Alle Donne ed agli uomini INAIL
Il 25 novembre di ogni anno si celebra “La giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza contro le donne”. Una data che, con modalità diverse, viene caricata di iniziative, frasi
e convegni di ogni genere. Potremmo fare anche noi la stessa cosa; potremmo anche noi
scrivere che siamo storicamente contro ogni forma di violenza, discriminazione e mortificazione
della donna.
Sarebbe semplice andare in rete e trovare centinaia di casi noti con cui sottolineare in rosso lo
schifo che ci fanno tutti coloro che commettono atti violenti nei confronti di altre persone.
Molestie sessuali, atti di abusi in ambito lavorativo passati per le stanze di impiegati e dirigenti
ne è pieno internet.
Noi no
A noi piace guardare quello che il web non ci comunica, ma che troppo spesso ci viene riferito
per il tramite di un telefono o di una conversazione tra colleghi incontrati nel percorso verso la
nostra stanza di lavoro.
Perché tutte quelle storie che nel tempo hanno riempito questa giornata di denuncia le troviamo
quotidianamente anche all’interno del Nostro Istituto. Tutte quelle angosce, quei sensi
di impotenza che logorano piano piano chi ne è vittima, stanno bussando anche alle nostre
porte.
E guardate, non si tratta di sole donne. Le vittime di questo schifo sono di qualsiasi genere. Così
come sono di qualsiasi genere coloro che le mettono in pratica. Ma la cosa che ci fa più male
è il silenzio che accompagna coloro che, pur testimoni di simili vergognosi atteggiamenti, preferiscono
tacere, magari per paura, piuttosto che denunciare. Un silenzio colpevole che però ci
deve far interrogare tutti su quelle che sono le cause di una simile scelta e sul da farsi per cercare
di arginare questo brutto male che ancora oggi miete vittime in ogni parte del mondo.
Non sappiamo come, dove e quando ci sarà il prossimo episodio e chi colpirà (magari anche
una o uno di noi).
Ma sappiamo che possiamo e dobbiamo fermarlo, e per farlo dobbiamo riconoscerlo non appena
si mostra.
Battute pesanti nei confronti dei più deboli o apparentemente tali, atteggiamenti di scherno,
soprusi dovuti al “ruolo”, ricatti morali e professionali nel tentativo di “plagiare” le nostre scelte
e le nostre posizioni, sono solo alcune delle forme con cui questo atteggiamento si mostra.
E dove lo riconosciamo: denunciamolo.
Parliamone con qualcuno, sia questo un rappresentante sindacale, un amico, un collega. Non
pensiamo che tacere sia la soluzione migliore per non danneggiarci magari agli occhi del “capo”.
Tacere non fa altro che alimentare questa spirale che, prima o poi, potrebbe colpire noi o
le persone che amiamo.
NOI NO…!!!
Le Donne e gli uomini FP CGIL INAIL
Mara, Grazia, Michela, Marco, Margi, Davide, Olivia, Teresa, Ivana, Monica, Marinella, Giulietta,
Pasquale, Alessandro, Giovanni, Maria Cristina, Marina, Stefano, Mario Saverio, Giancarlo, Antonella,
Carlo, Luciana, Roberto, Patrizia, Guglielmo, Nicola, Barbara, Gianfranco, Sergio, Francesco,
Rosanna, Lara, Paolo, Luigi, Vania, Tiziana, Alessio, Tatiana, Gloria, Ettore, Marta,
Angela, Stefania, Giovanna, Donatella, Nicola, Leonardo, Tiziana, Giulia, Valentina, Enrico, Cinzia,
Renzo, Maria Fernanda, Raffaella, Mario, Luisa, Maria Luigia, Margherita, Primiano, Paola,
Paolo, Maria Rosaria, Giuseppe, Caterina, Ciro, Stefania, Carmelita, Antonio, Graziella, Pietro,
Nicoletta, Fausta, Alberto, Francesco, Tiziana, Alessandra, Antonio, Zelinda, Patrizia, Giovanni,
Giuseppina, Alessandra, Giovanna, Sabrina, Roberta, Gianna, Maria, Franco, Claudio, Riccardo,
Silvia, Lucia, Francesco, Anna, Tiziana, Maurizio, Rosanna, Tobias, Maurizio, Loriana, Lucilla,
Daniela, Pietro, Iole, Eleonora, Bianca Maria, Giovanna, Irene.