Al Gabinetto del Ministro della Difesa
E, p.c.
Al Segretariato Generale della Difesa/DNA
R o m a
OGGETTO: Regolamento interno per l’adozione dello “Smart Working o Lavoro Agile” al Ministero
della Difesa.
Si è tenuto ieri l’incontro tra le parti per discutere della bozza di regolamento predisposta da Segredifesa
e, contestualmente, valutare le proposte avanzate per tempo dalle scriventi organizzazioni
sindacali. O almeno questo è quello che credevamo prima di sederci al tavolo.
Perché, pur avendo contezza della posizione assunta dall’amministrazione sul tema in oggetto,
che continua erroneamente a non voler considerare come materia di confronto un istituto che invece
a nostro giudizio – in particolare ai sensi dell’art. 7 del C.C.N.L. 2016/2018 – nasce proprio per
favorire attraverso l’organizzazione del lavoro una maggiore conciliazione tra vita lavorativa e familiare
dei dipendenti interessati, ci aspettavamo almeno di poter discutere in maniera serena e costruttiva
dei contenuti delle nostre proposte. Ma così è parso subito non essere, considerato che già fin dall’inizio ai lavori il vice capo del primo reparto di Segredifesa, dr. Franco Lunerti, evidenziava una particolare rigidità nell’approccio alla trattazione del tema, resa peraltro subito manifesta con la dichiarata indisponibilità dell’amministrazione di ricevere qualsivoglia contributo e/o indicazione da parte delle scriventi. In sostanza, ci è stato detto chiaramente che poiché la sperimentazione dello “smart working” doveva partire dal prossimo 1° Settembre, il regolamento trasmessoci non avrebbe dovuto subire alcuna delle modifiche tecniche che avevamo suggerito, tanto meno quelle da noi avanzate per agevolare la opportuna partecipazione dei lavoratori in servizio nelle sedi periferiche, considerato che per Segredifesa i posti stabiliti (peraltro unilateralmente) per l’avvio della sperimentazione devono essere ripartiti solo tra i dipendenti dell’area tecnico-amministrativa in servizio presso Persociv, Segredifesa – dal 1° al 6°reparto – D.N.A., e per l’area tecnicooperativa negli Stati maggiori, gli alti comandi e organismi di vertice di Roma. Una discriminazione per noi intollerabile. Insomma, nessuna possibilità di intervento e/o modifica sul testo – che peraltro risulta assai incompleto – da parte delle scriventi e, soprattutto, nessuna volontà di provare a costruire un regolamento condiviso, in linea con la normativa vigente e le direttive della Presidenza del Consiglio dei Ministri che coinvolgesse preliminarmente le rappresentanze dei dipendenti civili della Difesa.
A quel punto, preso atto della reiterata indisponibilità dell’A.D. – grave e inspiegabile se rapportata
agli accordi raggiunti invece tra le parti in diversi altri settori della P.A., Dogane e Ministero
dell’Interno tra gli altri – di proseguire la discussione su un piano di rispettoso e costruttivo confronto,
le scriventi OO.SS. sono state di fatto costrette a lasciare il tavolo.
Domanda: è questo il nuovo corso sulle relazioni sindacali che ha ispirato il mantenimento della
delega da parte della Ministra della Difesa?
Se il predetto Segretariato intende adottare il regolamento in maniera unilaterale, è invitato a scrivere nelle premesse della bozza che “sentite le OO.SS. del personale, queste hanno espresso pare contrario all’adozione del testo loro presentato”.
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL UNSA
F. QUINTI C.VANGELISTI S. COLOMBI G. BRACONI