Il 1° ottobre è stato introdotto il nuovo sistema di rilevazione dell’orario di lavoro.
Spiace constatare che un evento così importante non sia stato adeguatamente programmato per tempo dall’Amministrazione.
Ci saremmo aspettati, infatti, una preventiva e capillare attività di formazione e informazione, magari
attraverso i moderni strumenti telematici (videoconferenza a livello nazionale con i rappresentanti della società “Oracle” che avrebbero potuto rispondere a domande dai territori, ad es., ma anche video “tutorial”, esplicativi del funzionamento della piattaforma), così da raggiungere nel più breve tempo tutti i lavoratori.
Ci saremmo aspettati che, per tempo, tutti i lavoratori ricevessero le credenziali per accedere alla
piattaforma.
Ci saremmo aspettati che, anche in vista dell’introduzione dello smart-working, venissero date
scadenze per l’acquisto della relativa strumentazione.
Nulla di tutto questo è accaduto.
Ci sembra, poi, che il cosiddetto badge virtuale vada esattamente nella direzione opposta a quella che
si era immaginata ai tavoli di confronto sull’orario di lavoro: doveva essere uno strumento propedeutico alla costruzione di un lavoro per obiettivi, in cui quel che conta sono i risultati portati, e invece diventa la mera trasposizione – a livello telematico – del lavoro per adempimenti, col rischio, anzi, di appesantire ulteriormente l’attività di tutto l’ufficio, da quella ispettiva a quella legale alla stessa gestione del personale.
Insomma, da un lato ci si dice – ai tavoli nazionali – di voler svecchiare, ma dall’altro si resta ancorati a una vecchia mentalità da cui sembra non ci si riesca a scrollare.
Poiché ricordiamo ancora “le magnifiche sorti e progressive” del sistema SGIL, chiediamo
all’Amministrazione di cambiare subito rotta:
– Si programmino immediatamente attività di informazione per tutte le lavoratrici e i lavoratori e
ulteriore formazione per coloro che dovranno gestire il sistema a livello locale;
– Si preveda una fase di “rodaggio”, in cui il nuovo sistema sia adeguatamente testato, così da
dar modo a tutti i lavoratori di prendere confidenza con la piattaforma e da non subire
pregiudizi, ad es. dall’inserimento di dati errati o incompleti;
– In attesa dell’avvio della sperimentazione sullo smart-working, almeno per il personale ispettivo
e per chi svolge attività di rappresentanza in giudizio si introduca al più presto un report, in
sostituzione del cosiddetto badge virtuale, in cui i lavoratori rendano conto – a fine giornata –
dell’attività svolta in servizio esterno;
– Si dia un termine entro cui si procederà all’acquisto della strumentazione.
In questa fase così delicata, i lavoratori hanno bisogno di certezze e non di ulteriore confusione.
Il Coordinatore nazionale
FP CGIL INPS e INL
Matteo Ariano