In questa grande, impegnativa e difficile fase di contenimento dell’epidemia da Covid-19, che vede protagonisti tutti gli operatori sanitari degli Ospedali e del Territorio del SSN pubblico e privato, si distinguono importanti iniziative del Governo come quella che, con l’art 8 del Decreto Legge n 14 del 9 Marzo 2020, istituisce le Unità Speciali di Continuità Assistenziale dedicate all’assistenza domiciliare dei pazienti positivi che non necessitano di ricovero ospedaliero. Tali unità, di concerto con le cure primarie, garantiscono l’assistenza domiciliare continua ed il ruolo strategico di contenimento dell’epidemia attraverso la sorveglianza sanitaria.
In queste ore gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale stanno drammaticamente subendo le conseguenze della carenza delle Dotazioni di Protezione Individuale oltre che di provvedimenti legislativi che pur mirati al contenimento dell’epidemia da Covid-19 non tutelano la sicurezza di tutti gli operatori sanitari protagonisti dell’emergenza.
La situazione è drammatica proprio perché i numeri crescenti del contagio stanno mettendo in crisi la tenuta dei Servizi Ospedalieri e Territoriali in termini di strutture, attrezzature e personale.
In tal senso l’assistenza sanitaria Territoriale con le cure primarie e l’istituzione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, unitamente al Servizio di Emergenza Urgenza Territoriale, rappresenta
l’avamposto principale per svolgere la funzione di filtro necessaria a contenere l’afflusso negli Ospedali, per assistere i pz positivi al Covid-19 e per curare presso il domicilio i pazienti sintomatici.
Tuttavia la fornitura delle Dotazioni di Protezione Individuale nei servizi Territoriali è del tutto inadeguata a garantire la sicurezza dei professionisti e quindi l’attività dei Servizi di Medicina Generale.
Per assicurare l’assistenza sanitaria ai cittadini è tanto più importante tutelare la salute di quei medici che visitano quotidianamente i pazienti presso il loro domicilio sprovvisti di filtri organizzativi, strutturali, e strumentali, saranno esposti ad un elevato numero di soggetti potenzialmente infetti e contagiosi. Se non adeguatamente protetti, tutti finiranno per contagiarsi, mettendo a rischio la salute propria e dei familiari conviventi e diventando involontariamente volani dell’infezione per gli assistiti anziani e immunodepressi.
E’ necessario, inoltre, costruire una fitta rete di servizi che, partendo dal territorio, consenta una presa in carico continua ed adeguata della cittadinanza; l’attività dei Medici di Medicina Generale deve essere potenziata nell’integrazione con i presidi per le visite e la diagnostica specialistica anche attraverso consulenze telefoniche specialistiche di I° livello.
Non possiamo fare a meno di sottolineare, infine, che molti dei professionisti di questi servizi da anni garantiscono la tutela della salute dei cittadini con contratti precari che minano la continuità dell’assistenza.
Pertanto alla luce delle criticità evidenziate e per la tutela dei professionisti chiediamo:
* che venga adeguata la distribuzione dei DPI per tutti i professionisti della Medicina Generale,
* che siano introdotte adeguate coperture assicurative per i medici delle istituende Unità Speciali di Continuità assistenziale
* che venga potenziata l’integrazione con la specialistica ambulatoriale e la diagnostica di I livello
* che vengano infine previsti processi di stabilizzazione di tutti i Medici precari delle Cure Primarie, della Continuità Assistenziale e dell’Emergenza Territoriale.
Biagio Papotto – Segretario Nazionale Cisl Medici
Mauro Mazzoni – Segretario Nazionale Simet
Antonio Magi – Segretario Nazionale Sumai Assoprof
Andrea Filippi – Segretario Nazionale Fp Cgil Medici