Dap – DGMC: prevenzione del contagio da coronavirus per il personale – ricorso allo Smart-working

12 Marzo 2020

Dott. Francesco Basentini

Capo Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Dott.ssa Gemma Tuccillo

Capo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità

Dott. Massimo Parisi

Direttore Generale del personale e delle risorse

Dott. Vincenzo Starita

Direttore Generale del personale,

delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile

p.c. Dott. Fulvio Baldi

Capo di Gabinetto

Oggetto: prevenzione del contagio da coronavirus per il personale F.C. del Dap e del DGMC – ricorso allo Smart-working
Le indicazioni fornite da codeste Amministrazioni sulla prevenzione del contagio da coronavirus stentano ad essere applicate su tutto il territorio nazionale. Ciò vale in particolare per le indicazioni relative al lavoro agile.
Considerato che la salute del personale deve essere la priorità soprattutto in questo difficile momento, preso atto di quanto disposto dal D.P.C.M. 11 marzo 2020, si chiede di emanare, in attesa di un confronto con le OO.SS. e tenendo conto del particolare momento emergenziale, una direttiva che favorisca al personale delle Funzioni centrali l’accesso allo smart working indicando, contestualmente, quali sono le attività non delocalizzabili che devono essere svolte necessariamente in ufficio. Nella sostanza occorre dare attuazione alla direttiva interdipartimentale del 4 marzo scorso. L’obiettivo è quello di limitare, per quanto è possibile, la presenza fisica dei lavoratori negli Uffici e negli Istituti Penitenziari, anche minorili, attraverso il ricorso allo strumento dello smart working improntato alla massima elasticità. Il ricorso al lavoro agile è stato ribadito con forza dal DPCM 11 marzo 2020 il quale all’art.1 n.6 afferma in maniera incontrovertibile che “le pubbliche amministrazioni assicurano lo svolgimento in via ordinaria delle prestazioni lavorative in forma agile del proprio personale”.
In sintesi la direttiva interdipartimentale sopra menzionata non prevede un numero fisso di giorni in cui il lavoratore può espletare la propria prestazione fuori dalla sede di lavoro così come non prevede una percentuale massima di unità di personale che potranno accedere alla modalità di lavoro agile. Stante l’emergenza tutto è incentrato alla massima flessibilità ed elasticità. Va detto ancora che non è astrattamente necessario che la prestazione lavorativa sia svolta con l’ausilio di dispositivi informatici. Non è retorico riportare anche il contenuto della Direttiva n. 1/2020 del Ministro della Pubblica Amministrazione laddove, al punto 3, si afferma che: “Le amministrazioni sono invitate, altresì, a potenziare il ricorso al lavoro agile, individuando modalità semplificate e temporanee di accesso alla misura con riferimento al personale complessivamente inteso, senza distinzione di categoria di inquadramento e di tipologia di rapporto di lavoro”.
Le scriventi organizzazioni sindacali inoltre chiedo l’adozione di ulteriori provvedimenti finalizzati a limitare, per ragioni di salute pubblica, la presenza negli uffici al personale strettamente necessario per svolgere le attività urgenti e non delocalizzabili.
CGIL CISL e UIL confidano in un positivo riscontro e porgono distinti saluti.

FP CGIL                                    CISL FP                               UIL PA

Lamonica/Prestini                           Marra                                   Amoroso

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