IL TURISMO MERCE DI SCAMBIO POLITICO I NUMERI DEL MINISTRO
E’ stato pubblicato ieri Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge che trasferisce le funzioni in materia di
Turismo dal Mibac al Mipaaf. Si è portata a compimento l’operazione che era stata preventivata ad
inizio legislatura con uno di quei classici blitz normativi che poco cambiano rispetto alle abitudini
della precedente. Ribadiamo: noi abbiamo sempre giudicato l’operazione che ha portato queste
competenze nei beni culturali artificiale e frutto di una impostazione ideologica che poi ha aperto la
strada alla filosofia della valorizzazione che ha permeato tutta la riorganizzazione dell’ex Ministro
Franceschini. Quindi un ripensamento era quanto mai opportuno e, a nostro avviso, si doveva e
poteva aprire una discussione su come impostare le politiche generali sul turismo, considerata il
carattere di trasversalità di questa materia. Invece, motivando ufficialmente con “la straordinaria
necessita’ ed urgenza (?) di procedere al riordino delle attribuzioni in materia di turismo,
concentrando le relative funzioni nell’ambito del Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali, al fine di favorire una politica integrata di valorizzazione del Made in Italy e di
promozione coerente e sostenibile del Sistema Italia” (!) ; si emana un decreto legge giustificando
in tal modo l’urgenza. Risulta veramente difficile comprendere in che modo il Ministero che si
occupa di agricoltura possa favorire una politica integrata di valorizzazione del marchio italico, a
noi pare invece di assistere ad uno dei più classici scambi politici, ad un patto di potere. La portata
di questa scelta sta tutta nel portato economico di questa competenza e solo il tax credit ha una
dimensione economica che si aggira sui 200 milioni di euro l’anno. Insomma un pacchetto regalo
fatto in nome del patto di governo, non certo una valutazione funzionale che mirasse ad una
ricollocazione di questa competenza in un Ente ad hoc costituito. Una scatola vuota in quanto il
personale, in questo caso giustamente, potrà essere trasferito solo su base volontaria, che è parte
costitutiva dell’accordo di governo. Ma che nulla ha a che vedere con una visione strategica delle
politiche sul Turismo, che riconosca la trasversalità di questa competenza, che definisca intrecci e
strategie con i vari settori istituzionali con cui interseca, dalle infrastrutture allo sviluppo economico,
giusto per citarne alcune importanti. Insomma una toppa peggiore del buco. Di seguito il link da cui
scaricare il DL:
DECRETO-LEGGE 12 luglio 2018, n. 86 Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzion i
dei Ministeri dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e
forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonche’ in materia di famiglia e
disabilita’. (18G00113)
Il Ministro ci sorpassa a sinistra
Sempre in tema di atti del Governo ci hanno colpito molto le affermazioni del Ministro Bonisoli alla
Camera, in particolare quelle con cui identifica i numeri di un piano straordinario per l’occupazione
nel Ministero, che il Ministro quantifica in 6000 nuove assunzioni. Noi ne abbiamo chieste 3500
entro il 2020 e siamo ben lieti di sapere che il neo Ministro ci sorpassa a sinistra. Ma sui numeri
bisogna essere attenti: la nostra quantificazione è riferita alle carenze accertate e prevedibili sulla
base delle uscite certe entro il 2020. Una valutazione peraltro basata sulle stime ufficiali
dell’amministrazione e che corrisponde all’obiettivo di coprire entro quella data tutto il fabbisogno
teorico previsto dall’attuale pianta organica. Di conseguenza due sono le cose: o l’Amministrazione
ci ha fornito dati sballati e il numero delle carenze è di molto superiore a quelle che noi
conosciamo oppure nelle intenzioni del Ministro vi è l’ampliamento della pianta organica
recuperando i 2200 posti persi a seguito dell’entrata in vigore del DPCM di riforma Franceschini.
Poiché la prima opzione è evidentemente inesistente, resta la seconda: il Ministro vuole ampliare
la dotazione organica? Nell’attesa di conoscere queste intenzioni vogliamo però invitare il Ministro
alla prudenza, non siamo più in campagna elettorale e le attese per avere una occupazione stabile
sono tra le aspettative prioritarie di giovani e meno giovani.
Creare aspettative a cui poi non si è in grado di corrispondere è addirittura peggio che non crearle
e noi abbiamo di fronte un percorso che dovrà tenere insieme la stabilizzazione dei rapporti
flessibili, la crescita professionale del personale interno e l’inserimento di nuova linfa vitale al
funzionamento dei servizi. Un percorso complicato che deve tener conto di tutti i lacci e lacciuoli
che la burocrazia impone e in primis della disponibilità di risorse fresche e strutturali da utilizzare
per finanziare questi processi. Per assumere 6000 lavoratori servono circa 200 milioni di euro di
spesa annuale in più sul costo del lavoro e, appunto, l’ampliamento della dotazione organica
teorica. Se il neo Ministro sarà in grado di assicurare questo risultato lo porteremo in processione
insieme a Sant’Eusebio, se invece siamo alle dichiarazioni propagandistiche sarà nostra cura
riportare la nostra controparte politica con i piedi per terra.
Claudio Meloni
FP CGIL Nazionale