PROGRESSIONI VERTICALI: ADEGUARE LA DETERMINAZIONE
N.184/2019
L’adozione della determinazione n.184/2019 dello scorso 18 dicembre da
parte del Presidente Tridico nella veste di Organo munito dei poteri del
Consiglio di Amministrazione ha consentito, con la definizione di criteri e
modalità di espletamento delle procedure selettive per le progressioni verticali
meno rigidi della precedente determinazione presidenziale n.177/2018, di
individuare il quadro delle regole da applicare ai futuri passaggi di area, dando
finalmente applicazione nel nostro Istituto alla deroga normativa fissata dal
D.Lgs. n.75/2017.
Abbiamo appreso la scorsa settimana che in sede di discussione del DDL
di conversione del Decreto Legge n.162/2019 (Decreto Milleproroghe 2020),
discussione in corso presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera
dei Deputati, sono stati presentati una serie di emendamenti all’articolo 1
(Proroga di termini in materia di pubbliche amministrazioni) caratterizzati dal
comun denominatore di prorogare fino al 2022 la possibilità per le pubbliche
amministrazioni di realizzare progressioni verticali con il meccanismo delle
selezioni interne, possibilità che termina, a ordinamento dato, il 31.12.2020, e
nello stesso tempo di elevare oltre il 20% delle capacità assunzionali,
contemplate nel piano dei fabbisogni, la percentuale dei posti destinabili
sempre ai passaggi di area. Tale ultima misura, in particolare,
consentirebbe per le progressioni verso l’area C di avere, già quest’anno, la
disponibilità di un numero di posti superiore alla platea dei potenziali
candidati con effetti positivi anche per ulteriori progressioni di area nel 2021 e
nel 2022.
Alla luce delle novità emerse dai lavori parlamentari e con
l’auspicio dell’approvazione in tempi brevi del DDL di conversione con le
modifiche proposte sul tema delle progressioni verticali da deputati di vari
gruppi parlamentari, invitiamo l’Istituto, nel momento in cui si dovrà
necessariamente rimettere mano alla determinazione n.184/2019 per
uniformarla ai contenuti del DL nel frattempo divenuto Legge, a rivedere la
scelta fatta a suo tempo di non rendere disponibile l’archivio dei quiz
dal quale saranno estratte le domande oggetto della prova scritta.
Infatti l’applicazione di meccanismi eccessivamente rigidi e selettivi,
applicazione che non ha ragion d’essere nel momento in cui i posti disponibili
per i passaggi di area diventa numericamente superiore alla platea dei
potenziali candidati, rischia di sortire lo stesso risultato del concorso pubblico a
365 posti di analista di processo-consulente professionale il cui iter si concluse
con l’assunzione di un numero di candidati, 250, inferiore al numero dei posti
messi a bando: un esito che l’Amministrazione non può assolutamente
replicare sui passaggi di area!
FP CGIL/INPS
Matteo ARIANO/Antonella TREVISANI
CISL FP/INPS
Paolo SCILINGUO
UIL PA/INPS
Sergio CERVO