Al Presidente
Prof. Pasquale Tridico
Gent.mo Presidente,
intervenire sugli equilibri interni a una struttura amministrativa è sempre cosa assai
delicata, ancor di più se si tratta di una struttura particolarmente complessa come quella
dell’INPS e siamo lieti del fatto che Lei abbia accolto l’invito, di parte sindacale, ad aprire
un’interlocuzione con chi rappresenta i lavoratori e intende dare un proprio concreto e
fattivo contributo.
Il nostro, vuole essere finalizzato a produrre quel salto di qualità necessario alle condizioni
lavorative del Personale ed alla qualità dei Servizi erogati, in una visione e una prospettiva
di lungo campo, fondando le nostre proposte sui suggerimenti e gli spunti di coloro che
quotidianamente vivono nell’Istituto e ne conoscono la storia.
Per questo, Le poniamo schiettamente e pubblicamente una questione di metodo: perché
non attendere la nomina del Consiglio di Amministrazione, coinvolgendolo in questo
importantissimo processo di cambiamento? Come FP CGIL abbiamo formulato fortissime
critiche “al modello dell’uomo solo al comando” e l’esperienza ci insegna che questo vale
ancora oggi. Ciò che Lei ora rischia – sia pur animato dalle migliori intenzioni – è di
ripercorrere esattamente lo stesso schema, con l’aggravante di non avere l’alibi dei suoi
predecessori, ovvero dell’assenza di una norma che istituisse il C.d.A.
Siamo convinti che far trovare il Consiglio di Amministrazione di fronte a una
riorganizzazione già definita, ad una scelta compiuta, determinerebbe uno svilimento in
partenza del suo ruolo e un disconoscimento del valore di collegialità che si intende ora
ripristinare.
Al contrario, l’arrivo del C.d.A. e la discussione al suo interno potrà accompagnare
proficuamente il cammino di ascolto e dialogo auspicato, senza che questo possa in alcun
modo comportare alcun blocco o ostacolo al percorso avviato.
Perché non si dà il tempo di conoscere meglio la macchina di cui è alla guida da pochi mesi?
È una macchina complessa, che sarebbe bene conoscere meglio, prima di intervenire. In
questo modo, non solo gli interventi che potranno farsi saranno assunti con totale
consapevolezza e al riparo da possibili strumentalizzazioni, ma saranno anche più duraturi,
proprio perché mossi da conoscenza più precisa.
Gent.mo Presidente, l’impronta della collegialità rappresenta certamente quel valore
aggiunto irrinunciabile a scelte di portata cruciale per il nostro Istituto come quelle di cui
trattasi. Lo stesso spirito della norma istitutrice, cioè quello di riportare dopo molti anni la
gestione dell’INPS all’interno di un “organo plurale” non può che essere colta come una
opportunità, piuttosto che come un “lacciuolo” di cui liberarsi alla prima occasione o,
peggio, prima ancora che il C.d.A. muova il primo passo.
FP CGIL FP CGIL
Antonella Trevisani Matteo Ariano