Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Sen. Danilo Toninelli
e p.c. Al Responsabile della Direzione generale del
personale e degli affari generali
Dott. Enrico Finocchi
Oggetto: Proclamazione stato di agitazione del personale
Le scriventi OO.SS. rappresentano la forte preoccupazione e il senso di frustrazione del personale
per la situazione in cui versa il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: a quasi un anno
dall’insediamento del Governo, restano immutati, spesso aggravati, i nodi critici più volte segnalati
in tutte le sedi istituzionali.
Malgrado le intenzioni dichiarate e reiterate, di voler rilanciare il ruolo dello Stato e del Ministero
nella gestione della cosa pubblica, si sono susseguiti atti e norme che vanno in una direzione
diametralmente opposta, con ulteriori perdite di competenze del Ministero nel campo sia dei
controlli sulle opere pubbliche e sulle infrastrutture ferroviarie e stradali, che delle revisioni dei
mezzi pesanti, a favore di nuove agenzie e di privati. Scelte che hanno ricadute sicuramente
negative sui cittadini, in termini di incremento della spesa pubblica e di garanzia della sicurezza
collettiva in settori strategici, avviando un processo di perdita di centralità e strategicità del nostro
Ministero, segnando, così, un pericoloso arretramento del perimetro pubblico rispetto alle funzioni
da esercitare.
Sempre più problematica è la situazione in cui devono operare gli Uffici, in assenza degli
investimenti necessari, da noi più volte richiesti, per rafforzare le risorse infrastrutturali ed umane.
Molte sedi periferiche versano in condizioni a dir poco indecenti e fortemente aggravate rispetto al
passato. Sia il settore Infrastrutture che quello dei Trasporti sono stati svuotati nel corso degli anni
da leggi che hanno trasferito le competenze a Regioni, Province e addirittura a privati. Di fatto si è
persa la centralità sia in materia di Opere pubbliche che di Trasporti, lasciando allo Stato, in tal
modo, solo attività di controllo e vigilanza che andrebbero comunque rafforzate. Va sottolineato
come il personale sia ormai arrivato, dal punto di vista delle presenze effettive, al collasso. Molte
sedi funzionano con la metà del personale previsto dal piano del fabbisogno e si deve solo ai
lavoratori se, ancora, si riesce, nonostante tutto, ad essere presidio dello Stato che eroga servizi sul
territorio: il tutto in una logica emergenziale che riguarda i Provveditorati, le Motorizzazioni e le
Capitanerie di Porto. E’ evidente che tale situazione sia divenuta intollerabile.
Le nuove assunzioni previste sono fortemente insufficienti rispetto alle esigenze, anzi, con il
pensionamento di numerosi colleghi la situazione non può che aggravarsi. Serve un piano
straordinario di assunzioni che possa garantire, in tempi rapidi, il ripristino di “normali condizioni
di lavoro”. Non abbiamo bisogno di lavoratori “eroi” ma semplicemente di persone che siano messe
nelle condizioni di poter svolgere dignitosamente il proprio lavoro. Inoltre, gli uffici
dell’Amministrazione, in particolare quella periferica, sono sguarniti di mezzi materiali ed
attrezzature indispensabili per lo svolgimento corretto delle attività, a partire da idonee attrezzature
di sicurezza, non disponendo altresì di mezzi per effettuare i normali controlli sui cantieri e sugli
automezzi. Le dotazioni informatiche sono spesso obsolete, sia in termini di hardware che di
software, gli uffici tecnici sono privi dei nuovi programmi informatici che consentono la
progettazione e la gestione dei lavori. E’ indispensabile un intervento complessivo, sia per la
dotazione degli strumenti che per la formazione degli addetti. Da tempo immemore, infatti, il
personale MIT si aggiorna autonomamente sulle innovazioni normative e sulle nuove procedure da
adottare.
Più volte abbiamo evidenziato, senza riscontro alcuno, i gravi problemi di carattere tecnico e
strutturale di tutti gli Uffici del MIT.
Avevamo anche prospettato l’adozione di una legge speciale per far transitare in Terza Area il
personale di Seconda e risolvere quindi l’annoso problema dei lavoratori che espletano particolari
funzioni in virtù del possesso di titoli e abilitazioni specifiche di Legge, come anche per i lavoratori
della prima area, sfruttati e compressi in una posizione giuridica ormai desueta e non più
funzionale.
A fronte della gravità di tali problemi, le nostre richieste di interlocuzione con i vertici del
Ministero sono rimaste lettera morta.
Il personale del Ministero che, in condizioni emergenziali, cerca di “tenere in piedi la baracca” e di
fornire i servizi ai cittadini, viene visto dagli attuali vertici del Ministero, in continuità con i
precedenti governi non come una risorsa fondamentale su cui investire, ma come una controparte
su cui eventualmente addossare le colpe di inefficienze e problematiche. Visione condivisa
purtroppo da buona parte di utenza disinformata e vittima di campagne mediatiche che hanno
associato i lavoratori pubblici ai fannulloni. Le inefficienze e i problemi sono, invece, riconducibili
a miopi scelte politiche, consolidatesi nel tempo. Inefficienze che spesso diventano il pretesto per
continuare l’espropriazione di funzioni del Ministero a vantaggio dei privati.
Sul fronte salariale permane la discriminazione del personale MIT. Sebbene il Ministero sia il
secondo come introiti per le casse dello Stato, i dipendenti percepiscono gli importi più bassi per
remunerare la produttività, anzi, come più volte evidenziato, le risorse destinate a pagare il salario
accessorio non consentono di coprire sufficientemente istituti connessi ad attività di assoluto rilievo
per la sicurezza dei cittadini (si pensi alla vigilanza sulle dighe e sulle strade ed autostrade).
E poi, oltre il danno, la beffa: a fronte di nessun progresso sulle risorse per il salario accessorio,
l’accordo stipulato a settembre 2018 sul Regolamento per erogare gli incentivi per le funzioni
tecniche (art.113 D.L.vo 50/2016) sarà, con ogni probabilità, vanificato dalle ulteriori modifiche
apportate al Codice sui contratti pubblici. Il Decreto Sblocca Cantieri, infatti, prevedrebbe il
coinvolgimento di figure diverse e l’incentivo anche per la fase progettuale ma a parità di importi
(sarebbe invece auspicabile l’elevazione degli accantonamenti lordi almeno al 2,5%). Ancora quindi
non sarà erogato l’incentivo al personale che ha regolarmente svolto gli incarichi, già bloccato da
ormai cinque anni, con il grave rischio di un possibile danno agli stessi per la perdita, per
prescrizione, delle somme spettanti.
Peraltro, le modifiche apportate al Codice comporteranno, come ogni innovazione, nuove difficoltà
operative ed interpretative al personale addetto.
In assenza di alcuna interlocuzione dei vertici politici con i lavoratori, di investimenti importanti in
nuove assunzioni, in formazione ed in infrastrutture, di un inderogabile incremento delle risorse per
il salario accessorio, di qualsiasi riconoscimento della professionalità e di prospettive di crescita per
i lavoratori, il Ministero appare destinato ad un costante e inevitabile declino, a danno della
collettività, che dovrà ricorrere ai privati, a tariffe ben maggiori, e dovrà rinunciare a controlli e
garanzie sulla sicurezza.
Quanto descritto è, per noi, inaccettabile e pertanto, le scriventi OO.SS .proclamano lo stato di
agitazione del personale che sarà accompagnato anche da una serie di iniziative che verranno poste
in essere sui singoli posti di lavoro. In assenza di adeguate risposte, sensibilizzeremo l’opinione
pubblica sulle gravi scelte e sulle mancanze della politica in merito agli importanti servizi erogati
dal Ministero, avviando tutte le iniziative necessarie al fine di garantire al personale i necessari
riconoscimenti professionali e contrastare la prospettiva di declino del Ministero fin qui
rappresentata.
Cordiali saluti
FP CGIL CISL FP UIL PA
Paolo Camardella Marcello De Vivo/Marimena Casamassima Vincenzo Lichinchi/Duilio Carino