“C’è una modalità superficiale e irrispettosa di raccontare il lavoro degli operatori dei Centri per l’impiego pubblici che è intollerabile e che respingiamo con forza“. Così il segretario nazionale della Fp Cgil, Federico Bozzanca, in merito ad alcune ricostruzioni, aggiungendo che: “Senza avviare paralleli impietosi con altri paesi, in termini di risorse e di personale impegnato, nel corso di questi anni, specie negli ultimi dieci di crisi nonché di discutibili interventi normativi, i circa seimila lavoratori dei Centri per l’impiego, per non parlare dei tanti precari storici, hanno fatto ben oltre il possibile per garantire un servizio adeguato ai cittadini”.
“Serve rispetto. Ed è per queste ragioni – aggiunge il dirigente sindacale – che invitiamo tutti a raccontare la verità dei fatti, ovvero gli effetti di politiche miopi rispetto al lavoro pubblico che in questi anni hanno prodotto danni incalcolabili, nei confronti dei cittadini utenti e delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati. Ora che siamo alle porte di un intervento importante, ovvero il varo del reddito di cittadinanza, le cui forme e modalità sono ancora tutte da vedere, si rende necessario – prosegue – un intervento sui Centri per l’impiego, a partire dalla centralità degli operatori e dal bisogno di stabilizzare il personale precario attualmente in servizio. La politica deve, concretamente, dare valore al lavoro pubblico ed evitare che le responsabilità delle inefficienze ricadano sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Per Bozzanca, “se le intenzioni del governo sono quelle di mettere al centro il sistema dei Centri per l’impiego nell’ambito del reddito di cittadinanza, ancor prima della misura dovrà occuparsi dell’architettura. Servono infatti investimenti e risorse, così come serve procedere con celerità alla stabilizzazione del personale precario. Ma soprattutto bisogna partire dalle lavoratrici e e dai lavoratori perché solo attraverso la loro esperienza diretta sarà possibile ridisegnare il sistema e rispondere così alle esigenze dei territori“, conclude.