“No a scappatoie e a capri espiatori, al sistema carcerario servono cambiamenti necessari”. Ad affermarlo è la Fp Cgil Nazionale, che aggiunge: “A meno di 24 ore dalla tragedia al carcere femminile di Rebibbia, a poche ore dalla terribile morte di due bambini per mano della madre, ancor prima di conoscere fatti, circostanze, responsabilità, il Ministro della Giustizia Bonafede e il Capo del Dipartimento Penitenziario Basentini hanno stabilito colpe e sanzioni, a carico di direttore vicedirettore e vice comandante della Polizia Penitenziaria”.
Il tutto, aggiunge la Funzione Pubblica Cgil, “senza interrogarsi sul perché, ad oggi, la Magistratura possa ancora ordinare di rinchiudere in carcere mamme con bambini piccolissimi, e sul perché non si rispetti una legge che tale circostanza vuole evitare. Il Ministro e il Capo del Dap pensano di assolvere ai loro doveri punendo funzionari e dirigenti, con motivazioni ancora in queste ore sconosciute ai più”. Per la Fp Cgil, “la morte così terribile di due bambini deve portare immediatamente ad altre decisioni: il rafforzamento, anche con decreto d’urgenza, della legge 62 del 2011 che impedisce la reclusione negli istituti di pena di donne con prole in tenera età; una accurata e tempestiva indagine sull’operato dei magistrati; un provvedimento immediato che realizzi case protette per questi casi, con sorveglianza speciale in ambiente adatto a rimuovere ogni causa di disagio per i bambini coinvolti, che non devono e non possono pagare per le colpe delle loro madri; un intervento a tutela degli operatori tutti, dai poliziotti penitenziari alle educatrici ed educatori, a tutto il personale che quotidianamente svolge il proprio lavoro con competenza e professionalità; e, infine, un potenziamento dei servizi sanitari, soprattutto di supporto e assistenza psicologica e psichiatrica“.
Secondo il sindacato di categoria della Cgil, “dopo aver, come primo atto di governo, rimosso dal tavolo la riforma dell’Ordinamento Penitenziario e avere abbandonato, alla ricerca del facile consenso, qualsiasi ipotesi di trattamenti alternativi al carcere e di riordino dei regolamenti che sovrintendono all’esecuzione penale, il Ministro della Giustizia non può sfuggire comunque alla necessità che si metta mano da subito ai cambiamenti necessari attraverso leggi e regolamenti che siano in grado di coniugare il dovere ad eseguire le pene e i trattamenti di sicurezza con la dignità di chi vive e lavora in carcere“. Infine, “noi abbiamo ancora forte nel cuore il dolore per la tragedia di Rebibbia femminile, per la sua violenza e per la sua assurdità, e l’amaro senso di sconfitta dello Stato, ma vorremmo diffidare chi è responsabile di governo e di gestione dal praticare scappatoie e dal dedicarsi al gioco del trovare subito capri espiatori. Alle dirigenti e funzionarie punite con solerzia e senza motivazioni conosciute rivolgiamo la nostra solidarietà e la nostra disponibilità a tutelarle anche per via legale in qualsivoglia loro istanza contro un provvedimento disciplinare così grave”, conclude la Fp Cgil.