DAP/DGMC: Nota Unitaria – Decurtazione indennità penitenziaria

09 Maggio 2018

Al Ministro della Giustizia
On. A. Orlando

Al Capo di Gabinetto
Dott.ssa E. Cesqui

Al Capo Dipartimento DAP
Dott. S. Consolo

Al Direttore Generale Personale DAP
Dott. P. Buffa

e per conoscenza
Al capo DGMC
Dott.ssa G. Tuccillo

Al Direttore Generale Personale DGMC
Dott. V. Starita

Oggetto:
decurtazione dell’indennità penitenziaria in caso di assenza per malattia del personale Comparto Funzioni Centrali

Sig. Ministro,
Le scriventi OO.SS. le rappresentano la profonda rabbia e lo sconcerto del personale del comparto Funzione Centrali del DAP e del DGMC. Se per tanti versi la sua attività sarà ricordata per i passi avanti fatti in un Ministero fermo da oltre vent’anni, certamente la stessa cosa non si può dire per il settore penitenziario. Nel penitenziario il suo dinamismo ha sì realizzato dei cambiamenti (l’accorpamento di Direzioni Generali nel DAP e la creazione del nuovo Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, comprendete anche l’esecuzione penale esterna) ma non ha apportato alcun beneficio in termini di risparmio di risorse e di potenziamento dell’efficienza. Anzi si può affermare che le amministrazioni penitenziarie sono oggi al limite del collasso soprattutto per carenza di risorse materiali, finanziarie e soprattutto umane.
Particolarmente seria è la condizione del personale del comparto Funzioni Centrali in servizio presso il DAP ed il DGMC. Il ruolo fondamentale di questi lavoratori per le politiche rieducative connesse alla sicurezza, sia intramuraria che sociale, pur riaffermato nel corso degli Stati Generali dell’Esecuzione Penale, non è stato per nulla tutelato dalle sue iniziative di riforma. Paradigmatica è la vicenda della decurtazione dell’indennità penitenziaria in caso di malattia. Proprio in questi giorni la Direzione Generale del Personale del DAP ha emanato la nota prot. n. 0119975/2018, che si allega,
con la quale ha disposto che venga effettuato il recupero coattivo delle somme non decurtate in caso di malattia prima dello spirare del termine di prescrizione, diffondendo un fac simile di provvedimento che può indurre gli uffici in errore in quanto non contempla la esclusione dei periodi di malattia esentati ope legis dalla decurtazione e non prevedendo alcuna informativa preventiva a tutela dei lavoratori coinvolti anche ai fini della eventuale rateizzazione del dovuto e/o della compensazione del debito con ferie e permessi non fruiti nel corso degli anni ovvero con ore di lavoro di lavoro straordinario prestate e non retribuite. Tale atto unilaterale dell’amministrazione penitenziaria, che recepisce l’iniquo orientamento degli organismi di controllo del MEF secondo il quale la predetta decurtazione opera retroattivamente, ossia sin dal 2008, con prescrizione decennale, determinerà per tanti lavoratori il pagamento di ingenti somme di denaro (anche migliaia di euro), sulle quali, tra l’altro, sono state già corrisposte le imposte mediante la prescritta ritenuta alla fonte, ad onta della circostanza che per anni provvedimenti formali dell’amministrazione hanno sancito l’esclusone della decurtazione della indennità penitenziaria in caso di assenza per malattia. Infatti ben due circolari per il DAP ed altrettante per il DGMC, firmate dai Capi Dipartimento e dai Direttori Generali succedutisi nel tempo, espressamente hanno previsto la non decurtabilità della predetta indennità sulla base di un parere dell’ARAN così evitando che nel medesimo ambiente di lavoro, particolarmente difficile e pericoloso, ci fosse una disparità di trattamento tra Dirigenza e Corpo di Polizia Penitenziaria, esclusi ope legis dalla decurtazione, e personale delle funzioni centrali. Si precisa inoltre che quest’ultimo è tuttora escluso dai benefici previdenziali previsti per coloro che svolgono attività usuranti.
Sig. Ministro, le rammentiamo ancora una volta che la indennità penitenziaria, voluta dal legislatore negli anni di piombo e delle stragi mafiose come trattamento economico fondamentale interamente pensionabile e parte integrante dello stipendio per tutti coloro che, a qualunque titolo, lavoravano nel settore penitenziario, a ristoro del rischio per l’incolumità personale, era stata esclusa proprio per tale motivo dalla decurtazione in caso di assenza per malattia, pur prevista sin dal CCNL del 1994 per i lavoratori del comparto ministeri. Considerata la rilevanza della problematica le chiediamo, alla fine del suo mandato, che per altri versi verrà ricordato come profondamente innovativo, di valutare la opportunità e la possibilità di emanare un provvedimento, anche d’urgenza, che eviti il danno del recupero delle somme arretrate. In caso contrario CGIL CISL e UIL proclameranno lo stato d’agitazione del personale delle Funzioni Centrali operante nel settore penitenziario e daranno mandato ai propri uffici legali di impugnare la circolare sopra menzionata e di fornire assistenza a quei lavoratori che intenderanno fare ricorso all’AG competente.
Distinti saluti

FP CGIL
Chiaramonte

CISL FP
Marinelli

UIL PA
Colombi

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