Alfonso Bonafede
Ministro della Giustizia
Sig. Ministro,
le recenti vicende che hanno visto, con la nascita del nuovo Governo, la sua riconferma nel prestigioso incarico di Guardasigilli impongo al sindacato confederale non soltanto l’obbligo di porgerle i rituali auguri di buon lavoro ma anche quello di riannodare i fili di un dialogo che in un recente passato ha avuto momenti di crisi culminati nella proclamazione dello sciopero nell’organizzazione giudiziaria a fine giugno.
Nell’interesse superiore dei cittadini, che si attendono un servizio giustizia sempre più efficiente, FP CGIL CISL FP e UIL PA si attendono una discontinuità di gestione del Ministero rispetto al recente passato che, attraverso la ripresa del confronto con le parti sociali, ponga al centro un principio cardine delle relazioni non solo sindacali: il rispetto degli accordi sottoscritti. Il rispetto delle norme, sia di legge che di contratto, è indispensabile anche per evitare l’incardinarsi di un contenzioso dinanzi all’AG competente, contenzioso che ha visto sovente l’amministrazione rimanere soccombente con grave pregiudizio sia per l’immagine della Giustizia sia per le casse dello Stato.
La crisi della Giustizia, che ha radici antiche, impone una amministrazione accorta e responsabile che, come più volte sostenuto, non può prescindere dalla valorizzazione del personale in servizio ossia dalla incentivazione di coloro che ogni giorno assicurano i servizi negli uffici giudiziari, nelle strutture penitenziarie, anche minorili, e negli archivi notarili ad onta della cronica carenza di risorse umane, materiali, finanziare e delle ataviche disfunzioni organizzative.
La gravissima carenza di personale, determinata dall’ultraventennale blocco delle assunzioni ed acuita dalla recente introduzione della cd quota cento, è un’autentica emergenza che impone la programmazione e la realizzazione di massicce assunzioni nel medio termine, finalizzata alla copertura totale del turn over. Non meno importante e quindi meritevole di attenzione è stata ritenuta dal sindacato confederale la legittima rivendicazione dei lavoratori alla riqualificazione professionale (progressione giuridica ed economica), del tutto mancata in particolare nella organizzazione giudiziaria. Così, a partire dal 2015, è stato avviato un percorso, in parte negoziale in parte legislativo, con il Ministro in carica che è culminato nell’adozione di atti diretti ad incentivare il personale in servizio. Appare per noi fondamentale la riaffermazione degli impegni assunti da lei all’atto del primo mandato: la piena applicazione della legge 132/2015 che ha previsto il passaggio di area delle figure apicali della seconda area seconda attraverso l’applicazione della regola del corso concorso e dell’accordo del 26 aprile 2017, successivamente recepito in un decreto ministeriale, che ha previsto progressioni economiche e giuridiche, dentro e fra le aree, per le altre figure professionali. Tali atti costituiscono per il sindacato confederale pietre miliari nella storia delle relazioni sindacali nel Ministero della Giustizia la cui piena attuazione è condicio sine qua non solo per dare ristoro alle aspettative dei lavoratori ma anche dare energia al processo di innovazione ed ammodernamento dell’amministrazione.
Per i motivi sopra esposti FP CGIL CISL FP e UIL PA chiedono che il programma di assunzioni già definito vada coniugato con: la completa attuazione dell’accordo del 26 aprile 2019 ossia progressioni economiche ulteriori rispetto a quelle già concordate e realizzate, progressioni giuridiche nelle aree (cambi di profilo attraverso lo strumento della flessibilità), progressioni tra le aree (transito degli ausiliari in area seconda; la piena attuazione dell’art. 21 quater della legge 132/2015 con la pubblicazione dei bandi per il passaggio dei contabili e degli assistenti informatici e linguistici in area terza e lo scorrimento integrale delle graduatorie per funzionari giudiziari e NEP; l’attuazione dell’art. 492 bis CPC che consente l’accesso diretto per via telematica ai dati patrimoniali del debitore da parte degli ufficiali giudiziari favorendo la reinternalizzazione
dei servizi di recupero crediti della Giustizia e delle altre pubbliche amministrazioni; il potenziamento degli organici dell’ Amministrazione Centrale e delle figure contabili; il rifinanziamento del FUA anche attraverso la reinternalizzazione del servizio del recupero crediti di giustizia e pene pecuniarie; lo sblocco della mobilità ordinaria; la stabilizzazione di tutto il personale precario attraverso procedure dedicate, la stabilizzazione del personale comandato da altre PP. AA., la immissione nei ruoli, a domanda, di personale di altre PP. AA. che ha già lavorato in posizione di comando presso gli uffici giudiziari, la trasformazione in full time del personale transitato nell’amministrazione giudiziaria con rapporto part time. Inoltre FP CGIL, CISL FP e UIL PA auspicano che la seconda fase del suo mandato risolva definitivamente la crisi delle relazioni sindacali nell’organizzazione giudiziaria garantendo il pieno rispetto delle prerogative sindacali in materia di informazione e confronto a partire dalle situazioni più critiche come quella della DGSIA ove le relazioni sindacali posso essere definite, senza esagerare, di fatto inesistenti.
Non meno rilevanti sono le problematiche che affliggono gli altri dipartimenti. Nell’Amministrazione Penitenziaria e nell’Amministrazione per la Giustizia Minorile e di Comunità rimane aperta la questione della ritenuta della indennità penitenziaria operata retroattivamente per le assenze dal servizio causate dalla malattia mentre gravissima è la situazione complessiva anche a causa della recente e radicale riforma organizzativa, realizzata a parità di risorse ossia senza investimenti. La carenza di personale nelle figure professionali dell’assistente sociale, dell’educatore, dei contabili e dei funzionari contabili, del funzionario dell’organizzazione e delle relazioni, dell’assistente tecnico e dell’assistente informatico è così pesante che sta mettendo in ginocchio le due amministrazioni. Poco o nulla è stato fatto per il settore della Esecuzione Penale Esterna, abbandonato a sé stesso anche dopo le riforme del fine pena, e per l’informatica penitenziaria, che va tutelata nella sua specificità. Nulla è stato fatto per valorizzare il personale in servizio, per consentire ai lavoratori perdenti sede a causa di riorganizzazioni, accorpamenti e soppressione di istituti di transitare in altre pp aa, per realizzare una “compensazione” di personale tra dipartimenti. Nulla è stato fatto per estendere l’applicazione dell’art. 21 quater L. 132/15 anche ai contabili, agli assistenti informatici e linguistici ed agli assistenti di area pedagogica del penitenziario.
Critica è la situazione anche degli Archivi Notarili. Tale amministrazione soffre di un grave sottodimensionamento dell’organico (520 unità distribuiti tra un Ufficio Centrale, due uffici ispettivi, 91 archivi distrettuali, di cui 11 dirigenziali e 17 sussidiari) in quanto, unica tra i settori della Giustizia, ha subito per intero il taglio degli organici previsto dalle leggi sulla spending review ed il contestuale considerevole incremento, normativamente previsto, delle competenze. Tutte le iniziative adottate dalla competente direzione generale per incrementare l’organico, (questa Amministrazione peraltro ha una propria autonomia finanziaria) al momento non hanno avuto successo così come non hanno avuto alcun esito le iniziative volte ad incrementare l’importo complessivo del FUA, anche mediante l’utilizzo di quota parte delle ricche entrate di tale amministrazione che, come già detto, gode di autonomia finanziaria.
Tanto premesso FP CGIL, CISL FP e UIL PA chiedono la ripresa del confronto attraverso la convocazione di un apposito incontro sulle problematiche sopra indicate.
Confidando in un positivo riscontro si porgono distinti saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Florindo Oliverio Angelo Marinelli Andrea Bordini