PCM: Comunicato unitario

24 Giugno 2019

PCM – COMUNICATO FP CGIL – CISL FP – UILPA
NON PRENDIAMO IN GIRO I LAVORATORI, NON SE LO MERITANO!

Erano anni, ed avevamo ormai perso le speranze, che non si sentivano da certe latitudini parole
così chiare e determinate, giudizi così definitivi sui vertici amministrativi della PCM. Dobbiamo
quindi pensare che qualcosa sia cambiato, che forse sia finita l’era dei giochetti di potere nelle
segrete stanze? Speriamo.
A leggere bene tra le righe ci sarebbe anche una velata minaccia di rivolgersi “all’autorità politica”,
come a voler significare che l’atto di indirizzo all’ARAN sia stato firmato all’insaputa di qualcuno o
che comunque le politiche in tema di personale comandato o di processi di riqualificazione siano
decise in autonomia dal vertice amministrativo.
Noi riteniamo che ai lavoratori vada sempre e comunque detta la verità, senza finzioni e senza
ipocrisie.
Ad esempio, sui dieci anni di vacanza contrattuale qualcuno dovrà pure spiegare ai lavoratori
dove fosse quando si è finalmente aperta la possibilità di tornare al tavolo negoziale nonché per
quale motivo ora ne stia ritardando ulteriormente l’avvio.
La falsa apertura del tavolo all’ARAN, con le quattro OO.SS. che hanno delegato ad esprimere il
pensiero unico allo SNAPRECOM, è la plastica dimostrazione di una seria e grave incapacità di
esercitare un ruolo negoziale. Con la conseguenza che, se i dipendenti pubblici di tutti gli altri
comparti hanno visto rinnovato il proprio contratto, per i dipendenti della PCM siamo ancora al
palo.
Vorremmo suggerire agli esperti negoziatori che forse mescolare vertenze che non risultano
essere sovrapponibili, né da un punto di vista giuridico né cronologico, costituisce un errore
macroscopico.
La soluzione per il personale comandato ha subìto nel corso degli anni continui arresti, anche per
le posizioni ostili all’interno di alcune OO.SS. che invece ora gridano in Assemblea. Siamo quindi
ben felici che ora emergano sia la determinazione nel portare avanti questa battaglia sia la
condivisione tra tutti i lavoratori, ai quali sicuramente riteniamo che sia stato ben spiegato il
meccanismo che si vorrebbe introdurre per stabilizzare il personale di prestito all’interno dei ruoli
della PCM.
Analogamente, per la vertenza sulle progressioni economiche e professionali, per la quale
continuiamo a non comprendere perché quei sindacati impediscono la
partecipazione alla RSU democraticamente eletta dai lavoratori, avranno sicuramente spiegato che
si tratta di applicare disposizioni contrattuali già consolidate e pienamente esigibili.
Peraltro, lo stato di agitazione sulla vertenza per i passaggi di posizione economica, proclamato da
SNAPRECOM & C., e l’uso di continui toni intimidatori, contestualmente al rifiuto di stare ai tavoli
formalmente deputati, rischiano di portare solo all’immediato blocco della trattativa, provocando
così un ulteriore ritardo ed un conseguente danno alle legittime aspettative del personale.
Altra cosa il nuovo contratto, gestito in maniera dilettantesca e con l’avvio di vertenze preventive
fuori dalle sedi negoziali. Le chiacchiere nei corridoi e nelle stanzette fanno male alla trattativa ed
ai lavoratori che invece hanno diritto ad essere ben rappresentati nelle sedi opportune.
Per risolvere queste vertenze, ciascuna con le modalità ed i percorsi previsti dalle norme, occorre il
coinvolgimento dell’autorità politica, non come velata minaccia ma come naturale espressione
delle dinamiche negoziali.
Occorrono proposte chiare e credibili, occorre autorevolezza. Occorre una nuova pagina delle
relazioni sindacali in grado di individuare i problemi, distinguendo quelli che possono essere risolti
direttamente con l’amministrazione, per realizzare i quali sono necessari capacità negoziale e
partecipazione, da quelli che per la loro soluzione richiedono impegni politici e cambiamenti
normativi e che, dunque, abbisognano di un rinnovato spirito collaborativo fra l’amministrazione e
le OO.SS..
Dunque, massimo rispetto per i lavoratori partecipanti all’Assemblea che ha deciso all’unanimità
lo stato di agitazione; massimo rispetto anche per le migliaia di colleghi che non c’erano.
Non prendiamoli in giro, non se lo meritano!
Speriamo quindi che la promessa incrollabile determinazione non resti offuscata dalla pallida luce
del (retro)pensiero.

 

Florindo Oliverio                 Angelo Marinelli                          Sandro Colombi
Fp Cgil                                      Cisl Fp                                                   Uilpa

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