RAPPORTO ANNUALE 2017: L’ENNESIMA OCCASIONE PERSA
Come consuetudine abbiamo partecipato alla presentazione del rapporto annuale 2017 e ascoltato la relazione del Presidente prof. Massimo De Felice che ha esposto alla presenza, tra gli altri, del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico On. Luigi Di Maio, i dati conseguenti l’attività del nostro Ente.
Nella Relazione sono stati enfatizzati i risultati raggiunti dall’Istituto nei campi della prevenzione, della ricerca, della formazione e della riabilitazione, con rilievo particolare all’innovazione tecnologica e ai nuovi brevetti, tra i quali la “mano protesica Hannes”. Spunti di attenzione sono stati dedicati al programma di investimenti, agli impegni assunti sulla revisione della Tariffa, sul rinnovamento della cultura gestionale interna, dell’organizzazione e degli strumenti informatici, nonché sulla necessaria riforma della governance.
La formidabile opportunità di presentare l’Ente ai nuovi interlocutori politici e di rivendicare con il giusto orgoglio gli eccellenti risultati ottenuti e la qualità del lavoro svolto non meritava, forse, che si cancellassero in un’inspiegabile e ingiustificata omissione quelle che, tra le risorse dell’Istituto, hanno in misura più significativa contribuito anche quest’anno al suo successo sociale: le Risorse Umane.
La fredda disamina dei dati che descrivono il lavoro di noi tutti si è articolata senza che fosse fatto cenno a coloro che sul campo quel lavoro hanno portato e portano avanti ogni giorno.
Il paradosso incredibile è che i lavoratori dell’Ente sono i primi grandi assenti dalla Relazione del suo Presidente, che è stata costruita a prescindere da ogni rapporto di concertazione, consultazione, confronto con loro e con chi li rappresenta, e dunque, in ultima analisi, con l’essenza produttiva di questo Istituto, al di fuori della retorica astrazione.
Solo nelle ultime righe del documento è stato trovato il tempo di testimoniare succintamente, l’impegno del Personale nel garantire i risultati raggiunti.
Di fronte al Ministro vigilante, forse, sarebbe stato utile ricordare come il Personale dell’Ente venga impegnato da anni in attività e mansioni di molto superiori all’inquadramento giuridico ed economico riconosciuto, come raggiunga più che lusinghieri obiettivi ancorché in condizioni di cronica carenza e di anzianità media sempre crescente, come sia stato progressivamente e sistematicamente ridimensionato, anche attraverso tagli indiscriminati, a fronte invece di nuovi e ulteriori compiti richiesti.
Poteva forse essere l’occasione, parlando di coordinamento della vigilanza di evidenziare la necessità di salvaguardare la specificità non degli ispettori del lavoro, genericamente intesi, quanto dei nostri funzionari che ancora consentono all’Istituto di ottenere i risultati encomiabili di cui anche il Presidente può fregiarsi nell’esporli ad autorità e concittadini.
Ha invece ritenuto di dover sollecitare una modifica organizzativa che collochi i nostri Professionisti alle dirette dipendenze delle Direzioni di riferimento e non, come più efficacemente è oggi, in Consulenze agili ed efficienti, operative trasversalmente verso ogni esigenza dell’Istituto, avendo peraltro garantita quell’autonomia professionale che è riconosciuta per legge.
Se non si vuole alimentare la percezione distorta per cui i risultati discendono “dalla matematica” e che l’Inail oggi non sia solo il suo Ufficio di Presidenza, forse sarebbe utile e doveroso riconoscere il ruolo e il lavoro di tutti, in particolare di coloro che sono spesso costretti ad operare in condizioni difficili legate alle carenza dell’organico, alla contrazione dei tempi, alla continua espansione dei compiti, ai malfunzionamenti procedurali, alle intemperanze di un’utenza esigente e, a volte, persino aggressiva.
Al Presidente De Felice vogliamo dire che ci spiace abbia dimenticato tutto questo, nel rappresentare con comprensibile orgoglio e soddisfazione gli esiti del lavoro di un anno e i frutti delle fatiche di ognuno di noi. Ci spiace anche che abbia inteso suggerire scelte di natura organizzativa e gestionale, probabilmente non proprio rientranti nei suoi compiti istituzionali, ipotizzando soluzioni che avremmo potuto condividere, o almeno discutere, in uno dei tanti incontri a cui non ha partecipato in questi anni, non intervenendo mai ai tavoli negoziali nonostante sia Presidente della Delegazione trattante di parte pubblica.
Soprattutto ci rammarica, lo affermiamo senza alcuna logica di attacco personalistico, che la più alta carica di rappresentanza dell’Ente ancora una volta abbia mancato l’occasione di valorizzare l’unica vera risorsa che lo rende davvero diverso e unico: il suo straordinario Personale.
CGIL CISL FP UILPA CONFINTESA FP ANMI
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