“La fiducia sul decreto sicurezza è una scelta sbagliata, presa su uno dei provvedimenti più ingiusti di questo governo“. Così la Fp Cgil Nazionale in merito al decreto sicurezza in oggi al Senato e alla questione di fiducia posta, sottolineando come “gli effetti del decreto si respirino già, attraverso diverse iniziative restrittive: le circolari coprifuoco e controllo pacchi a Firenze, la mancata apertura a Roma di un centro d’accoglienza di migranti e richiedenti in seguito ad un presidio di neofascisti e leghisti, l’azzeramento del progetto ‘Integrazione’ da parte del Viminale”.
Nel decreto inoltre, osserva la Funzione Pubblica Cgil, “c’è il taglio delle risorse che ricadrà anche sulle spalle delle lavoratrici e lavoratori impiegati, tra pubblico e privato, nel settore dell’accoglienza, come denunciammo alla nostra iniziativa Palermo ‘Uecare’. Il lavoro degli operatori e degli assistenti sociali rischia di esserne snaturato: un ruolo volto all’inclusione sociale e che invece rischia di trasformarsi, rendendo questi lavoratori veri e propri controllori degli ospiti dei centri”.
Inoltre, continua la categoria dei servizi pubblici della Cgil, “non solo si produce una riduzione dei diritti dei richiedenti asilo, ma si mettono in crisi anche i livelli occupazionali degli operatori che agiscono nel settore immigrazione, che stimiamo possa tradursi in circa 50 mila lavoratori a rischio. Pesanti potrebbero essere le ripercussioni sul sistema della cooperazione sociale che in questi anni ha garantito, insieme al pubblico, i servizi necessari per l’accoglienza e l’inclusione. La riduzione del costo per ospite dai 35 euro attuali a 19/26 euro secondo la dimensione del centro di accoglienza, sulla base di contratti tipo elaborati insieme all’Anac, impediranno l’erogazione di servizi efficaci ed efficienti e rappresentano un serio pericolo per l’occupazione”.
Per queste ragioni, “in vista dell’incontro tra il ministro dell’Interno Salvini e le istituzioni locali, abbiamo scritto ai vertici della Conferenza delle Regioni, dell’Anci e dell’Upi, per sostenere l’allarme lanciato da diversi amministratori locali circa gli effetti che il decreto produrrà sui servizi e sul lavoro“. Infine, sul punto della sicurezza, “la situazione non è migliore: si aggiungono altre fattispecie per l’applicazione del Daspo urbano, si allarga l’utilizzo del taser alla polizia locale, si inaspriscono le sanzioni relative alle occupazioni e ai blocchi stradali mentre, al contrario, nell’ambito delle misure per il contrasto alle organizzazioni mafiose, si inseriscono norme quantomeno pericolose, come quella che dà la possibilità a soggetti privati di acquistare beni confiscati alla mafia, nonostante sia conosciuta la capacità delle organizzazioni criminali di agire attraverso intermediari per la riacquisizione di immobili o aziende sequestrate”, conclude la Fp Cgil.
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