Assistenti Sociali: Unitario – Audizione Camera

04 Marzo 2019

Memoria per l’audizione informale su C. 1637 (DL 4/19 reddito di citadinanza e di
pensioni). Commissioni riunite XI (Lavoro pubblico e privato) e XII Commissione
(Affari sociali) della Camera dei deputai
Il Decreto approvato dal Senato non ha tenuto conto di quanto segnalato in sede di audizione e
degli emendament da parte di CGIL, CISL e UIL.
Permangono, pertanto tute le nostre rifessioni e le proposte presentate all’XI° Commissione
Lavoro del Senato, documento che vi consegniamo ed integriamo con la presente nota.
Per quanto concerne gli element che dovrebbero caraterizzare il Reddito di Citadinanza come
misura universale di contrasto alla povertà, non possiamo che confermare tut gli element di
critcità già presentat nell’audizione svolta al Senato della Repubblica e riportat nella relatva
Memoria.
In partcolare, se già abbiamo ritenuto inaccetabile il vincolo di residenza a 10 anni, per il suo
profilo discriminatorio nei confront dei citadini stranieri, ancor meno possiamo condividere
l’emendamento approvato in Senato che, in deroga alle disposizioni vigent, condiziona
l’accoglimento della richiesta di beneficio, per i citadini provenient da Paesi extra Ue, alla
presentazione di apposita certficazione prodota dallo Stato estero, tradota e legalizzata,
comprovante i requisit reddituali e patrimoniali oltre che la composizione del nucleo familiare.
Confermiamo altresì la nostra valutazione sia sui criteri adotat per individuare la platea di
beneficiari e su quelli indicat per determinare l’ammontare del beneficio – a partre dalla scala di
equivalenza introdota che penalizza le famiglie numerose e con minori – ritenendoli iniqui verso
l’intera platea di sogget in condizioni di bisogno, sia sulle modalità di presa in carico dei nuclei
beneficiari che, non atribuendo l’adeguata centralità ai Comuni e al Servizio Sociale Professionale,
non rendono possibile la necessaria preliminare valutazione dei bisogni, trascurando, in
partcolare, le fragilità dei sogget minori.
Segnaliamo inoltre, con preoccupazione, il tema del confito di atribuzioni tra Stato e Regioni sul
tema delle assunzioni e, di conseguenza, della piena operatvità dei cosiddet “navigator”. Il
confito tra Stato e Regioni su una materia concorrente come quella delle politche atve, rischia di
impatare negatvamente sulla buona riuscita dei percorsi di inserimento e reinserimento al lavoro
dei beneficiari del RdC.
In aggiunta alle 4 mila assunzioni previste dall’ultma Legge di Bilancio chiediamo che le 1.600
assunzioni cofinanziate con fondi comunitari siano efetuate con contrat a tempo indeterminato
e non a termine.
Avevamo poi segnalato quanto fosse importante, oltre alla positva previsione dell’aumento
dell’organico dei Centri per l’Impiego, trovare risorse struturali e costant nel tempo per un piano
di sviluppo e di funzionamento degli stessi Centri.
Tra l’altro non siamo d’accordo con la previsione dell’emendamento approvato al Senato, in deroga
anche ai contrat colletvi di lavoro, sulla permanenza nella sede di prima assegnazione per 5 anni
da parte dei neo assunt nei Centri per l’Impiego: per noi è essenziale ed importante lasciare
questa materia alla contratazione colletva.
Rispeto al dirito al RdC in caso dimissioni volontarie senza giusta causa, chiediamo di
salvaguardare le dimissioni presentate durante il periodo tutelato di maternità (ex art. 55 Dlgs n.
151 del 2001) e quelle per risoluzione consensuale intervenuta nell’ambito della procedura di
conciliazione presso le Direzioni del Lavoro (Legge 604 del 1966). L’integrazione si rende necessaria
in quanto si trata di casi già previst dal Dlgs n.22 del 2015 in merito ai requisit per la concessione
della NASPI.
Apre una serie di problemi la novità inerente l’oferta congrua, rappresentata dalla facoltà di non
accetare un’oferta di lavoro se questa è inferiore a 858 euro mensili (il 10% in più dei canonici 880
euro), che corrisponde ad una retribuzione lorda di poco meno di 13 mila euro l’anno.
Il primo problema è rappresentato dalla ulteriore diferenziazione della congruità rispeto alle
regole del sistema di condizionalità vigente per gli altri percetori di tratament di sostegno al
reddito, come ad esempio la Naspi.
Tale diferenziazione si afanca a quella relatva alla distanza chilometrica, già presente nel testo
originario.
Inoltre l’individuazione di una retribuzione congrua di 858 euro non tene conto dei salari percepit
da lavoratrici e lavoratori impegnat in alcuni setori o delle retribuzioni di molt lavoratori parttme.
Infine è bene tenere presente che tali rifessioni ripropongono la necessita di aprire un percorso
condiviso per una riforma fiscale basata sul principio costtuzionale della progressività.
Va sicuramente aperta una rifessione sull’aumento delle ore che il beneficiario del RdC deve
garantre in atvità di pubblica utlità. Ciò in quanto le 16 ore previste dall’emendamento
approvato dal Senato equivalgono sostanzialmente ad un tempo parziale nella pubblica
amministrazione e in altri setori.
Le positve misure introdote sugli ammortzzatori sociali sono la riprova che i limit previst dal
Dlgs. 148/2015 rispeto alle durate delle integrazioni salariali sono insufcient a sostenere le
imprese e i lavoratori in una fase di ristruturazione o di crisi complessa ed artcolata.
Confermiamo la nostra posizione in merito allo stralcio dall’art. 22 di qualsiasi riferimento ai fondi
interprofessionali.
Invece, in tema di bilateralità, chiediamo che, laddove gli Ent bilaterali sostengano, con risorse
versate dalle imprese del setore di appartenenza, il pensionamento antcipato dei lavoratori, tali
risorse, tramite apposita convenzione con l’INPS, possano essere utlizzate per versare la
contribuzione volontaria al fine di perfezionare i requisit contributvi per raggiungere il dirito alla
pensione. In partcolare, tale previsione consentrebbe, previa convenzione con l’INPS, il
versamento agli operai del setore edile, per il tramite degli Ent Bilaterali di setore, di somme ad
oggi accantonate in apposito Fondo.
La possibilità di andare in pensione con quota 100 sta confermando le previsioni che, come Cgil,
Cisl e Uil, avevamo fato da tempo: quota 100 viene percepita dai lavoratori come una possibilità
ulteriore verso un accesso più fessibile alla pensione ma ciò non è sufciente perché i dat diramat
dall’Inps dimostrano chiaramente che questa forma di fessibilità non è in grado di rispondere in
modo omogeneo alle esigenze di molt lavoratori e lavoratrici. In partcolare, rispeto al totale delle
domande, poco più di un quarto sono state presentate da donne.
Quota 100, quindi, rappresenta un’opportunità per lavoratori con carriere contnue e struturate
ma è decisamente meno accessibile ai lavoratori del Sud e del tuto insufciente per le donne, per i
lavoratori con carriere discontnue o occupat in partcolari setori produtvi caraterizzat da
stagionalità o appalt, come quello agricolo o dell’edilizia, nei quali è difcile trovare un lavoratore
con 38 anni di contribut. Cgil, Cisl e Uil chiedono che per le lavoratrici sia intanto riconosciuta una
riduzione contributva, almeno in presenza di figli, come previsto per l’Ape sociale.
Aver reintrodoto il meccanismo delle finestre è penalizzante, in partcolar modo per i lavoratori
del setore pubblico poiché per loro la finestra di accesso alla pensione è di 6 mesi. Sono
penalizzat anche coloro che svolgono una delle 15 categorie di lavori gravosi oppure usurant
poiché il blocco dell’incremento per aspetatva di vita sulla pensione antcipata per quest
lavoratori era già previsto e, invece, ora, per efeto delle “finestre”, devono atendere 3 mesi per
otenere il primo assegno pensionistco.
Le proposte in materia previdenziale di Cgil Cisl e Uil, contenute nella Piataforma unitaria e
sostenute anche dalla manifestazione del 9 febbraio, puntano ad un intervento più ampio, di tpo
organico e struturale che preveda una fessibilità in uscita a partre dai 62 anni di età e, per quanto
riguarda il sistema contributvo – che nel futuro sarà il sistema previdenziale applicabile a tut -il
superamento degli atuali vincoli che rendono molto difcile l’accesso al pensionamento poiché
condizionano il dirito alla pensione al raggiungimento di determinat import soglia dell’assegno
(1,5 e 2,8 volte l’assegno sociale).
Cgil, Cisl e Uil confermano, inoltre, l’importanza di introdurre la possibilità di andare in pensione
con 41 anni di contribuzione a prescindere dall’età. L’abrogazione degli increment automatci
dell’età pensionabile per le pensioni antcipate è un primo passo nella giusta direzione ma la
finestra mobile di 3 mesi pospone la decorrenza della pensione e ne depotenzia l’efeto positvo.
Inoltre, il blocco dell’incremento dei requisit per aspetatva di vita dovrebbe essere previsto
anche per la pensione di vecchiaia.
Il tema dell’aspetatva di vita andrebbe visto nel suo complesso, non in modo parcellizzato e,
quindi, bisognerebbe superare la doppia penalizzazione che i lavoratori subiscono per efeto del
contemporaneo aumento dell’età e la reversione dei coefcient di trasformazione del calcolo
contributvo della pensione.
I lavori non sono tut uguali. Per questo motvo Cgil, Cisl e Uil ritengono che sia necessario
ricosttuire quanto prima la Commissione tecnico scientfica per lo studio dei lavori gravosi e
usurant al fine di analizzarne in modo puntuale, basandosi su dat oggetvi, la diversa gravosità e
di conseguenza l’incidenza sull’aspetatva di vita dei lavoratori per dare in materia previdenziale
risposte adeguate.
La proroga solo fino al 2019 dell’Ape sociale, non è sufciente. Ad avviso di Cgil Cisl e Uil questa
misura dovrebbe essere prorogata fino al 2021, allineandola alla sperimentazione di “quota 100”,
nell’atesa di una riforma più struturale e organica che superi definitvamente la Riforma Fornero e
renda struturali le tutele previste a favore di quelle categorie.
Inoltre, bisogna ricordare che nel 2018 le domande di Ape sociale respinte (24.011) sono
addiritura superiori a quelle accolte (23.516) , di conseguenza, le risorse residue non utlizzate lo
scorso anno , e quelle già accantonate nella fase di costtuzione del Fondo con la Legge di Bilancio
2018, risultano sufcient a potenziare questo utle strumento. Occorre, quindi, una revisione dei
criteri di accesso per le lavoratrici e le categorie dei lavori gravosi, oggi, di fato, esclusi dal
beneficio (sono state accolte nel 2018 solo 2.318 domande su 8.632), con una normatva meno
stringente che, ad esempio, superi il requisito individuale del codice Istat che spesso risulta essere
non idoneo ad individuare l’efetva mansione. Un discorso analogo va fato per quanto concerne
l’atuale normatva sui lavoratori precoci.
L’antcipo del tratamento di fine servizio dei lavoratori pubblici tramite il prestto agevolato non è
la risposta che da anni chiediamo rispeto alla liquidazione in tempi congrui delle liquidazioni nella
pubblica amministrazione. Per questo chiediamo un intervento che il diferimento oggi presente
per il pagamento del Tfr e Tfs nel setore pubblico. L’innalzamento del limite da 30.000 a 45.000
euro allarga sicuramente i margini per la scelta del lavoratore ma si trata comunque di una misura
parziale, inoltre l’efetva implementazione della procedura prevede molt passaggi, tra cui
l’accordo con Abi, ci chiediamo quali saranno efetvamente i tempi di erogazione di questo
antcipo. Inoltre, con questo meccanismo vengono discriminat i dipendent pubblici assunt dopo il
2000 ai quali si applica il regime del tratamento di fine rapporto (Tfr) perché l’agevolazione fiscale
prevista ad essi non è applicabile.
Per Cgil Cisl e Uil la prospetva di un vera riforma del sistema previdenziale deve contemplare
provvediment utli anche nel medio e lungo periodo e che sappiano garantre una tutela ed una
prospetva previdenziale dignitosa ai giovani. Riteniamo quindi necessario introdurre una
pensione contributva di garanzia per le carriere lavoratve deboli e discontnue, pur essendo
comunque consapevoli che la priorità deve rimanere un lavoro di qualità per tut. I lavori precari, a
part tme e poco pagat, infat, con l’atuale sistema saranno insufcient a garantre una pensione
dignitosa considerando anche che per le pensioni calcolate interamente con il metodo contributvo
non è prevista neanche l’integrazione al tratamento minimo. Cgil, Cisl e Uil ribadiscono la richiesta
di un meccanismo, collegato e proporzionato al numero di anni di lavoro e di contribut versat, che
consideri e valorizzi previdenzialmente anche i periodi di discontnuità lavoratva, di formazione, di
part tme o di basse retribuzioni nell’otca di assicurare nel futuro un assegno pensionistco
dignitoso.
Il riconoscimento a fini previdenziali del lavoro di cura è un altro tema della Piataforma unitaria
che guarda verso un sistema previdenziale orientato a rispondere alle esigenze della società del
futuro.
Il testo di legge prevede anche intervent a nostro avviso critci rispeto ai Fondi bilaterali di
solidarietà ed ai fondi interprofessionali. Riteniamo che l’opportunità di prevedere meccanismi di
“prepensionamento” debba essere valutata solo dai fondi bilaterali di solidarietà e non dai Fondi
interprofessionali per il finanziamento di prestazioni previdenziali integratve, poiché se ne
snaturerebbe la funzione, indicando un utlizzo improprio delle loro risorse destnate alla
formazione contnua, pertanto andrebbe stralciato dall’art 22 qualsiasi riferimento ai fondi
interprofessionali.
In merito alla prescrizione dei contribut dei lavoratori pubblici, prevista nell’artcolo 19 del decreto
legge, è necessario includere tut i lavoratori con iscrizione alla casse gestte dall’ex Inpdap (Stato,
Scuola, Ent locali, Sanità, ecc.) e bisognerà far decorrere l’inizio della prescrizione per tut i
contribut (non solo quelli fino al 31.12.2014) dal 01.01.2022.
L’obietvo di rispondere alle esigenze di contrasto della povertà in età avanzata, che sta alla base
della cosiddeta “pensione di citadinanza, è condiviso da Cgil, Cisl e Uil, ma lo strumento deve
essere struturato e adeguato in linea con le prestazioni assistenziali-previdenziali esistent per
perseguire efcacemente gli scopi prefissat.
Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che deve essere ripristnata la piena rivalutazione delle pensioni per
salvaguardare il valore degli assegni pensionistci come concordato nell’accordo tra Governo e
Sindacat nel 2016. Occorre anche definire un nuovo “paniere” per arrivare a un indice più equo
della rivalutazione delle pensioni e recuperare parte del montante perso in quest anni.
Parallelamente bisogna riprendere il processo di rivalutazione delle pensione anche atraverso il
raforzamento e l’ estensione della 14°
Cgil Cisl e Uil sotolineano che è altresì indispensabile procedere alla separazione della spesa
previdenziale da quella assistenziale, così da poter giungere ad una correta rappresentazione della
spesa pensionistca italiana e l’atvazione della Commissione tecnica per la valutazione della spesa
assistenziale e previdenziale, allo scopo di arrivare ad una più chiara rappresentazione degli
equilibri finanziari e delle voci di spesa.
Per quanto riguarda la governance degli ent previdenziali, la sola reintroduzione del CdA non è
sufciente. Deve essere raforzato il ruolo dei Comitat di indirizzo e vigilanza dotandoli di reali ed
esigibili poteri di indirizzo e controllo. A distanza di setmane dal termine del mandato del
precedente Presidente dell’Inps, sollecitamo la nomina del nuovo Presidente. Questo protrato
ritardo rischia di creare serie difcoltà alla gestone ordinaria dell’Isttuto in un momento di
straordinario impegno.
Deve anche essere individuato un intervento definitvamente risolutvo sul tema degli esodat, ed
estendere la proroga per l’accesso alla pensione con “opzione donna” dall’età di 58 anni.
Sulla Previdenza complementare, è necessario rilanciare le adesioni, atraverso un nuovo periodo
di silenzio assenso e una adeguata campagna informatva isttuzionale. Il Governo ed il Parlamento
devono incentvare fiscalmente le adesioni; riportare la tassazione degli investment dei fondi
pensione ad una aliquota non superiore all’11%; promuovere le condizioni perché i fondi investano
in economia reale, prediligendo il sostegno alle infrastruture e allo sviluppo.
Inoltre, nonostante alcuni emendament vengano incontro all’esigenza di antcipare le procedure
di concorso nella pubblica amministrazione per accelerare la tempistca delle assunzioni sussistono
i troppi vincoli sulla spesa che, a fronte del pensionamento di decine di migliaia di dipendent,
rischiano di comprometere la garanzia di servizi essenziali .

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