CCNI 2018 DIRIGENTI E PROFESSIONISTI: SERVE UN REALE CAMBIAMENTO!
Il 22 maggio si è svolta la trattativa per il rinnovo del CCNI 2018 per dirigenti e professionisti.
Riguardo al CCNI dirigenti, anche quest’anno non abbiamo sottoscritto l’ipotesi di CCNI proposta,
in quanto mera fotocopia del precedente. Diciamo francamente che siamo stufi di questo continuo
spostamento in avanti della contrattazione, in quanto impedisce un qualsiasi serio intervento.
L’assetto attuale del sistema di classificazione, retribuzione e valutazione della dirigenza di II fascia è infatti insoddisfacente dal punto di vista della valutazione del merito e della efficacia e trasparenza del sistema. L’attuale situazione dell’Ente rende difficoltosa una carriera verso la dirigenza di prima fascia, per cui l’unica possibilità di differenziare sta nelle retribuzioni di posizione e di risultato.
I coefficienti di retribuzione stabiliti dal CCNI risultano invece totalmente sganciati da una reale
coerenza con la realtà organizzativa, in termini di autonomia, responsabilità, rischio e valore delle
posizioni e dell’azione dirigenziale.
Ne deriva un sistema ora appiattito, ora addirittura distorto.
Per questo, non abbiamo firmato l’ipotesi di accordo presentataci.
Per questo, chiediamo un intervento urgente, mediante tavoli tecnici da convocare prima possibile (ossia non dopo l’estate), così da introdurre coefficienti realmente in grado di premiare il merito ed evitare che il CCNI 2019 sia l’ennesimo contratto fotocopia.
Riguardo al CCNI 2018 dei professionisti, abbiamo anzitutto evidenziato quella che a nostro parere è la sistematica violazione di tutti gli impegni presi dall’Amministrazione nonché la grave violazione degli obblighi in tema di relazioni sindacali, nonostante l’intervento di apertura del Presidente, che aveva preannunciato di voler improntare il sistema delle relazioni sindacali dell’Istituto alla massima apertura. Ad es., aspettiamo ancora di ricevere l’informativa in merito all’istituzione di nuovi uffici, perché per noi non vale il motto: promuovo chi decido io, lo pago quanto mi pare e trasferisco chi dico io dove mi pare.
Riguardo al CCNI, ricordiamo di aver sottoscritto il precedente facendo fiducia all’Amministrazione,
che si era obbligata a realizzare una serie di impegni (rivisitazione del sistema indennitario a seguito dei risparmi di spesa derivanti dalla riorganizzazione, attivazione di tavoli tecnici per la revisione del sistema di valutazione della performance e perequazione dei carichi di lavoro).
L’Amministrazione aveva assunto poi l’impegno di espletare entro il 2018 le selezioni per il passaggio al secondo livello di professionalità.
Niente di tutto questo è accaduto. Tanto per dirne una: i famosi risparmi di spesa derivanti dalla riorganizzazione non solo non ci sono stati ma, addirittura, si è creato un sistema più costoso e bizantino del preesistente.
Anche in questo caso, il CCNI proposto è praticamente la fotocopia del precedente. Si conferma una politica retributiva all’insegna del massiccio spostamento di risorse del Fondo a vantaggio di un ristretto gruppo di professionisti, peraltro scelti dall’Amministrazione in totale discrezionalità, che vedono aumentare in modo rilevante il loro trattamento economico rispetto a tutti gli altri. Politica che, lo ribadiamo, in INPS, e solo in INPS, crea una ingiustificata frattura nell’ambito della medesima categoria, differenziando sensibilmente anche dal punto di vista economico professionisti che la legge, il contratto collettivo e le norme degli ordinamenti professionali pongono su un piano di assoluta parità.
Al contrario di altri, che, assuefatti, continuano ad accontentarsi di dichiarazioni a verbale destinate a rimanere sulla carta, riteniamo che questa politica e queste scelte mortifichino la professionalità del professionista pubblico, ne limitino oggettivamente l’autonomia ed indipendenza, disegnino strutture professionali costose ed inefficienti, inidonee a competere nel mondo delle professioni.
Non di meno, proseguiremo la nostra battaglia per l’affermazione di relazioni sindacali corrette e per l’adozione di misure che diano un significato concreto alle espressioni di autonomia e parità tra professionisti e consentano di remunerare con equità le sempre crescenti e più onerose responsabilità connesse all’attività professionale.
IL COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL INPS
Matteo Ariano