A fornirci il quadro della situazione è una lavoratrice, iscritta alla Fp Cgil, degli uffici demografici del comune di Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, Livia Veltre: “L’immaginario comune intorno ai dipendenti demografici ancora oggi è che siano delle banali ‘macchine certificatrici’ – racconta Livia -. Non ci si rende conto del fatto che, al contrario, svolgiamo tantissime funzioni e abbiamo molte responsabilità”. Conferma che arriva anche da Paride Gullini, presidente di Anusca, l’Associazione Nazionale degli Ufficiali di Stato Civile e d’Anagrafe: “Nel tempo il ruolo dell’operatore demografico è di gran lunga cambiato – spiega Gullini – e una serie di leggi hanno trasferito loro dei compiti che prima erano di competenza dei giudici: unioni civili, attribuzione del cognome materno al figlio, riconoscimento di cittadinanza Jure Sanguinis, gestione degli immigrati comunitari, carta d’identità elettronica e molto altro”.
Quello che i dipendenti dell’anagrafe lamentano, infatti, è proprio il fatto che non vengano in alcun modo riconosciute, né a livello professionale né tanto meno contrattuale, la competenze tecniche che il loro ruolo richiede e l’attribuzione di nuove esclusive funzioni. “Noi operatori abbiamo una complessità di funzioni che non trova eguali nel Comune”, commenta Livia, che conferma come oggi un operatore si ritrovi, appunto, a svolgere mansioni un tempo proprie dell’autorità giudiziaria: “Ci spetta persino la valutazione di sentenze e documenti esteri, che richiede da parte nostra l’applicazione del diritto internazionale privato, dunque di competenze tecniche molto precise e complesse”. In poche parole, un profilo nuovo e innovato cui “manca solo il sacro sigillo nel contratto – commenta Livia – con le inevitabili ricadute nel fascicolo personale e nelle buste-paga”. Quello che i dipendenti demografici chiedono è, prima di tutto, che si faccia chiarezza su ruoli e mansioni da svolgere e che si riconosca il valore dell’attività amministrativa che svolgono e della complessa professionalità applicata. “Quello che vorremmo come Anusca – spiega il presidente Gullini – è che si ponga una particolare attenzione alla figura dell’operatore demografico”.
L’intesa raggiunta per il rinnovo del contratto degli Enti locali segna un primo risultato, come spiega Federico Bozzanca, segretario nazionale della Fp Cgil. “Con il contratto abbiamo registrato un primo risultato, a partire dall’incremento delle indennità specifiche del personale, ma non basta – spiega Bozzanca -. Su questa stessa linea ci muoveremo anche nell’ambito della contrattazione integrativa, attraverso le nostre prossime Rsu e grazie alle novità introdotte dal nuovo contratto che fornisce loro nuovi strumenti per rispondere alle nuove esigenze”. Un riconoscimento necessario per lavoratrici e lavoratori, conclude Bozzanca, “che svolgono dei ruoli complessi e molto delicati e che meritano risposte anche sul versante del sistema di classificazione, in ragione di un servizio offerto ai cittadini che è mutato profondamente in questo settore”.