CORONA VIRUS:
SI PUO’ FARE DI PIU’ A DIFESA DEI LAVORATORI
Nel pomeriggio del 24 febbraio è stato convocato un incontro urgente
per fare il punto della situazione sul virus “COVID-19”.
Ci è stata presentata una bozza di messaggio “Hermes” –
successivamente trasfusa con alcune modifiche nel Msg. 714/2020,
emanato ieri sera – in cui sono individuate zone rosse (i Comuni
interessati dalle Ordinanze del Ministero della Salute d’intesa con i
Presidenti delle Regioni Lombardia e Veneto) e zone gialle (strutture Inps
rientranti nei territori di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-
Romagna).
Nel primo caso, i dipendenti dovranno rimanere a casa e la relativa
assenza sarà imputata a un apposito giustificativo, “CNAT”. A tal
proposito, chiediamo sin da subito che questi dipendenti non subiscano
alcuna decurtazione alla propria retribuzione.
Nel secondo caso, si fa un’ulteriore distinzione tra la Lombardia (in cui
Direttore Regionale e di Coordinamento Metropolitano possono
concordare con le Autorità competenti l’eventuale sospensione dei servizi
al front-end fisico) e le altre tre Regioni, in cui l’Istituto intende
sospendere gli sportelli di linea e la consulenza su appuntamento,
privilegiando altre modalità di contatto con il pubblico (come il canale
telematico o telefonico). Per quanto ci riguarda, non condividiamo che
nella cosiddetta zona gialla si continui ostinatamente a voler garantire lo
sportello veloce, trattandosi di servizio a libero accesso all’utenza. Ci
sembra, infatti, contraddittorio continuare a garantire un servizio che dà
accesso libero, senza chiarire neppure come sarà gestito l’eventuale
contingentamento. Il nostro intento, sia chiaro, non è quello di
alimentare paure, ma garantire che le lavoratrici e i lavoratori
dell’Istituto siano messi nelle condizioni di prestare il servizio lavorando
in protezione, utilizzando tutte le accortezze del caso. Per questo,
abbiamo proposto di introdurre il servizio di prenotazione anche per
questo tipo di servizio, così da poter monitorare costantemente gli
accessi ed evitare eccessiva concentrazione di persone all’interno delle
sedi.
Riguardo ai Dispositivi di Protezione Individuale, l’Amministrazione
ci ha comunicato che sono state acquistate 6,000 mascherine; abbiamo
fatto presente che, finora, nemmeno una è stata ancora distribuita alle
sedi ed è urgente farlo, unitamente alla distribuzione di gel disinfettante
a base alcolica, per garantire la salute dei dipendenti. Nonostante le
rassicurazioni ricevute ieri al tavolo, di tutto questo non troviamo traccia
nel messaggio emanato. In assenza delle misure individuate dalla stessa
Amministrazione a tutela dei lavoratori, nelle Regioni del contagio non
sussistono, a nostro parere, le condizioni per aprire gli sportelli veloci.
Questa situazione sta rendendo di stretta attualità quanto noi chiediamo
da tempo: la sicurezza dei lavoratori dell’Istituto e un migliore e
rinnovato rapporto con l’utenza. Quanto al primo punto, bene che si
proceda all’acquisto di pannelli divisori in plexiglass per le sedi della zona
gialla, sebbene si tratti di una misura non attuabile nell’immediatezza. A
nostro avviso si dovrà procedere alla loro installazione senza indugio in
tutte le sedi, visto che gli stessi pannelli possono prevenire sia il rischio
sanitario che le aggressioni. Rispetto al rapporto con l’utenza, sta
chiaramente emergendo la necessità di intervenire con urgenza e
rapidità sulla struttura informatica e tecnologica dell’Inps, così da
razionalizzare il numero di accessi nelle varie sedi. In altri termini, se ad
esempio avessimo un sito Internet maggiormente fruibile e se
riducessimo o razionalizzassimo i canali di accesso all’Istituto, diversi
cittadini che oggi si recano nelle sedi non avrebbero più bisogno di farlo.
Considerando che la situazione è in continua evoluzione, anche il
contenuto del messaggio Hermes dovrà esserlo, così da fotografare in
tempo reale la situazione. Proprio per questo, chiediamo che l’Istituto sia
pronto ad allargare immediatamente le misure di tutela dei lavoratori
anche agli altri territori ad oggi non interessati dal fenomeno, ove questo
si renda necessario. La salute è un bene primario, costituzionalmente
tutelato, che va garantito, per poter erogare i servizi alla cittadinanza.
FP CGIL
Antonella Trevisani/Matteo Ariano