INPS – Privatizzazione dell’Inps? No Grazie!

12 Ottobre 2017

INPS – Privatizzazione dell’Inps? No Grazie!

Molti lavoratori ci chiedono a che punto siano le trattative del nuovo CCNLpresso l’ARAN, perché sperano finalmente di vedere crescere le proprie retribuzioni dopo tanti anni di blocco contrattuale.
E’ bene che i lavoratori e le lavoratrici dell’Istituto sappiano che in Parlamento è in fase avanzata di discussione un disegno di legge che mira a far uscire le Agenzie Fiscali dal comparto in cui esse ora si trovano, per effetto del Contratto Collettivo Nazionale Quadro sottoscritto all’ARAN dalle OO.SS. e dell’art. 40, comma 2, del TU Pubblico Impiego, a norma del quale «sono definiti fino a un massimo di quattro comparti di contrattazione collettiva nazionale».
Sappiamo che moltissime OO.SS. sono favorevoli all’uscita dell’INPS fuori dal comparto delle Funzioni Centrali, per inseguire le Agenzie su quella strada.
Come FP CGIL siamo, invece, nettamente contrari a quel ddl, in quanto disegna una sostanziale privatizzazione delle Agenzie, riservando espressamente (art. 2, comma 5, lettera i) una serie di argomenti a regolamenti interni ed eliminando qualsiasi relazione sindacale su materie quali: assunzioni, formazione e valutazione del personale, regole di accesso alla dirigenza, posizioni organizzative … Si prevede, poi, un aumento delle posizioni dirigenziali ai sensi dell’art. 19, comma 6 del Testo Unico – quelle senza concorso, per intenderci – dal 10% al 20%.
Insomma, capiamo benissimo i motivi per cui l’INPS stia cercando di inseguire le Agenzie fiscali su quella strada, mentre fatichiamo davvero a capire come possano altre organizzazioni sindacali essere d’accordo a vedere il proprio ruolo fortemente ridotto!
Dulcis in fundo, qualora l’approvazione di quel ddl dovesse malauguratamente andare in porto, l’attuale trattativa aperta all’ARAN dovrebbe necessariamente bloccarsi, in quanto si dovrebbero ridisegnare gli attuali 4 comparti. Considerando, peraltro, l’approssimarsi delle elezioni politiche, questo significherebbe un probabile rinvio sine die del rinnovo dei contratti collettivi, con tanti saluti agli aumenti contrattuali.
Anche in questo caso, capiamo benissimo i motivi per cui alla parte datoriale possa fare comodo un simile ddl, ma non capiamo i motivi per cui altre OO.SS.siano così appassionate da un simile scenario.
Per vostra utilità, vi alleghiamo la memoria presentata al Senato dalla CGIL lo scorso 28 settembre, perché possiate farvi un’idea. Buona lettura.

Roma, 12 ottobre 2017 

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPS
Matteo Ariano

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