Roma, 13 febbraio 2019
Al Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Prof. Alberto Bonisoli
Egregio Professore,
da notizie di stampa risulta che le Regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto hanno chiesto e ottenuto dal Governo, nel quadro dell’estensione delle materie attribuibili alle autonomie regionali ai sensi dell’art. 116, comma 3, della Costituzione, l’attribuzione, fra l’altro, delle competenze dello Stato in materia di tutela e valorizzazione dei beni culturali, comprese le risorse organizzative e di personale.
L’urbanizzazione selvaggia della Valle dei Templi di Agrigento sta a ricordare gli esiti infausti dell’affidamento all’autonomia regionale della tutela dei beni culturali e del paesaggio. La tutela dovrebbe, infatti, poter limitare incisivamente interessi locali con essa incompatibili e un ente i cui responsabili sono direttamente eletti anche dai cittadini portatori di tali interessi è inevitabilmente condizionato in senso opposto.
Inoltre la tutela del paesaggio non può essere affidata agli stessi enti tenuti – in base al Codice dei beni culturali – a formare i piani paesaggistici sotto la vigilanza e l’eventuale surrogazione del Ministero, a pena di confondere impropriamente e inammissibilmente in un unico soggetto le figure di vigilante e di vigilato.
Infine l’art. 118, primo comma Cost. prevede che siano affidate allo Stato le funzioni amministrative che richiedono un “esercizio unitario” su tutto il territorio nazionale. Fra queste vi è indubbiamente la tutela dei beni culturali, come dimostra il caso del recupero dei beni culturali trafugati all’estero, che richiede la collaborazione a livello nazionale e internazionale del Ministero, del Nucleo tutela dei CC. e del Ministero degli Esteri.
Se invece fossero, in base all’art. 116, conferite alle regioni anche le competenze nelle materie di tutela e valorizzazione dei beni culturali, anche legislative, l’unitarietà dei criteri ordinamentali e tecnico-scientifici di tutela e gestione dei beni culturali nel nostro Paese verrebbe messa a serio rischio.
Gravemente preoccupate dal tale prospettiva, le scriventi OO.SS. chiedono con urgenza un Suo impegno in seno al Governo per evitare un simile esito, che avvierebbe lo smantellamento della tutela dei beni culturali e del paesaggio nel nostro Paese e delle strutture del Ministero stesso anche sotto il profilo organizzativo, con devastanti conseguenze per l’unitarietà e adeguatezza della gestione del personale addetto.
FP CGIL CISL FP UIL PA
C. Meloni G. Nolè – V. Di Stefano F. Trastulli