Al Ministro della Difesa
On.le Lorenzo Guerini
Al Sottosegretario delegato
On.le Angelo Tofalo
Al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito
Generale di Corpo d’Armata
Salvatore Farina
Al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Generale
Giovanni Nistri
Roma
E,p.c.
Al Capo di Stato Maggiore della Difesa
Al Direttore Generale della Direzione Generale del Personale Civile
Oggetto: Emergenza sanitaria e misure contenimento contagio – Inadempienze Enti SME e CC
Egregi,
malgrado le numerose sollecitazioni avanzate dalle scriventi OO.SS. sul tema in oggetto, continuano a pervenire segnalazioni dalle nostre strutture territoriali che denunciano gravi inosservanze delle disposizioni di legge e delle direttive emanate per affrontare l’emergenza sanitaria tuttora in corso, che rischiano di pregiudicare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori civili e, quindi, di alimentare la possibile diffusione del contagio per l’intera comunità in territori, tra l’altro, già pesantemente colpiti dall’epidemia. Risulta ancora oggi che, all’indomani dell’emanazione dei Decreti Legge n. 18/2020 e n. 19/2020, del DPCM del 22.03.2020, della Direttiva della Funzione Pubblica 2/2020, della lettera circolare dello Stato Maggiore Difesa del 23.03.2020 e della recentissima Circolare dello SME del 26.03.2020, solo per citare le disposizioni normative e le direttive più recenti, i direttori del Polo di Mantenimento Pesante Nord di Piacenza e del 3° Centro Rifornimenti e Mantenimento di Milano – che hanno già ricevuto le opportune rimostranze da parte delle rispettive segreterie territoriali di Fp Cgil – Cisl Fp e Uil Pa continuano ad impedire al personale civile il ricorso allo smart working come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro e con modalità semplificate, peraltro già adottata dagli altri enti industriali della Difesa, evidenziando insuperabili preclusioni oggettive non meglio specificate.
Medesime gravi inadempienze si continuano a riscontrare presso il Comando Legione Carabinieri Campania e presso la dipendente Officina Legionale Carabinieri – Cavalleggeri d’Aosta – Caserma C.Battisti dove, in aggiunta alle criticità illustrate, si è provveduto a modificare unilateralmente l’orario di lavoro, addirittura ad alcuni prolungandolo, anche qui in violazione del CCNL FC 2016/18, invocando imprecisati ordini superiori, così come risultano inapplicate le norme sul lavoro agile presso la Legione Carabinieri Toscana e la Scuola Marescialli e Brigadieri. Va poi evidenziato come, ad oggi, in nessuno degli Enti richiamati si sia ancora provveduto ad individuare quali attività debbano essere considerate indifferibili, da assicurare con la presenza fisica, e le relative motivazioni. È opportuno ricordare che la prestazione in lavoro agile si prefigge quale obiettivo prioritario quello di ridurre al minimo la presenza dei dipendenti negli enti – soprattutto in quelle regioni che più di altre ancora oggi soffrono di un numero elevatissimo di contagi – e non presuppone necessariamente che la prestazione possa essere effettuata unicamente attraverso il ricorso ad attrezzature informatiche, ma sia comunque attivabile anche attraverso l’accesso ad altre attività istituzionali (di formazione, di ricerca, di elaborazione di testi, di documentazione, di compilazione, di auto aggiornamento). Risulta, inoltre, che i suddetti dirigenti decretano motu proprio, senza nemmeno avvertire l’esigenza di attivare preventivamente il confronto con le RSU e le OO.SS. locali, il ricorso obbligatorio alle ferie pregresse del personale violando, anche in questo caso, la richiamata direttiva n 2 della FP che sottolinea sull’argomento la necessaria applicazione delle norme del CCNL FC. FP CGIL, CISL FP e UIL PA invitano codesta autorità ad intervenire con cortese massima urgenza affinché anche presso i summenzionati Enti sia consentito alle lavoratrici e ai lavoratori civili di fruire della ordinaria modalità di lavoro agile, come definita dalle più recenti norme in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica da covid-19. Infine, fermo restando che il datore di lavoro è direttamente responsabile della salute e dell’incolumità dei propri dipendenti, si avverte che in caso di mancata tempestiva attuazione di quanto richiesto le scriventi organizzazioni sindacali si riterranno libere a tutela dei propri rappresentati di rimettere alla valutazione dei propri uffici legali la problematica registrata. Si resta in attesa di cortese urgente riscontro. Cordiali saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Francesco Quinti Massimo Ferri Sandro Colombi
Roberto De Cesaris Franco Volpi