“Sostenere l’idea che militari sempre impiegati in compiti operativi a difesa del paese possano anche assumere ruoli nella dirigenza della Pubblica Amministrazione, per i quali sono necessarie competenze specifiche di altra natura, è un’idea disfunzionale che rischia di non rispondere alle reali esigenze organizzative del dicastero”, spiegano i sindacati. “Senza considerare che una procedura di questo tipo rischierebbe di limitare, di fatto, le posizioni per quel personale civile che già da oggi avrebbe le competenze necessarie a svolgere mansioni dirigenziali”.
“Il rischio è quello di determinare uno stravolgimento dei ruoli della Pa che, così come appare, rischierebbe di subordinare le lavoratrici e i lavoratori della Pubblica Amministrazione alla legge piuttosto che al ccnl vigente – fanno sapere i sindacati -. Per questo ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, e alle Commissioni della Difesa di Camera e Senato per capire se vi sia un intenzione chiara da parte del governo e del parlamento di agevolare tale misura, che evidentemente, se confermata, provocherebbe l’immediata reazione dei sindacati confederali, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa”, concludono.