INCARICHI DI RESPONSABILITA’:
TUTTO CAMBI PERCHE’ NON CAMBI NULLA?
Nella giornata del 25 marzo si è tenuto un secondo conclusivo incontro sulla riorganizzazione.
La prosecuzione della discussione sulla riorganizzazione ci è parsa – senza mezzi termini – molto deludente. Relativamente agli incarichi di responsabilità, l’Amministrazione ha fissato unilateralmente dei criteri di scelta (che vi alleghiamo) che lasciano mano libera alla dirigenza, continuando a considerare gli incarichi come mere posizioni fiduciarie (che gran novità!!). Su questo presupposto potrà, quindi, accadere che, sulla base della “fiducia”, in alcuni uffici ci potrà essere il “taglio delle teste” di tutti i responsabili, in altri saranno rimossi solo alcuni e in altri ancora saranno riconfermati tutti. Insomma, si volevano superare le Repubbliche autonome: ci sembra tornino più forti di prima, all’insegna dell’Ispettorato delle Libertà.
Come Cgil abbiamo contestato anzitutto il metodo scelto: la discussione sull’argomento in questione non è oggetto di mera informativa sindacale, ma di confronto con le sigle che hanno sottoscritto il CCNL, come dispone chiaramente lo stesso CCNL. Ci si può nascondere dietro alla capziosa distinzione tra “incarichi di responsabilità” e “posizioni organizzative”, ma il punto è: i responsabili coordineranno o no un gruppo di colleghi e determinate attività? Si assumeranno o no responsabilità? Se la risposta è sì – come ci auguriamo, altrimenti non se ne capisce il ruolo, su cui attendiamo comunque chiarimenti – noi riteniamo che procedere con criteri adottati unilateralmente sia profondamente sbagliato.
Veniamo al merito: a differenza di altre sigle, secondo cui questi incarichi dovrebbero costituire un “adempimento del dovere” addirittura con obbligo di giustificarsi in caso di rifiuto ad adempiere (“… e l’obiezione di coscienza?”, verrebbe da rispondere sarcasticamente), noi ci saremmo aspettati di vedere nero su bianco quello che da anni chiediamo e che altrove è la normalità da tempo: che sia data la possibilità, a tutti i colleghi che lo vogliano, di mettersi in gioco, mediante un interpello con criteri precisi – differenziati a seconda del processo/team per cui si concorre –, una commissione d’esame interna e colloqui pubblici.
Non capiamo, a questo punto, dove sia la novità rispetto al passato: ci si limita a mettere nero su bianco quanto già accade da anni in tutti gli uffici. Certo, non possiamo non apprezzare qualche piccola novità: non potranno ricoprire questi incarichi coloro che hanno vincoli parentali con uno o più responsabili di Team dello stesso Processo. Ci piacerebbe che questa elementare regola, relativa a un potenziale conflitto di interessi, fosse estesa anche alla dirigenza, ad esempio (non dovrebbero essere rari i casi di dirigenti con parenti o coniugi Responsabili); ancor di più ci piacerebbe che questa regola fosse estesa anche a chi, avendo ricoperto incarichi di vertice nell’Ente, si trovi poco dopo a ricoprire incarichi di vertice, ad esempio, nell’ordine dei consulenti del lavoro.
Fummo i primi, qualche anno fa, a chiedere che il neonato INL superasse la parcellizzazione delle attività, presente nel Ministero, e adottasse il modello agenziale del lavoro per processi e in team. Dopo anni, siamo arrivati a quella che pare la mera enunciazione di quel modello, senza che sia stata ancora data sostanza al concetto di team o di processo e senza che sia stato messo in piedi un piano della formazione destinato a tutti i dipendenti (non solo ai pochi fortunati) per spiegare cosa significhi lavorare in team o in un processo. Per l’attività ispettiva, ad esempio, avevamo proposto team misti di ispettori e amministrativi, tutti impegnati al raggiungimento di medesimi obiettivi ognuno per la sua parte di competenza, ma si è preferito non ascoltarci, continuando ad alimentare inutili conflitti tra “i due mondi”, tenendoli separati. Ci auguriamo che il team porti almeno al superamento delle coppie ispettive fisse …
Ci sembra proprio che questa possa rivelarsi come l’ennesima occasione persa di rinnovamento e che l’intera operazione possa apparire gattopardesca (un mero maquillage dell’esistente, privo di una vera visione di fondo e di progettualità a medio-lungo termine?), quasi una resa delle armi a chi non intende cambiar nulla.
I lavoratori dell’INL sono stanchi di essere presi in giro; anche la fiducia riposta con l’arrivo del nuovo direttore rischia di svanire presto, se non ci sarà un colpo di reni immediato. Non tra mesi, non tra settimane. ORA. Altrimenti saremo pronti a mobilitarci, per dar forza a chi quel cambiamento lo vuole sul serio, non a parole.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano