Ieri 4 aprile 2018 a Viale Trastevere si è tenuto l’incontro tra le OO.SS e l’Amministrazione con all’ordine del giorno: il Bando per la stabilizzazione del personale dal Comparto funzioni centrali e il Bando sul lavoro agile “smart working”.
Di seguito vi illustriamo quanto emerso dal confronto sui citati argomenti all’Odg e anche sulle “varie ed eventuali” emerse.
SMART WORKING
In merito a “smart working” (di seguito denominato SW) ci è stato confermato dal DG. Jacopo Greco che a fine marzo è stato pubblicato il relativo bando che, in via sperimentale ed in attuazione della direttiva del Capo del Dipartimento del 15/3/2018, riguarderà il solo personale afferente due distinte direzioni generali del Dipartimento Programmazione del MIUR: DG. CASIS e DGRUF.
Ricordiamo che le finalità dello SW sono quelle dell’introduzione delle più innovative modalità di organizzazione del lavoro, basate sull’utilizzo della flessibilità, sulla valutazione per obiettivi, sulla rilevazione dei bisogni del personale dipendente, il tutto alla luce dei bisogni di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
E’ bene ricordare che si accede allo SW solo su base volontaria e che per coloro che se ne avvalgono non avranno ripercussioni e/o penalizzazioni né in termini di professionalità che di progressione di carriera.
A conclusione del progetto sperimentale, che avrà la durata di 2 mesi a partire dal mese di maggio, l’amministrazione si è impegnata a fornire giusta informativa alle OO.SS dei risultati ottenuti dal progetto pilota e procederà, presumibilmente entro la fine dell’estate, ad estendere l’accesso allo SW ad almeno il 10% dei dipendenti del MIUR, in conformità con la normativa vigente.
BANDO PER LA STABILIZZAZIONE DEL PERSONALE DAL COMPARTO FUNZIONI CENTRALI
Ci è stato consegnato preliminarmente il bando che prevede la stabilizzazione di 100 unità di personale in comando presso il MIUR (Amministrazione centrale e periferica), bando limitato esclusivamente ai lavoratori provenienti dal comparto Amministrazioni centrali: questi i posti messi a bando sono: 14 unità appartenenti alla III area – 83 unità appartenenti alla II area e 3 unità appartenenti alla I area. I numeri risultano da una ricognizione interna del personale in comando da queste amministrazioni. Il bando una volta firmato dal competente D.G. per il personale verrà pubblicato entro il corrente mese.
Al riguardo abbiamo espresso in linea di massima parere favorevole sia al testo sia alla procedura, anche se abbiamo sottolineato che il bando sarebbe dovuto essere emanato prima di quello per il reclutamento di personale al MIUR (253 funzionari area III). Detto ciò abbiamo espressamente chiesto di conoscere l’orientamento dell’Amministrazione riguardo al resto del personale che da decenni presta servizio al MIUR e che proviene da altri comparti ed afferisce ad esempio alle Istituzioni dell’Alta formazione musicale e coreutica (AFAM), alle Istituzioni scolastiche, al comparto delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca.
Sull’argomento siamo stati chiari nel richiedere che venga fatta da parte dell’Amministrazione una attenta riflessione ed una puntuale analisi corredata da una reale quantificazione sia in termini numerici, sia in termini economici del fenomeno, al fine di programmare un’azione, a sanatoria, di un’anomalia che dura ormai da decenni e che non rispetto il principio generale dell’appartenenza dei lavoratori al luogo di lavoro, evitando situazioni anomale e risanandole laddove necessario nell’interesse sia dei lavoratori sia dello Stato.
BANDO DI RECLUTAMENTO 253 FUNZIONARI AREA III – G.U. 25 DEL 27/03/2018.
Come Cgil abbiamo apprezzato l’impegno dell’Amministrazione che è riuscita, in tempi sorprendentemente brevi, ad emanare il Bando di concorso per 253 funzionari appartenenti alla III Area funzionale che dovrebbe concedere, seppur sempre in maniera inadeguata, un po’ di respiro agli Uffici del MIUR, considerata la ormai cronica carenza di personale a fronte di un crescente aumento di competenze ed attività.
Detto ciò, corre l’obbligo riportare come sia stato rappresentato tutto il nostro forte disappunto in merito ai contenuti del Bando stesso che non prevede, e quindi esclude, tra i requisiti per l’accesso alle procedure concorsuali la LAUREA DI PRIMO LIVELLO (L) cosiddetta triennale o laurea breve.
Il Bando infatti precisa prima degli articolati: “Ritenuto di dover precisare che ai fini del presente bando si intende: per diploma di laurea (DL), il titolo accademico, di durata non inferiore a quattro anni, conseguito secondo gli ordinamenti didattici previgenti al decreto ministeriale 3 novembre 1999, n. 509; per laurea specialistica (LS), il titolo accademico, di durata normale di due anni, conseguito dopo la laurea (L) di durata triennale, ora denominato laurea magistrale (LM), ai sensi dell’art. 3, comma 1, lettera b), del decreto ministeriale 22 dicembre 2004, n. 270; per laurea magistrale (LM), il titolo accademico a ciclo unico della durata di cinque anni o di sei anni, ai sensi del decreto ministeriale 2 luglio 2010, n. 244 e del decreto interministeriale 2 marzo 2011”.
E’ singolare che il MIUR abbia commesso tale disattenzione esclusivamente con il presente bando, quando nelle passate procedure concorsuali per la stessa area III, è sempre stato previsto il requisito della Laurea di I livello ed in virtù di tali procedure vi è personale che possedendo tale requisito è risultato vincitore di tali procedure ed oggi appartiene ai ruoli del MIUR in tale area.
Il paradosso chiaramente espresso al D.G. Greco, che ha firmato il bando in questione, consiste soprattutto nel fatto che il Ministero, che è fondatore del Processo di Bologna e il cui cardine è l’aver riformato la formazione superiore sulla base del 3+2, abbia volutamente escluso come titolo di accesso all’area III la laurea triennale.
Abbiamo ricordato che il citato Processo di Bologna, avviato con la Dichiarazione di Bologna del 1999, ha comportato la costituzione dello Spazio Europeo per l’Istruzione Superiore (European Higher Education Area – EHEA) a cui hanno aderito 48 Paesi (oltre a tutti i paesi UE), e che in attuazione di tale processo i paesi aderenti, tra cui l’Italia, hanno attuato le necessarie riforme di sistema in materia di istruzione superiore, basata essenzialmente sul principio del 3+2. Ricordiamo che l’attuale sistema universitario italiano infatti si sviluppa su tre cicli o livelli (L=Laurea di 1^ livello – LM=Laurea magistrale di 2^ livello – Dottorato di ricerca=3^ Livello di istruzione superiore)
In tale contesto la riforma della formazione superiore, voluta dal MIUR nel 1999, attribuiva esattamente alla Laurea triennale di primo livello un ruolo maggiormente PROFESSIONALIZZANTE e quindi perfettamente indicato per ogni grado di funzionario. Per altro la stessa Funzione pubblica con la Circolare n.4/2005 8 novembre 2005, ha riaffermato con chiarezza tra le altre cose “…la possibilità per i dipendenti pubblici e privati, in possesso di una specifica esperienza lavorativa quinquennale…. per i quali è richiesto il solo diploma di laurea (DL) possono essere ammessi anche i soggetti muniti della nuova laurea di primo livello (L)”.
In virtù di ciò abbiamo fatto presente che in pari data il MEF ha bandito nel medesimo numero di G.U. tre distinte procedure di reclutamento per la stessa area funzionale (III), ed abbia correttamente indicato il requisito della Laurea triennale per l’ammissione e dunque risulta perlomeno imbarazzante che l’Amministrazione preposta alla tutela del sistema universitario disconosca riforme da essa stessa implementate a livello nazionale: ci si chiede quale sarà a fronte di ciò l’atteggiamento del datore di lavoro privato nei confronti del valore delle lauree triennali.
Infine oltre a richiedere quali sono state le motivazioni per tale singolare “esclusione”, abbiamo espressamente chiesto che l’Amministrazione emani in tempi brevissimi – e prima della scadenza del bando – un atto formale con il quale si modifichi il Bando in oggetto includendo come requisito di accesso la Laurea di primo livello (L), procedure possibile in quanto cautelativa per i lavoratori.
Tale modifica permetterà anche al personale del MIUR, in possesso di tale titolo di studio, di partecipare alla suddetta procedura concorsuale che, dopo anni di blocco delle assunzioni, rappresenta sia una importante opportunità in termini di progressione di carriera (verticale), sia un riconoscimento giuridico di mansioni superiore già sostanzialmente svolte dai dipendenti.
Da ultimo, e non certo per ordine di importanza, va rilevato che il DPR 70 del 2013, all’art.4, comma 2, lettera a), dispone, per il personale già dipendente delle pubbliche amministrazioni, come requisito di accesso alla posizione di funzionari la laurea triennale ed almeno tre anni di esperienza professionale.
A tal fine vigileremo come CGIL che venga recepita la suddetta richiesta e ristabilito un principio di legge, ritenendo che una buona Amministrazione debba prioritariamente tutelare le legittime aspettative di crescita dei propri dipendenti.
PROGRESSIONI ECONOMICHE 2017
Alle richieste delle OO.SS l’amministrazione ha risposto comunicando di aver ultimato la verifica delle istanze prodotte dal personale interessato e ad emettere il Decreto di modifica per alcune graduatorie definitive, dopodiché trasmetterà tutti i decreti al controllo dell’Ente certificatore.
FUA 2016 e 2017
Abbiamo chiesto venga fissato quanto prima il tavolo per il FUA 2016 ed anche per il 2017 e presumibilmente la prossima settimana dovrebbe essere fissata una specifica riunione che riapre la contrattazione in merito alla questione.
Fp Cgil nazionale
Claudio Meloni