Fp Cgil, su assunzioni e sovraffollamento carceri da Ministero impegni insufficienti

14 Gennaio 2020

Sulle assunzioni di personale e sul contrasto al sovraffollamento detentivo, gli impegni assunti dal Ministro della Giustizia sono assolutamente insufficienti”. Ad affermarlo è la Funzione Pubblica Cgil, aggiungendo che: “Le 1.300 assunzioni di Poliziotti Penitenziari effettuate nel 2019 e le 754 previste nel 2020 sono una goccia nel mare rispetto alla carenza di organico del Corpo. Così come le 50 assunzioni di funzionari giuridico pedagogici non danno il sollievo necessario agli enormi carichi di lavoro che tali figure professionali devono sopportare ogni giorno”.

Al momento, prosegue il sindacato, “non solo mancano circa 4.000 Poliziotti per completare la dotazione organica, ma ogni anno se ne perdono circa 1.300 tra pensionamenti e passaggi al ruolo civile per motivi di salute, quindi la carenza rischia di aumentare nei prossimi anni. Stesso discorso vale per il personale delle funzioni centrali, dove rispetto ad una dotazione organica di 5.034 unità, ne sono presenti solo 4.340 tra educatori, contabili, professionalità tecniche e amministrative, a far fronte ad un costante aumento dei detenuti”.

Per la Fp Cgil “servono ulteriori risorse per un piano straordinario di assunzioni e, soprattutto, la risposta al sovraffollamento di detenuti non può essere l’incremento dei posti detentivi, ma un serio investimento nell’esecuzione penale esterna, che consenta di assumere personale, in particolare assistenti sociali, e di poter aumentare il ricorso alle misure alternative per i soggetti con scarsa pericolosità sociale. Rispetto ai problemi di natura psichiatrica e psicologica che si registrano nelle carceri riteniamo che sia necessario implementare la presenza di psicologi negli istituti penitenziari, cominciando a ragionare anche su una stabilizzazione di quelle figure professionali che già collaborano nelle carceri, per far fronte al crescente numero di detenuti con patologie di questo tipo e anche ai problemi di stress correlato al lavoro che colpiscono il personale che vi opera ed oggi è abbandonato al suo destino dal datore di lavoro che dovrebbe tutelare la sua salute”, conclude.

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