Giustizia: comunicato su esito mobilitazione tirocinanti

31 Ottobre 2019

Vertenza tirocinanti: la mobilitazione continua

Il 29 ottobre si è tenuto il presidio dei precari tirocinanti della Giustizia davanti alla sede del Ministero
per protestare contro i contenuti dell’Avviso ministeriale che avvia la selezione per 616 operatori
giudiziaria, contenuti giudicati fortemente penalizzanti rispetto alle legittime aspirazioni di circa
2500 lavoratori che ormai da 10 anni garantiscono il funzionamento dei servizi per la Giustizia,
tramite l’improprio utilizzo dei tirocini formativi senza sbocco lavorativo.
Un presidio composto di delegazioni numerose provenienti da varie Regioni ha manifestato in
modo civile contro la mancata assunzione di responsabilità politica di fronte ad una situazione abnorme
dal punto di vista del non rispetto di diritti fondamentali di cittadini che si verifica proprio
all’interno del Ministero che amministra la Giustizia.
Nel corso della mattina una delegazione, con all’interno la rappresentanza diretta dei tirocinanti, è
stata ricevuta da una delegazione ministeriale, composta dal Capo di Gabinetto e dai vertici del Dipartimento Organizzazione Giudiziaria. Dal confronto è emersa una posizione di sostanziale conferma
della validità del bando, ritenuto dall’Amministrazione un utile strumento all’assorbimento di
parte del bacino dei tirocinanti, giustificando la mancata presenza di alcune Regioni con problematiche
attinenti la situazione di copertura degli organici di profilo in quei territori.
Rispetto agli scenari già noti l’Amministrazione ha comunicato di avere inviato alle Regioni,
nell’ambito delle procedure di avvio della selezione, un prospetto contenente la declaratoria professionale dell’operatore giudiziario, al fine evidente di definire un criterio più stringente da attuare in sede di prima selezione e ha minimizzato l’impatto numerico effettivo della riserva del 30% ai militari
in congedo. Ha inoltre informato di avere avuto una riunione interna con i Presidenti delle Corti
di Appello, che dovranno gestire direttamente le selezioni sul territorio, al fine di fornire linee guida
rispetto ai criteri da adottare, chiedendo di avviare una interlocuzione diretta con Regioni e Centri
per l’impiego, sempre nell’ottica di garantire l’obiettivo di assorbimento del personale formato con i
tirocini.
L’altra novità è l’annunciato concorso a 800 posti a tempo determinato, derivante dal decreto sicurezza
bis, che ha già copertura finanziaria e sarà programmato a breve. Posti che avranno tempi
brevi di assorbimento in quanto autorizzati in soprannumero e che pertanto potranno interessare
anche le Regioni escluse.
La delegazione sindacale, prendendo atto dei chiarimenti avuti, ha ribadito le proprie forti perplessità
sull’efficacia degli strumenti sinora individuati, rimarcando in particolare l’esiguità della quantificazione
dei punteggi aggiuntivi, corrispondenti a quelli quantificati nel concorso per Assistenti Giudiziari,
definendo discriminatoria la scelta di esclusione di alcune Regioni e ritenendo che tali decisioni
non potranno dare garanzie di un assorbimento dei tirocinanti se non in minima parte.
Si è di conseguenza sottolineata la necessità di trovare, da subito con la legge di Stabilità
2020, soluzioni normative che rafforzino i criteri di selezione per i futuri bandi e promuovano
un’azione del Governo, tramite l’iniziativa congiunta dei Ministri di Funzione
Pubblica e Giustizia, volta a trovare una soluzione complessiva tramite una previsione di accesso
preferenziale ai concorsi pubblici.
Infine si è chiesto di avere contezza della esatta dimensione del piano assunzioni del Ministero,
con riferimento ai piani di revisione delle dotazioni organiche e del loro fabbisogno professionale, a
partire dalla possibile drastica riduzione dell’organico previsto in prima area e alla luce del trend
massiccio di uscite per cessazioni e quota 100.
Il confronto pertanto ha registrato risposte parziali e non soddisfacenti, rimane l’incognita di una
selezione il cui esito è ancora molto condizionato dalla modalità attuative che adotteranno i Centri
per l’Impiego e lo scarso punteggio aggiuntivo non produce effetti concreti nel rapporto con i criteri
previsti dalla legge 56/87. Per questo è necessario proseguire con la mobilitazione e nei prossimi
giorni si valuteranno ulteriori iniziative a livello territoriale di sensibilizzazione dell’opinione pubblica
e dei Prefetti.
Appare altresì necessario e urgente, in presenza di un processo ormai avviato, avviare una interlocuzione
diretta con i soggetti che sul territorio dovranno gestire la selezione, Regioni, Centri per
l’Impiego e Corti di Appello, al fine di garantire l’applicazione piena del requisito di professionalità
richiesto dal Ministero con l’invio della declaratoria del profilo di operatore, l’unico requisito che potrebbe essere in grado di restringere il campo dei possibili concorrenti e vedere valorizzato il percorso
formativo specifico. Anche in questo caso si tratta di chiedere un esercizio di responsabilità a
Enti che hanno fortemente contribuito al formarsi del bacino dei tirocinanti.
La vertenza continua e continua il nostro impegno ad una soluzione che riconosca la dignità del lavoro
pubblico al servizio dei cittadini.

Claudio Meloni                                                                       Felicia Russo
FP CGIL Nazionale                                            Coordinamento Nazionale FP CGIL Giustizia

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