanto verosimile oltre che logico considerare che mentre l’attività lavorativa comunque prosegue, seppure con diverse modalità, anche l’azione di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori continui ad essere proposta senza soluzione di continuità, ed è per questo che abbiamo invitato l’amministrazione a non assumere decisioni unilaterali, o inutili interpretazioni restrittive e penalizzanti del CCNL, delle norme di legge e delle direttive vigenti in danno dei dipendenti, senza che venga predisposto ed avviato un preventivo confronto con le OO.SS.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Francesco Quinti Massimo Ferri Sandro Colombi
Roberto De Cesaris Franco Volpi