Alla cortese attenzione di:
On. Ministro delle Infrastrutture e Trasporti
Anche nella seconda stesura della Legge di Bilancio, compare una norma che prevede, a
partire dal 1° di gennaio 2019, l’istituzione, presso l’Agenzia del Demanio, della “Centrale per la
progettazione delle opere pubbliche”. Speravamo che il tempo intercorso tra la I e la II bozza
portasse, anche a seguito delle interlocuzioni previste con il MIT, ad una cassazione di tale norma,
ma questo non è successo. E allora deve essere chiaro che, per quanto ci riguarda, noi non siamo
d’accordo. Intanto perché riteniamo sbagliato utilizzare una Legge di Bilancio per porre in essere un
tratto importante di riforma della Pubblica Amministrazione. E, in seconda battuta, perchè siamo
estremamente preoccupati sia sul versante delle competenze, nello specifico dei Provveditorati, sia,
ovviamente, sul versante delle ricadute che possono esserci sui lavoratori. Perchè, insomma, invece
di utilizzare le competenze dei Provveditorati, magari implementandole anche per quanto riguarda la
progettazione di opere pubbliche che non siano di stretta competenza del Ministero ma che
riguardino anche le altre Amministrazioni centrali, le Regioni e gli Enti Locali, ci si affida ad una
costituenda Centrale? E perchè le assunzioni previste per la stessa non vengono, invece, più
opportunamente, indirizzate verso i Provveditorati stessi, spesso ridotti con organici all’osso con tutte
le difficoltà connesse all’espletamento dei compiti istituzionali a cui sono chiamati? Insomma, ci pare
evidente che si tratta di una operazione che ha il senso di ridimensionare gravemente le capacità dei
Provveditorati: e di questa operazione non ne condividiamo il senso e l’opportunità.
Noi pensiamo, invece, che le 400 unità di personale previste nella Legge di Bilancio – non può che
evidenziarsi, a tal proposito, come tra la prima e la seconda stesura, ci sia una riduzione di unità di
personale (da 500 a 400 al massimo) – possano, anzi debbano andare a rafforzare gli organici dei
Provveditorati in modo che questi possano adempiere alla missione istituzionale assegnata, senza
creare un qualcosa, di cui, francamente, non se ne avverte alcun bisogno.
Per far valere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, chiediamo al Ministro delle Infrastrutture e
dei Trasporti un incontro urgente, dichiarando sin d’ora che se la norma in Legge di Bilancio non
verrà cambiata, chiameremo il personale alla mobilitazione.
Coordinatore nazionale Fp Cgil Mit
Paolo Camardella