Stiamo infatti parlando di lavoratori che garantiscono gli stessi servizi della sanità pubblica, in strutture a cui peraltro gran parte della cittadinanza si rivolge, spesso con turni di lavoro ai limiti della ragionevolezza, a fronte di un carico di lavoro sempre molto pesante, e senza nuove assunzioni in programma. Eppure da ben 12 anni hanno il contratto di lavoro bloccato. E un contratto fermo vuol dire stipendi fermi, risorse bloccate e mancanza di tutele. E con un’unica garanzia: delle trattative (per questo rinnovo tanto auspicato) dai tempi biblici.
Grazie alle mobilitazioni, le trattative, ancora in corso, hanno quantomeno subito un’accelerata. Proprio in questi giorni – e nei prossimi – si terranno infatti ancora altri incontri per portare alla luce le rivendicazioni di questi lavoratori: un contratto di lavoro, forti relazioni sindacali, stipendi adeguati, turni di lavoro dignitosi, assunzioni e tutele. Quello che ogni lavoratore, in qualunque settore e in qualunque condizione, dovrebbe poter dare per scontato.