CRITERI PERFORMANCE E LINEE TELEFONICHE
Facendo seguito all’informativa dello scorso 17 dicembre ed alla successiva richiesta di confronto, inoltrata lo stesso giorno dalle scriventi organizzazioni sindacali, sul tema dell’aggiornamento dei criteri di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2019, si è svolta ieri la riunione del Tavolo nazionale nel corso della quale sono stati affrontati, unitamente all’argomento principale, anche altri temi di stringente attualità.
In ordine al primo tema vi è stata un’illustrazione di sintesi da parte dell’Amministrazione dei contenuti dei criteri di misurazione e valutazione della performance per l’anno 2019: si tratta, in parte, di indirizzi già applicati sul 2018 (Miglioramento continuo, Efficienza nell’impiego delle risorse, Collegamento con il ciclo del bilancio e dimensione economico-finanziaria, Convergenza degli obiettivi dei dirigenti e del personale, Convergenza degli obiettivi del territorio e delle strutture centrali, Separatezza degli obiettivi dei professionisti e Sistema lineare di liquidazione) e sui quali spicca l’idea, da noi apprezzata e propugnata per anni, prima che diventasse patrimonio condiviso anche da parte della tecnostruttura, di mitigare l’applicazione del principio del miglioramento continuo delle sedi, un principio che obbliga le strutture territoriali a migliorare, rispetto agli obiettivi qualitativi, il dato dell’anno precedente oppure, in determinate condizioni legate al mancato raggiungimento del risultato pieno, a migliorare il dato medio del cluster di riferimento. Un meccanismo diabolico che viene attenuato attraverso l’introduzione di fasce di tolleranza la cui applicazione dovrebbe già scattare sul consuntivo dei dati relativi al 2018. Proprio per superare le storture esistenti e nell’ottica di una collaborazione reciproca, siamo tornati a chiedere per l’ennesima volta l’apertura immediata di un tavolo tecnico, anche rispetto alla più volte promessa revisione del sistema di valutazione dei professionisti dell’Istituto. Vedremo se la disponibilità dataci dall’Amministrazione su un coinvolgimento, sia pure informale, resterà sulla carta o se alle promesse seguiranno i fatti.
Abbiamo poi chiesto chiarimenti sulla questione delle linee telefoniche interrotte in tutta Italia, vista l’urgenza e l’importanza del tema. Da alcuni giorni, infatti, e non si sa ancora per quanto, l’Istituto si trova privo del sistema più elementare di comunicazione – il telefono – con ripercussioni gravissime sia nei confronti dell’utenza che per la gestione delle attività quotidiane, compromesse dall’impossibilità di collegamento tra sedi o perfino nella stessa sede, nei moltissimi casi di dislocazione in più stabili.
Al netto delle problematiche probabilmente insorte con il gestore dell’appalto del nuovo sistema telefonico, in particolare per il mancato rispetto dei termini e dei tempi contrattuali – rispetto al quale registriamo comunque che si verificheranno eventuali azioni legali da intraprendere –, è incomprensibile e inaccettabile che l’Istituto non abbia messo in campo quelle misure volte ad evitare una falla organizzativa di queste dimensioni. Ci aspettavamo almeno una comunicazione interna, per preavvertire le sedi del blocco, così da mettere tutti nelle condizioni di informare l’utenza del disagio.
Che il cambio di piattaforma avrebbe potuto ingenerare problemi, del resto, lo si è capito già dalla scelta dei dispositivi forniti al personale: alcune sedi hanno ricevuto le cuffie, altre i telefoni, altri cuffie e telefoni. A quest’ultimo proposito, registriamo comprensibili rimostranze da parte del personale, per le difficoltà ad usare un dispositivo – le cuffie – non propriamente idoneo al tipo di attività svolta nelle nostre sedi. Senza entrare nel merito dei 70 € detratti in caso di smarrimento o furto della cuffia (richiesti solo in alcuni territori): siamo sicuri che tutto il personale sia messo in condizioni di poter custodire adeguatamente il dispositivo assegnato?
Tutto questo ci sembra, ancora una volta, espressione di un Istituto in declino ed allo sbando, che non percepisce la necessità di interloquire con le rappresentanze del personale e sembra vivere quest’esigenza come un fastidioso adempimento.
FP CGIL/INPS CISL FP/INPS UIL PA/INPS
Matteo ARIANO Paolo SCILINGUO Sergio CERVO