“Siamo fortemente delusi e preoccupati dall’assoluta mancanza di attenzione manifestata dal Ministro Speranza nei confronti dei bisogni e dei problemi dei dipendenti del Ministero della Salute. Occorrono assunzioni, riallineamento economico delle retribuzioni e crescita professionale. Se nei prossimi giorni non avremo risposte, partiremo con le mobilitazioni”. Questa la posizione della Funzione Pubblica Cgil.
“Stiamo parlando dei dipendenti delle aree funzionali – precisa il sindacato – che, pur tra mille difficoltà, continuano a lavorare tutti i giorni al servizio della collettività senza alcun incentivo motivazionale, professionale e prospettive di crescita, per giunta con una età media di oltre 56 anni e una prospettiva di pensionamento del 20% dei lavoratori nel prossimo triennio. In media negli Uffici del Ministero della Salute oggi operano non più di quattro, cinque lavoratori delle aree funzionali che devono rispondere alle più disparate esigenze dell’amministrazione e della collettività, mentre il rapporto numerico tra quel personale e la dirigenza è divenuto imbarazzante anche per un Ministero che intende affermarsi come iper professionalizzato”.
“Nell’unico incontro avuto con il Ministro Speranza lo scorso novembre abbiamo condiviso queste e molte altre criticità, ottenendo rassicurazioni e impegni che avevano illuso di trovarci finalmente al cospetto di un interlocutore istituzionale attento anche alla valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Ministero della Salute. Ma così non è stato. Eppure l’occasione di rispondere alle attese ìl Ministro le ha avute, dapprima con la legge di bilancio 2020 e poi con il decreto milleproroghe approvato proprio ieri in prima lettura dalla Camera dei Deputati, nel quale però – fa notare il sindacato – ha trovato spazio una norma specifica che porterà nei ruoli del Ministero della Salute ancora altri 13 dirigenti di seconda fascia, con una previsione di spesa aggiuntiva di 2.240.000 euro per l’anno 2020 e di 4.480.000 euro annui a decorrere dall’anno 2021. Si continua ad assumere dirigenti, specialisti e professionisti (siamo ormai ben oltre il 60% del totale complessivo della forza lavorativa presente) senza mai tenere in considerazione gli enormi carichi di lavoro e le esigenze di efficienza degli uffici”.
“Servono interventi non più rimandabili: un piano straordinario di assunzioni, il riallineamento economico delle retribuzioni da conseguire attraverso il rifinanziamento del fondo di amministrazione e la certezza di ottenere adeguate prospettive di crescita professionale. Se nei prossimi giorni non avremo risposte chiare partiremo con la mobilitazione”, conclude la Fp Cgil.